12 ottobre 2022
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Covid-19: ansia, burnout e disturbi del sonno, che fare?
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Lo stress da pandemia da Covid-19 ha colpito otto cittadini su dieci, che nell'ultimo anno hanno sofferto di almeno un disturbo riconducibile a stress. Il legame tra pandemia e aumento di stress e disturbi correlati, come ansia, tensioni muscolari e disturbi del sonno, è prevalentemente dovuto alle restrizioni imposte dal contenimento del contagio. Il consiglio del farmacista e il ricorso all'automedicazione restano strumenti molto diffusi per riconoscere e contenere il problema. Questo è quanto emerso da una ricerca condotta da Human Highway, per Assosalute.
«Lo stress è una reazione fisiologica di difesa - ha commentato Piero Barbanti, docente di Neurologia presso l'Università IRCCS San Raffaele di Roma, in occasione della presentazione della ricerca - nella vita quotidiana, il termine stress ha una connotazione diversa e si riferisce a una condizione psicofisica sgradevole e logorante per la quale l'organismo è sempre in condizioni di allerta e fatica "a staccare l'interruttore"». Tra i sintomi più comuni attribuiti allo stress mal di testa (48,0%), ansia, nervosismo, irritabilità (42,8%), tensioni muscolari (39,6%) e disturbi del sonno (32,2%), di cui sono soprattutto le donne a soffrire maggiormente.
Lo stress, secondo i dati ha colpito tanto gli adulti quanto i più giovani: secondo il 58,3% degli italiani i ragazzi sono la fascia di popolazione che ha risentito maggiormente delle conseguenze della pandemia. Se da una parte negli adulti la causa è «aumentato il burnout, ovvero l'esaurimento psicofisico del soggetto legato al lavoro, perché, alle normali situazioni che lo determinano, si sono aggiunte modalità lavorative stressanti come il lavoro agile, il telelavoro e la mancanza delle relazioni umane tangibili, compresi quei momenti di pausa che accompagnano la normalità di una giornata di lavoro, come il caffè al bar con i colleghi» ha spiegato Barbanti, dall'altra per i ragazzi «la mancanza di socialità durante la pandemia (DAD, abolizione delle pratiche sportive di gruppo per i non agonisti) ha influito profondamente sullo sviluppo della personalità dei più piccoli e di conseguenza sull'incidenza di disturbi legati allo stress».
Automedicazione e strategie di comportamento
Secondo i dati della ricerca il consiglio del medico (36,8%) e del farmacista (16,3%), e il ricorso ai farmaci di automedicazione (33,5%) sono gli strumenti più diffusi e utilizzati per affrontare lo stress. Tra i farmaci di automedicazione, possono essere utili contro i sintomi neuropsichici dello stress, la melatonina per ristabilire il ritmo del sonno e la valeriana, così come il ricorso agli analgesici di automedicazione può aiutare contro la cefalea di tipo tensivo. All'utilizzo di farmaci possono essere affiancate strategie e comportamenti che possono efficacemente curare lo stress, secondo Barbanti: prima di tutto saper riconoscere i sintomi e ammettere di essere stressati; fondamentale poi rispettare i bioritmi evitando il cosiddetto social jet-lag (fuso orario sociale) caratterizzato dallo sfalsamento del ritmo sonno-veglia e di quello alimentare rispetto alle esigenze fisiologiche. Il sonno ha poi un ruolo centrale nel controllo dello stress: dormire almeno 9 ore a notte per favorire i processi cerebrali. Dal punto di vista alimentare è da consigliare l'adozione di una dieta mediterranea a basso indice glicemico e regolamentare l'utilizzo di sostanze psico-attive socialmente accettabili, quali alcol e caffè. Infine, creare pause, rallentando il ritmo, per lasciare spazio a creatività e a immaginazione, spegnendo video e device elettronici.
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Ansia, mal di testa, tensioni muscolari e disturbi del sonno
«Lo stress è una reazione fisiologica di difesa - ha commentato Piero Barbanti, docente di Neurologia presso l'Università IRCCS San Raffaele di Roma, in occasione della presentazione della ricerca - nella vita quotidiana, il termine stress ha una connotazione diversa e si riferisce a una condizione psicofisica sgradevole e logorante per la quale l'organismo è sempre in condizioni di allerta e fatica "a staccare l'interruttore"». Tra i sintomi più comuni attribuiti allo stress mal di testa (48,0%), ansia, nervosismo, irritabilità (42,8%), tensioni muscolari (39,6%) e disturbi del sonno (32,2%), di cui sono soprattutto le donne a soffrire maggiormente.
Tra burnout da lavoro e stress dei giovani
Lo stress, secondo i dati ha colpito tanto gli adulti quanto i più giovani: secondo il 58,3% degli italiani i ragazzi sono la fascia di popolazione che ha risentito maggiormente delle conseguenze della pandemia. Se da una parte negli adulti la causa è «aumentato il burnout, ovvero l'esaurimento psicofisico del soggetto legato al lavoro, perché, alle normali situazioni che lo determinano, si sono aggiunte modalità lavorative stressanti come il lavoro agile, il telelavoro e la mancanza delle relazioni umane tangibili, compresi quei momenti di pausa che accompagnano la normalità di una giornata di lavoro, come il caffè al bar con i colleghi» ha spiegato Barbanti, dall'altra per i ragazzi «la mancanza di socialità durante la pandemia (DAD, abolizione delle pratiche sportive di gruppo per i non agonisti) ha influito profondamente sullo sviluppo della personalità dei più piccoli e di conseguenza sull'incidenza di disturbi legati allo stress».
Automedicazione e strategie di comportamento
Secondo i dati della ricerca il consiglio del medico (36,8%) e del farmacista (16,3%), e il ricorso ai farmaci di automedicazione (33,5%) sono gli strumenti più diffusi e utilizzati per affrontare lo stress. Tra i farmaci di automedicazione, possono essere utili contro i sintomi neuropsichici dello stress, la melatonina per ristabilire il ritmo del sonno e la valeriana, così come il ricorso agli analgesici di automedicazione può aiutare contro la cefalea di tipo tensivo. All'utilizzo di farmaci possono essere affiancate strategie e comportamenti che possono efficacemente curare lo stress, secondo Barbanti: prima di tutto saper riconoscere i sintomi e ammettere di essere stressati; fondamentale poi rispettare i bioritmi evitando il cosiddetto social jet-lag (fuso orario sociale) caratterizzato dallo sfalsamento del ritmo sonno-veglia e di quello alimentare rispetto alle esigenze fisiologiche. Il sonno ha poi un ruolo centrale nel controllo dello stress: dormire almeno 9 ore a notte per favorire i processi cerebrali. Dal punto di vista alimentare è da consigliare l'adozione di una dieta mediterranea a basso indice glicemico e regolamentare l'utilizzo di sostanze psico-attive socialmente accettabili, quali alcol e caffè. Infine, creare pause, rallentando il ritmo, per lasciare spazio a creatività e a immaginazione, spegnendo video e device elettronici.
Chiara Romeo
fonte: Farmacista33
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