30 maggio 2016
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Mal di testa: cause, sintomi, diagnosi e cura. Ecco i consigli dell’esperto
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Il sintomo mal di testa può avere forme e cause molto diverse e richiedere differenti terapie. Gennaro Bussone, fondatore del Centro cefalee e Primario emerito - Istituto Neurologico "C. Besta" Milano, ha risposto in diretta web lo scorso 24 maggio alle domande dei lettori, fornendo indicazioni e consigli concreti per affrontare questo fastidioso disturbo. Ecco i punti principali del suo intervento.
Il termine cefalea indica semplicemente un dolore alla testa, che non sempre necessita di trattamento. Esistono due forme fondamentali di cefalea: quelle primarie e quelle secondarie, cioè associate ad altra patologia. Le forme primarie comprendono tre grosse famiglie: emicrania, cefalea di tipo tensivo, cefalea a grappolo. Ognuna di queste forme può essere episodica, cioè presentarsi sporadicamente, o cronica, ossia essere presente in misura quasi costante.
Soffre di emicrania il 12 per cento della popolazione, tre quarti sono donne. Questa maggiore frequenza è legata al ciclo mestruale e al calo di estrogeni che esso comporta. La cefalea a grappolo, invece, colpisce di più gli uomini, ma è, in generale, molto meno diffusa: ne soffrono solo tre persone su mille. La cefalea tensiva, infine, è la forma di mal di testa che più di frequente porta a consultare il medico.
L'80 per cento delle donne soffre di emicrania senza aura, il 20 per cento ha una forma con aura. L'aura è un fenomeno visivo che si verifica di solito improvvisamente: mentre la paziente è in una situazione di pieno benessere inizia a vedere mosche volanti, lampi luminosi, o il suo campo visivo si riduce. Questi sintomi possono durare da pochi minuti a un'ora, raramente di più, e precedono l'attacco doloroso: un mal di testa pulsante o continuo, in genere lateralizzato ma che può anche essere diffuso. Il dolore può partire da un lato e diffondersi alla fronte o alla nuca, e può accompagnarsi a fenomeni vegetativi, quali nausea, vomito, foto o fonobia (fastidio alla luce o a suoni forti). Un singolo attacco può durare da quattro ore fino ad anche tre giorni e le crisi si presentano da 1 a tre volte l'anno. Si tratta quindi di una patologia molto invalidante. La forma senza aura è caratterizzata da una simile sintomatologia dolorosa che è in genere, però, più frequente: gli attacchi si manifestano da una volta a settimana a una volta al giorno, alterando profondamente la vita di una persona.
La cefalea tensiva viene descritta dai pazienti come una cappa sulla testa o come qualcosa che schiaccia e preme sul cranio. Rispetto al dolore emicranico è un dolore più sopportabile, subcontinuo, che consente al paziente di continuare a svolgere le sue attività, anche se con difficoltà. Può essere episodica, legata a shock, stress emotivi, arrabbiature, situazioni di tensione, o cronica, cioè pressoché quotidiana.
La cefalea a grappolo colpisce tipicamente l'uomo impegnato, con grosse responsabilità, spesso fumatore e bevitore di superalcolici. L'attacco determina agitazione e necessità di muoversi. Il dolore è descritto come uno dei peggiori che possa colpire l'uomo, tanto da essere anche chiamata "cefalea del suicidio" per i casi di alcuni pazienti suicidatisi durante un attacco. Il dolore è ben localizzato nella zona fronto-orbitaria, può durare da 15 a 180 minuti e può associarsi a sintomi neurovegetativi, come lacrimazione e rossore al volto. Le crisi possono avere un orario fisso, svegliare il paziente anche di notte e ripetersi tre/quattro volte in una giornata.
Lo specialista a cui rivolgersi è il neurologo, da cui è bene presentarsi con dati obiettivi come un diario del mal di testa, utilissimo nell'orientare lo specialista tra forme episodiche e croniche, ad esempio. L'anamnesi è fondamentale ed è già in grado di orientare il medico alla diagnosi sulla base della sintomatologia.
Esami vanno fatti quando c'è qualcosa di strano: un mal di testa molto diverso dal solito o molto più intenso. In questi casi vanno escluse forme secondarie ad altre patologie e esami come Tc e risonanza magnetica possono essere necessari.
Dal mal di testa non si può ancora forse guarire ma certamente il mal di testa si può curare, riducendo l'impatto negativo che ha sulla qualità della vita. La cura della cefalea è diversa a seconda della tipologia e della frequenza, se infatti una cefalea episodica può essere trattata con farmaci da assumere in occasione del singolo attacco, una cefalea cronica può richiedere un trattamento di profilassi, che prevenga l'insorgere delle crisi dolorose.
Ad esempio, per gli attacchi di emicrania si utilizzano due classi di farmaci: i Fans e i triptani. I Fans, antinfiammatori non steroidei come l'ibuprofene, sono alla base dei più comuni antidolorifici da banco e agiscono sulla componente infiammatoria dell'attacco emicranico. I triptani intervengono invece sulla biochimica dell'attacco emicranico, con un meccanismo d'azione più specifico.
La terapia di prevenzione degli attacchi emicranici va assunta in maniera continuativa per 4-6 mesi d è indicata per chi ha cefalee per più di quattro giorni al mese. Farmaci come beta-bloccanti, calcio-antagonisti, neuromodulatori e altri vanno usati ma devono essere prescritti da uno specialista del campo, che valuta gli effetti collaterali e li comunica al paziente.
Esiste anche la possibilità di un trattamento non farmacologico che si basa sull'utilizzo di nutraceutici, che sono efficaci e hanno meno effetti collaterali rispetto ai farmaci, e, anzi, dovrebbero essere utilizzati come primo step nel trattamento dell'emicrania.
Un'opzione relativamente recente è quella della terapia con tossina botulinica per l'emicrania cronica, che dura cioè più di 15 giorni al mese. Anche la nuerostimolazione cutanea, infine, può dare un contributo nella terapia.
Si sente spesso parlare di un vaccino contro l'emicrania. In realtà non si tratta di un vero vaccino ma di una nuova terapia basata sull'utilizzo di anticorpi monoclonali contro una proteina che ha un ruolo importante nella genesi dell'attacco emicranico. Negli Usa sono in corso studi clinici che stanno dando risultati interessanti. Si tratterebbe di una terapia profilattica da fare con una iniezione sottocutanea due volte al mese. Questi anticorpi si potrebbero anche usare nelle fasi di crisi dell'emicrania o della cefalea a grappolo. Ci sono studi in partenza anche in Italia, ma ci vorranno almeno un paio d'anni per capire il ruolo che questo trattamento può avere.
Molti pazienti si auto-medicano con farmaci da banco senza rivolgersi a uno specialista. Il problema è che i farmaci da banco possono cronicizzare un'emicrania, il paziente in questi casi va ricoverato per essere disintossicato, così da poter evidenziare la forma di cefalea latente e impostare la terapia. Si parla di cefalea da abuso e insorge in pazienti che assumono 10/15 pasticche al dì.
Importante è l'alimentazione: una colazione con zuccheri prontamente disponibili (miele, marmellata, frutta) è anche una terapia. Si consiglia anche a metà mattina e nella merenda del pomeriggio di proporre ai bambini frutta o comunque non merendine, che non danno il giusto apporto di zuccheri al cervello.
Fondamentale è uno stile di vita sano: seguire un'alimentazione corretta, evitare l'abuso di alcool, fare un sonno regolare, fare esercizio fisico che contribuisce anche a rilassarsi, non fumare e non esagerare con il caffè.
Irene Campagna
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