23 giugno 2015
Aggiornamenti e focus
Come curare l’insonnia senza i farmaci
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Buone notizie per chi fatica a dormire. Oltre alle numerose pillole oggi disponibili sul mercato, in alcuni casi è anche possibile alleviare l'insonnia grazie a specifiche tecniche psicologiche. Lo hanno dimostrato sulle pagine della rivista Annals of internal medicine i ricercatori guidati da James Trauer del Melbourne sleep disorders center in Australia. «Il vantaggio dell'utilizzare tecniche non farmacologiche è legato all'assenza di effetti collaterali e di dipendenza che invece sono frequenti con i farmaci» esordisce l'autore che assieme ai colleghi ha valutato i risultati di 20 studi che analizzavano l'efficacia della terapia comportamentale.
Si tratta, come precisano gli autori, di una terapia basata sulla comunicazione e la parola e che ha l'obiettivo principale di aiutare le persone a modificare il loro modo di pensare e di affrontare meglio le situazioni stressanti (come per esempio andare a letto per una persona che soffre di insonnia). «La nostra analisi, che ha coinvolto in totale 1.162 pazienti con età media pari a 56 anni, ha dimostrato che dopo la terapia comportamentale si riduceva di ben 20 minuti il tempo impiegato per addormentarsi e di quasi 30 minuti il tempo trascorso a letto senza riuscire a dormire» dice il ricercatore, precisando che dallo studio erano stati esclusi pazienti depressi o che avevano patologie che causavano insonnia. E i benefici osservati grazie al trattamento continuano anche dopo la fine della terapia. «È uno dei vantaggi di questo approccio: si insegnano al paziente comportamenti e tecniche che possono essere imparati e messi in atto quando necessario» spiega Trauer.
«I risultati dello studio confermano l'efficacia della terapia comportamentale anche in persone che soffrono di insonnia grave e cronica» commenta Charles Morin, professore alla Laval university di Quebec City, in Canada, che però sottolinea che per raggiungere risultati con questo tipo di approccio servono tempi molto più lunghi di quelli necessari per arrivare allo stesso risultato con i farmaci. «Ma si tratta comunque di tempi accettabili da persone che soffrono di insonnia magari da una decina di anni e hanno provato, senza successo molti trattamenti» conclude.
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