Quando il dolore oncologico diventa cronico
A distanza di tre anni dal termine del trattamento di tumore al seno, circa la metà delle donne accusa dolore cronico. Il dato è stato confermato da uno studio danese che ha anche definito quali donne sono più a rischio valutando il tipo di trattamento eseguito dopo la diagnosi. Gli autori hanno esaminato i questionari compilati da circa tremila donne che, per curare il tumore al seno, si erano sottoposte a chirurgia conservativa, mastectomia, radioterapia, chemioterapia o asportazione del linfonodo. Nelle domande si chiedeva loro di esplicitare la propria esperienza del dolore, la frequenza e l'intensità delle sensazioni dolorose e di indicare quali erano le aree colpite. Il 47% ha riportato di avere dolore in una o più aree che nel 52% dei casi era grave o moderato. Il dolore era un'esperienza quotidiana nel 77% dei casi, quando era severo e nel 36% quando era leggero. La sofferenza interessava il lato del corpo corrispondente al seno colpito, in particolare l'area attorno al seno, il braccio e l'ascella. Le donne più predisposte (tre volte di più) erano quelle con meno di 40 anni, ma anche la radioterapia aumentava le probabilità, rispetto alla chemioterapia come pure l'asportazione del linfonodo ascellare rispetto all'asportazione del linfonodo sentinella, cioè il primo a essere raggiunto da eventuali metastasi. Gli autori spiegano il protrarsi del dolore con un danno al nervo durante la chirurgia sul linfonodo ascellare o una generale iper-sensibilità in alcune pazienti. (S.Z.)
JAMA. 2009 Nov 11;302(18):1985-92
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