Il lavoro influenza anche il benessere psicologico
L'ambiente di lavoro è una componente fondamentale del benessere e della salute di ciascun lavoratore. E se la sicurezza sul lavoro viene intesa in senso classico come strumento per garantire la salute fisica (nessuna sostanza pericolosa, postazioni di lavoro ergonomiche, eccetera), ci sono anche altri aspetti della professione che possono influenzare la salute. Si tratta in particolare dell'atteggiamento personale e dei rapporti con i colleghi e con la struttura nella quale si lavora, come dimostrano due studi di recente pubblicazione: uno specificamente dedicato all'ambiente lavorativo, l'altro più generale, ma perfettamente adattabile anche all'ambito professionale.
Quando al lavoro si crea un senso di appartenenza a un gruppo e di sostegno reciproco ne traggono vantaggio anche la salute e il benessere sia fisico che psicologico. Lo sostengono dalle pagine della rivista Personality and social psychology review i ricercatori guidati da Niklas Steffens, dell'Università del Queensland, in Australia, dopo aver analizzato 58 studi sull'argomento per un totale di oltre 19mila persone coinvolte.
«In questo lavoro presentiamo i risultati dell'analisi di oltre 20 anni di studi sul rapporto tra salute e relazioni sociali che si creano tra gli individui impiegati in diversi contesti lavorativi» spiegano i ricercatori che nel loro lavoro hanno coinvolto persone impiegate in 15 diversi paesi. E a conti fatti, un contesto sociale positivo, fatto di buone relazioni con i colleghi e dell'identificarsi in un gruppo e in un'organizzazione ha portato benefici sia in termini di performance sia in termini di salute.
«Migliorano soprattutto il benessere e la salute psicologica, probabilmente per il supporto fornito dal gruppo e per il significato che il lavoro assume in un contesto sociale positivo» afferma Steffens, sottolineando che lo studio dimostra solo la presenza di un'associazione e non l'esistenza di un rapporto causa-effetto.
C'è un tratto della personalità che potrebbe creare problemi nella vita professionale: si tratta di quello che gli inglesi chiamano "entitlement" ovvero la tendenza a pensare di meritarsi tutto, di essere speciali e ad avere aspettative esagerate. «Chi ha questo tipo di atteggiamento corre maggiori rischi di rimanere deluso e di sentirsi infelice se per qualche ragione le cose non dovessero andare secondo le aspettative» spiega Joshua Grubbs, della Bowling green state University, in Ohio (Usa) e autore di un articolo sull'argomento da poco pubblicato sulla rivista Psychological bulletin.
Sulla base dei dati raccolti da oltre 170 studi sull'argomento, gli autori sono giunti alla conclusione che le persone con questa particolare caratteristica della personalità sono più vulnerabili di fronte a delusioni e più inclini allo sconforto.
Il lavoro dei ricercatori statunitensi non è stato condotto specificatamente per valutare l'ambito professionale, ma vi si potrebbe adattare molto bene. «Bisogna però stare attenti a non fare confusione con i termini: questo senso di superiorità non è ambizione» spiega l'autore che poi precisa come molti grandi leader mondiali siano stati in realtà persone molto umili e semplici. «Si tratta di educare fin da piccoli i bambini all'importanza del lavorare sodo per ottenere i risultati» concludono gli autori.
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