07 marzo 2023
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Il passaporto per le allergie: un aiuto per il paziente
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Le allergie ai farmaci sono in molti casi auto-riportate, e questo succede in modo particolare per gli antibiotici. La sovradiagnosi di allergie non è rara e tale situazione ha conseguenze importanti, comportando spesso l'uso non necessario di antibiotici alternativi.
Segni e sintomi di allergia agli antibiotici possono variare in base alla gravità, e possono andare da reazioni lievi gestibili in modo sicuro in ambito ambulatoriale, con o senza necessità di trattamento sintomatico (es. antistaminici), a reazioni gravi che richiedono il ricovero in ospedale e anche il ricovero in terapia intensiva.
Per quanto riguarda i sintomi gastrointestinali e il mal di testa, non sono generalmente dovuti a una reazione allergica bensì a un'intolleranza all'antibiotico che può variare di intensità da persona a persona, oppure a un'infezione da Clostridioides difficile in caso di diarrea.
In generale, si devono sospettare reazioni gravi immediate se c'è coinvolgimento delle vie aeree, broncospasmo, respiro sibilante, angioedema (gonfiore del tessuto sottocutaneo con o senza orticaria) o anafilassi. Di solito, queste reazioni si sviluppano meno di 4 ore dopo l'assunzione dell'antibiotico.
Si devono invece sospettare reazioni gravi ritardate nei pazienti che hanno assunto un antibiotico e presentano sintomi cutanei gravi (es. un'eruzione cutanea dolorosa con vescicolazioni) e febbre, dolore articolare o segni di coinvolgimento d'organo (es. epatite). La trombocitopenia (bassa conta piastrinica), anemia emolitica (distruzione dei globuli rossi) e segni e sintomi di epatite o nefrite nei casi gravi sono indicativi di coinvolgimento d'organo. Di solito, queste reazioni si sviluppano più di 24 ore dopo l'assunzione dell'antibiotico.
I pazienti definiti allergici possono essere classificati in tre categorie di rischio per l'allergia agli antibiotici: rischio basso, moderato e alto. Il paziente deve essere istruito sugli eventuali antibiotici da evitare, e dovrebbe ricevere, se possibile, informazioni scritte, per esempio in un "passaporto per le allergie".
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Il passaporto per le allergie
Segni e sintomi di allergia agli antibiotici possono variare in base alla gravità, e possono andare da reazioni lievi gestibili in modo sicuro in ambito ambulatoriale, con o senza necessità di trattamento sintomatico (es. antistaminici), a reazioni gravi che richiedono il ricovero in ospedale e anche il ricovero in terapia intensiva.
Le reazioni immediate e ritardate possono essere gravi o non gravi.
Per quanto riguarda i sintomi gastrointestinali e il mal di testa, non sono generalmente dovuti a una reazione allergica bensì a un'intolleranza all'antibiotico che può variare di intensità da persona a persona, oppure a un'infezione da Clostridioides difficile in caso di diarrea.
La maggior parte delle reazioni allergiche agli antibiotici non sono gravi, e spesso si presentano come lievi reazioni cutanee (più comunemente lievi eruzioni cutanee, orticaria e prurito) senza sintomi sistemici.
Le reazioni gravi sono rare ma sono potenzialmente letali. Possono essere immediate o ritardate dopo la somministrazione dell'antibiotico.
In generale, si devono sospettare reazioni gravi immediate se c'è coinvolgimento delle vie aeree, broncospasmo, respiro sibilante, angioedema (gonfiore del tessuto sottocutaneo con o senza orticaria) o anafilassi. Di solito, queste reazioni si sviluppano meno di 4 ore dopo l'assunzione dell'antibiotico.
Si devono invece sospettare reazioni gravi ritardate nei pazienti che hanno assunto un antibiotico e presentano sintomi cutanei gravi (es. un'eruzione cutanea dolorosa con vescicolazioni) e febbre, dolore articolare o segni di coinvolgimento d'organo (es. epatite). La trombocitopenia (bassa conta piastrinica), anemia emolitica (distruzione dei globuli rossi) e segni e sintomi di epatite o nefrite nei casi gravi sono indicativi di coinvolgimento d'organo. Di solito, queste reazioni si sviluppano più di 24 ore dopo l'assunzione dell'antibiotico.
I pazienti definiti allergici possono essere classificati in tre categorie di rischio per l'allergia agli antibiotici: rischio basso, moderato e alto. Il paziente deve essere istruito sugli eventuali antibiotici da evitare, e dovrebbe ricevere, se possibile, informazioni scritte, per esempio in un "passaporto per le allergie".
Francesca Giani
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