09 marzo 2005
Aggiornamenti e focus
Il fumo rovina il lavoro del chirurgo
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Negli interventi chirurgici dell'addome continuano a presentarsi complicanze più o meno frequenti, soprattutto quando si procede con la tecnica tradizionale, cioè aprendo la cavità addominale col bisturi (laparatomia). Una delle complicanze più frequenti è l'ernia incisionale, cioè l'ernia che si presenta nel punto in cui è stata effettuata l'incisione ed è dovuta a una diminuzione della tenuta o all'apertura della fascia addominale, la lamina di tessuto fibroso che riveste i muscoli addominali. A seconda delle casistiche, la frequenza di questa complicanza varia dal 4 al 12%, ma secondo molti autori è un dato approssimato per difetto, anche perché abbastanza spesso l'ernia incisionale non dà sintomi. L'ernia incisionale può essere dovuta a un incidente specifico, magari un errore del chirurgo, o l'infezione della ferita, ma vi sono anche alcuni fattori di rischio riconosciuti. Per esempio l'obesità e l'età avanzata, o le alterazioni del metabolismo del collagene. Inoltre, colpisce prevalentemente gli uomini.
Recentemente, però, è stato identificato come fattore di rischio indipendente per questa complicanza anche il fumo. I ricercatori danesi che tra i primi hanno rilevato la circostanza hanno tenuto sotto osservazione tutti i 916 pazienti che presso il loro ospedale hanno subito una laparatomia dal 1997 al 1998. Gli interventi in questione erano di tipo differente: chirurgia gastroduodenale, delle vie biliari o del fegato e altro ancora. Per tutti i pazienti è stata condotta una valutazione completa, compresi precedenti eventuali interventi, malattie compresenti e abitudini in fatto di alcol e tabacco. Al termine dello studio, ottobre 2001, i pazienti sono stati ricontrollati. Si è determinato così che nel gruppo, nel frattempo ridottosi per la morte dei pazienti, spesso operati per tumori, l'ernia incisionale si è presentata nel 26% dei casi. Nella larga maggioranza dei pazienti colpirti, l'ernia si è prodotta entro un anno dall'intervento e nella metà dei casi entro i tre mesi. Anche depurando i dati dagli altri fattori di rischio e dai possibili effetti confondenti, si è visto che nei fumatori il rischio dell'ernia incisionale era 4 volte superiore a quello dei non fumatori.
In questa ennesima nefandezza del fumo sono coinvolti differenti meccanismi. Per cominciare, il fumo genera ipossia anche nei tessuti periferici e questo diminuisce le capacità aggressive del sistema immunitario, facilitando le infezioni. Inoltre, nei fumatori si ha un rallentamento della deposizione di collagene nell'area dove si è prodotta la ferita chirurgica, rendendo così meno solida la riparazione del tessuto offeso, per così dire. Un terzo meccanismo possibile è che il fumo agisce sul metabolismo del tessuto connettivo, squilibrando il rapporto tra le proteasi (enzimi che degradano la proteine) e le sostanze che li inibiscono, determinando una degradazione del connettivo. Questo meccanismo contribuisce anche ad altre patologie più gravi, come l'aneurisma dell'aorta addominale. E difatti, l'ernia incisionale addominale è piuttosto frequente in coloro che vengono operati per aneurisma.
Maurizio Imperiali
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Il rischio aumenta di quattro volte
Recentemente, però, è stato identificato come fattore di rischio indipendente per questa complicanza anche il fumo. I ricercatori danesi che tra i primi hanno rilevato la circostanza hanno tenuto sotto osservazione tutti i 916 pazienti che presso il loro ospedale hanno subito una laparatomia dal 1997 al 1998. Gli interventi in questione erano di tipo differente: chirurgia gastroduodenale, delle vie biliari o del fegato e altro ancora. Per tutti i pazienti è stata condotta una valutazione completa, compresi precedenti eventuali interventi, malattie compresenti e abitudini in fatto di alcol e tabacco. Al termine dello studio, ottobre 2001, i pazienti sono stati ricontrollati. Si è determinato così che nel gruppo, nel frattempo ridottosi per la morte dei pazienti, spesso operati per tumori, l'ernia incisionale si è presentata nel 26% dei casi. Nella larga maggioranza dei pazienti colpirti, l'ernia si è prodotta entro un anno dall'intervento e nella metà dei casi entro i tre mesi. Anche depurando i dati dagli altri fattori di rischio e dai possibili effetti confondenti, si è visto che nei fumatori il rischio dell'ernia incisionale era 4 volte superiore a quello dei non fumatori.
Tessuti a corto d'ossigeno
In questa ennesima nefandezza del fumo sono coinvolti differenti meccanismi. Per cominciare, il fumo genera ipossia anche nei tessuti periferici e questo diminuisce le capacità aggressive del sistema immunitario, facilitando le infezioni. Inoltre, nei fumatori si ha un rallentamento della deposizione di collagene nell'area dove si è prodotta la ferita chirurgica, rendendo così meno solida la riparazione del tessuto offeso, per così dire. Un terzo meccanismo possibile è che il fumo agisce sul metabolismo del tessuto connettivo, squilibrando il rapporto tra le proteasi (enzimi che degradano la proteine) e le sostanze che li inibiscono, determinando una degradazione del connettivo. Questo meccanismo contribuisce anche ad altre patologie più gravi, come l'aneurisma dell'aorta addominale. E difatti, l'ernia incisionale addominale è piuttosto frequente in coloro che vengono operati per aneurisma.
Maurizio Imperiali
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