Stress poco digeribile

05 febbraio 2010
Interviste

Stress poco digeribile



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di Simona Zazzetta

Una ricerca condotta in Italia ha evidenziato che nella popolazione generale l'11% soffre di dispepsia funzionale, vale a dire disturbi gastrici che non sono causati da patologie organiche. Dica33 ha approfondito il tema con Franco Bazzoli, responsabile di Gastroenterologia endoscopia digestiva e prevenzione tumori digestivi del Policlinico S.Orsola Malpigli di Bologna e autore della ricerca.

Professor Bazzoli, che cos'è la dispepsia funzionale e come si manifesta?
La dispepsia funzionale comprende quei disturbi riferiti al tratto digestivo superiore che non sono riconducibili a cause organiche come ulcere, tumori o a malattia da reflusso gastroesofageo. E' una condizione complessa per cause e sintomi i quali possono essere essenzialmente individuati in due grandi gruppi: la pesantezza e disagio postprandiale e il dolore epigastrico, cioè dolore avvertito nella metà superiore dell'addome.

Quali sono le cause che scatenano il disturbo?
Non sono completamente note le cause, ma è verosimile che le alterazioni della motilità gastrointestinale, le difficoltà di svuotamento dello stomaco e l'ipersensibilità viscerale siano, insieme ad altri fattori, alla base della dispepsia funzionale. Inoltre, anche se si è sempre ritenuto lo stress come causa di questo disturbo, esistono ora prove, emerse da uno studio epidemiologico da noi condotto, di un'associazione significativa tra stress emotivo e dispepsia funzionale, nella popolazione generale.

Lo stress, quindi, è un fattore di rischio di sviluppare la dispepsia funzionale?
Abbiamo osservato che nella popolazione generale, escludendo cause organiche su base endoscopica, esiste un'associazione importante tra la sfera emotiva e questo disturbo. In particolare abbiamo individuato, e per la prima volta documentato in uno studio epidemiologico, specifici fattori di rischio: il divorzio e le difficoltà di relazione con il partner, la disoccupazione e la perdita del lavoro. Inoltre il fumo che da tempo è noto essere associato a malattie organiche quali l'ulcera o il tumore, viene ora dimostrato essere fattore di rischio anche per un disturbo funzionale, probabilmente perché ritarda lo svuotamento gastrico.

Che cosa consiglia di fare a chi soffre del disturbo?
Il primo consiglio lo darei ai medici, che devono ascoltare con pazienza e attenzione il paziente e non sottovalutarne i sintomi. Poi le malattie organiche devono essere escluse prevalentemente su base clinica nei giovani, ma anche sulla base di esami strumentali quali l'endoscopia nei soggetti oltre i 50 anni o con altri fattori di rischio. In caso di una diagnosi di dispepsia funzionale, il paziente va rassicurato sulla non gravità del disturbo, ma è importante che ne comprenda la complessità e la difficoltà per curarla. Non ci sono bacchette magiche per risolverla, ma è importante intervenire sullo stile di vita con un'alimentazione sana, abolire il fumo e gli eccessi di alcol. Se questo approccio non funziona si può ricorrere ai farmaci antisecretori e procinetici e al trattamento dell'Helicobacter pilori, se presente. Nei casi più complessi e che non rispondono a quanto detto sopra si possono prendere in considerazioni farmaci quali ansiolitici e antidepressivi che possono essere di aiuto anche nella dispepsia funzionale.

In che modo va modificata la dieta?
L'alimentazione deve essere sana ed equilibrata ma è anche importante mangiare poco! E' consigliabile intervenire anche sulla qualità del cibo, eliminando quegli alimenti che per esperienza personale riconosciamo essere la causa dei nostri disturbi digestivi e preferendo i cibi con preparazioni semplici rispetto a cibi con preparazioni complesse ed elaborate.



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