18 maggio 2005
Aggiornamenti e focus
Meglio bucarsi da piccoli
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I cheloidi sono uno dei molti misteri della fisiologia della cute. Si tratta di formazioni fibrose, ipertrofiche, che di solito la cute sviluppa a seguito di una lesione. Tuttavia quali siano i meccanismi che in base ai quali si formano, non è noto; inoltre, pur non dando fastidi, possono anche provocare dolore o forte prurito. Infine, pure essendo stati proposti diversi trattamenti, per esempio le infiltrazioni di cortisonici o l'asportazione chirurgica, nessuno garantisce risultati soddisfacenti.
Per esempio, nel caso dell'asportazione chirurgica è molto frequente che la lesione si riformi, molto spesso più grande della precedente. Una delle cose più o meno sicure è che esiste una famigliarità per i cheloidi: se si hanno consanguinei che li hanno sviluppati è molto più probabile soffrirne a propria volta. I cheloidi tornano d'attualità con il piercing, in quanto la trafittura è uno dei piccoli traumi capaci di scatenare la formazione del cheloide. Anche la tradizionale foratura del lobo dell'orecchio è tra gli accusati, e proprio a questo riguardo uno studio smentisce un luogo comune. La formazione del cheloide è più frequente se si pratica il foro del lobo dopo gli 11 anni di età. La constatazione viene dall'esame di 32 casi consecutivi, persone cioè che si sono presentate in un ambulatorio dermatologico con un cheloide dovuto all'applicazione dell'orecchino. Prima conferma dell'indagine: i cheloidi sono più frequenti nelle persone che hanno precedenti in famiglia: era il 56% dei pazienti esaminati. Inoltre , come anticipato, l'80% dei cheloidi si era formato quando il foro era stato praticato dopo gli 11 anni di età, mentre tra coloro che lo avevano subito prima la percentuale era assai più bassa: il 23,5%. Tuttavia l'associazione tra l'età e l'aumentata possibilità di lesioni vale solo per chi presenta la famigliarità, negli altri pazienti l'effetto non c'era.
I pazienti esaminati erano tutte donne, età media 24 anni, e in prevalenza di colore (per inciso un'altra conferma; i cheloidi sono meno frequenti nei bianchi). E questo pone un piccolo problema di genere. Infatti gli autori della ricerca consigliano a chi ha precedenti in famiglia di evitare qualsiasi forma di piercing o, se proprio si vuole, di praticare la foratura del lobo prima degli 11 anni, addirittura nell'infanzia. Questa in molto culture, anche europee, è pratica corrente per le bambine, ma meno per i bambini. E se da grandi volessero imitare Puff Daddy?
Maurizio Imperiali
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Il bisturi serve a poco
Per esempio, nel caso dell'asportazione chirurgica è molto frequente che la lesione si riformi, molto spesso più grande della precedente. Una delle cose più o meno sicure è che esiste una famigliarità per i cheloidi: se si hanno consanguinei che li hanno sviluppati è molto più probabile soffrirne a propria volta. I cheloidi tornano d'attualità con il piercing, in quanto la trafittura è uno dei piccoli traumi capaci di scatenare la formazione del cheloide. Anche la tradizionale foratura del lobo dell'orecchio è tra gli accusati, e proprio a questo riguardo uno studio smentisce un luogo comune. La formazione del cheloide è più frequente se si pratica il foro del lobo dopo gli 11 anni di età. La constatazione viene dall'esame di 32 casi consecutivi, persone cioè che si sono presentate in un ambulatorio dermatologico con un cheloide dovuto all'applicazione dell'orecchino. Prima conferma dell'indagine: i cheloidi sono più frequenti nelle persone che hanno precedenti in famiglia: era il 56% dei pazienti esaminati. Inoltre , come anticipato, l'80% dei cheloidi si era formato quando il foro era stato praticato dopo gli 11 anni di età, mentre tra coloro che lo avevano subito prima la percentuale era assai più bassa: il 23,5%. Tuttavia l'associazione tra l'età e l'aumentata possibilità di lesioni vale solo per chi presenta la famigliarità, negli altri pazienti l'effetto non c'era.
Solo donne, però
I pazienti esaminati erano tutte donne, età media 24 anni, e in prevalenza di colore (per inciso un'altra conferma; i cheloidi sono meno frequenti nei bianchi). E questo pone un piccolo problema di genere. Infatti gli autori della ricerca consigliano a chi ha precedenti in famiglia di evitare qualsiasi forma di piercing o, se proprio si vuole, di praticare la foratura del lobo prima degli 11 anni, addirittura nell'infanzia. Questa in molto culture, anche europee, è pratica corrente per le bambine, ma meno per i bambini. E se da grandi volessero imitare Puff Daddy?
Maurizio Imperiali
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