Tanta pressione? Il moto non basta

13 luglio 2005
Aggiornamenti e focus

Tanta pressione? Il moto non basta



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Una delle poche misure non farmacologiche utili a prevenire e controllare l'ipertensione è l'attività fisica, purché condotta con una certa assiduità. Tutto questo resta vero, ma va ridimensionato il campo a cui si applica. Infatti, uno studio italiano presentato al XX congresso scientifico dell'American Society of Hypertension ha un po' limitato la portata dell'attività fisica: è molto utile, ma non quando l'ipertensione è grave e quando è stata a lungo non trattata. Lo studio parte proprio dal principale meccanismo con cui il moto aiuta l'apparato cardiovascolare, cioè il mantenimento della funzione endoteliale delle arterie. In pratica, per favorire il lavoro di pompa del cuore, le arterie tendono a dilatarsi nella fase di spinta (sistole) e a contrarsi nella fase successiva. In questo modo la resistenza incontrata dal cuore si riduce e la pressione arteriosa si mantiene bassa. Con l'età, la dieta troppo ricca di grassi e sale, la funzione endoteliale tende a ridursi e si ha quindi un irrigidimento delle arterie. Di qui la maggiore resistenza che il cuore deve vincere, l'aumento della pressione e anche la minore perfusione delle coronarie, ragion per cui il cuore fa più fatica e viene anche meno alimentato dal sangue.

Quando è troppo...


Teoricamente, quindi, fare esercizio fisico serve a mantenere elastiche le arterie. Ma non sempre. I ricercatori del Dipartimento di Medicina Interna dell'Università di Pisa hanno infatti valutato la funzionalità endoteliale con una metodica a ultrasuoni ad alta definizione in 200 soggetti di età compresa tra 21 e 73 anni, 112 ipertesi e 78 con una pressione arteriosa nella norma. Dopodiché, oltre ai consueti parametri clinici, è stata valutata anche l'attività fisica svolta da costoro, mettendo nel computo sia lo sport vero e proprio, sia le attività ricerative in genere sia il grado di impegno fisico richiesto dal lavoro che svolgevano. Il risultato è che nei soggetti che hanno una pressione normale o solo moderatamente elevata, in effetti far lavorare il corpo preserva la funzione endoteliale, il che significa ridurre le possibilità di malattia cardiovascolare. Diversamente accade in coloro che hanno invece valori di pressione arteriosa molto superiori alla norma, soprattutto se per lungo tempo non trattati con i farmaci. La spiegazione che si sono dati i ricercatori è che probabilmente l'effetto della pressione costantemente elevata per lunghi periodi sull'arteria rende impossibile il recupero dell'estaicità fisiologica. Insomma una conferma che quando i valori in gioco sono elevati, l'ipertensione va trattata farmacologicamente. Questo non toglie, ha dichiarato Yvonne Plantinga, uno degli autori della ricerca, che l'attività fisica debba necessariamente fare parte dello stile di vita dell'imperteso, comnme del resto anche di chi non ha questo fattore di rischio.

Maurizio Imperiali



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