La pressione è ancora troppo alta. Ecco la terapia giusta

23 novembre 2015
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La pressione è ancora troppo alta. Ecco la terapia giusta



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Solo la metà delle persone che soffrono di pressione troppo alta riesce a tenere i valori sotto controllo. Lo dicono gli esperti statunitensi dei Centers for disease control and prevention (Cdc) riferendosi alla situazione d'oltreoceano, che non differisce molto da quella descritta per l'Italia dagli esperti di Epicentro, il Centro nazionale di epidemiologia, sorveglianza e promozione della salute. «La situazione è sicuramente migliorata rispetto al passato, ma resta ancora molto lavoro da fare» spiega Patrick O'Gara del Brigham and women's Hospital di Boston, ricordando che la percentuale di ipertesi che non riesce a raggiungere e mantenere valori di pressione normali è scesa dal 68 per cento del 1999 al 47 per cento di oggi. Eppure i metodi per ridurre la pressione arteriosa ci sono.

Cosa si intende esattamente con il termine ipertensione? La pressione sanguigna è un parametro che può essere facilmente misurato e che indica la forza che il sangue esercita sulle pareti delle arterie al suo passaggio. Per essere considerata nella norma, la pressione arteriosa deve rimanere al di sotto dei 120 mmHg (millimetri di mercurio) per la "massima" - quella che i medici chiamano sistolica - e di 80 mmHg per la "minima" - indicata come diastolica. Fino a 140/90 mmHg si resta nella fascia della pre-ipertensione, ma quando si superano questi valori si entra nella ipertensione conclamata, che secondo l'Organizzazione mondiale della sanità è all'origine di circa 9 milioni di decessi ogni anno. Sicuramente la pressione sanguigna elevata è uno dei principali fattori di rischio per le malattie cardiovascolari: ictus, infarto del miocardio, problemi circolatori, sono solo alcune delle patologie che dipendono strettamente dai livelli di pressione sanguigna tanto che diminuire di 10 mmHg nella pressione massima e di 5 mmHg nella minima diminuiscono il rischio di ictus del 40 per cento e quello di infarto o altre malattie coronariche anche del 25 per cento.

In Italia il 56 per cento degli uomini e il 43 per cento delle donne con un'età compresa tra 35 e 79 anni soffre di ipertensione, un dato che preoccupa soprattutto se si pensa che la pressione troppo elevata, pur non essendo una malattia vera e propria, è alla base di molte patologie anche letali. La buona notizia è che abitudini corrette e salutari nella vita di tutti i giorni possono fare la differenza, anche perché più del 90 per cento dei casi di ipertensione è legato a cattiva alimentazione, scarsa attività fisica e sovrappeso, oltre che all'abitudine al fumo che può peggiorare la situazione. Ecco allora qualche consiglio per poter migliorare il proprio stile di vita e, di conseguenza, la propria pressione sanguigna:

Seguire un'alimentazione varia ed equilibrata, simile a quella mediterranea, puntando soprattutto a ridurre il consumo di sale;
  • Ridurre il consumo di alcol;
  • Eliminare il fumo di sigaretta;
  • Mantenere sempre il peso forma;
  • Imparare a gestire lo stress quotidiano.
Quando i livelli di pressione sono troppo alti, un'alimentazione corretta e l'esercizio fisico potrebbero non essere sufficienti a riportarli nella norma e diventa quindi necessario far ricorso ai farmaci. Purtroppo però non sempre le persone accettano di sottoporsi a un trattamento contro l'ipertensione o rispettano alla lettera le indicazioni del medico. «La maggior parte dei pazienti che non assume le terapie prescritte per contrastare l'ipertensione dice di comportarsi così perché in un certo senso non gli sembra di averne bisogno» spiega Patrick O'Gara, che poi precisa che l'ipertensione non dà sintomi particolari fino a quando non arriva a causare un infarto, un ictus o un'altra patologia. «E non è semplice convincere una persona che crede di stare bene a prendere uno o due farmaci al giorno» aggiunge. Ecco perché gli autori del report statunitense suggeriscono di coinvolgere anche i familiari del paziente nella descrizione del trattamento e della sua importanza. «Per invogliare le persone a misurare la pressione con una frequenza maggiore è inoltre fondamentale che i medici si facciano aiutare anche da altro personale sanitario, per esempio gli infermieri, per aumentare i luoghi e le occasioni per sottoporsi alla misurazione» conclude l'esperto.



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