Alzheimer, esame della vista per diagnosi precoce?

03 marzo 2022
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Alzheimer, esame della vista per diagnosi precoce?



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Un semplice esame della vista per la diagnosi precoce della malattia di Alzheimer


Studiando il potenziale della retina di indicare cambiamenti cognitivi, i ricercatori dell'Università di Otago in Nuova Zelanda ipotizzano che un semplice esame della vista potrebbe rendere possibile la diagnosi delle prime fasi delle malattie della vecchiaia, e in particolare della demenza di Alzheimer, quando le persone sono più giovani.

«Malattie che vengono di solito diagnosticate quando le persone iniziano a dimenticare le cose o ad agire in modo diverso dal solito. Certo, una diagnosi precoce è possibile grazie alla risonanza magnetica o altri tipi di imaging cerebrale, ma i costi sono elevati e nella maggior parte dei casi uno screening risulta poco applicabile nella pratica clinica» spiegano gli autori, convinti che nel prossimo futuro sarà possibile acquisire immagini retiniche che permettano di stimare il rischio di Alzheimer molto prima della comparsa dei sintomi. «Dato che non siamo in grado di curare l'Alzheimer avanzato e che la prevalenza globale della malattia è in aumento, essere in grado di identificare le persone in fase preclinica, quando potremmo ancora avere la possibilità di intervenire, è davvero importante» sottolinea la ricercatrice».

Da qui lo studio appena pubblicato sulla rivista JAMA Ophthalmology in cui Barrett-Young e colleghi hanno analizzato i dati di 865 partecipanti allo studio Dunedin, osservando lo strato di fibre nervose retiniche (RNFL) e quello di cellule gangliari (GCL) all'età di 45 anni. E i dati raccolti dimostrano che un RNFL più sottile è collegato a un maggiore calo della velocità di elaborazione con cui una persona può comprendere e reagire alle informazioni che riceve dall'infanzia all'età adulta. Viceversa, RNFL e GCL più spessi nella mezza età si associano a migliori prestazioni cognitive.

«Questi risultati suggeriscono che RNFL potrebbe essere un indicatore della salute generale del cervello, evidenziando il potenziale delle scansioni ottiche nella diagnosi del declino cognitivo» conclude Barrett-Young.

Fonte: Doctor33

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