21 settembre 2005
Aggiornamenti e focus
Il farmaco nuoce sotto il sole
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L'azatioprina è un farmaco che modula l'attività del sistema immunitario. Come spesso accade a questo tipo di farmaci gli effetti collaterali sono abbastanza frequenti, ma d'altra parte vengono impiegati in situazioni che raramente lasciano alternative. Ora per l'azatioprina si prospetta la possibilità che possa favorire lo sviluppo di tumori della pelle. Non da sola però, ma nel caso che interagisca con gli UVA, gli ultravioletti "duri" presenti nella radiazione solare ed emessi dalle lampade abbronzanti. La segnalazione viene da uno studio britannico, che ha esaminato un campione di pazienti a suo tempo sottoposti a trapianto d'organo e successivamente trattati con il farmaco per contrastare il rigetto.
I ricercatori avevano osservato che in questo gruppo i tumori cutanei avevano un'incidenza da 50 a 250 volte superiore a quella della popolazione generale. Inoltre, sempre in questi pazienti, si è notata una superiore sensibilità alla radiazione solare: basta un'esposizione di un paio di minuti al sole di mezzogiorno per avere gli effetti classici dell'eritema(ma del mezzogiorno estivo britannico, quindi altra cosa rispetto al mediterraneo). Di qui lo spunto per esaminare il DNA delle cellule cutanee di pazienti trattati per lungo tempo con l'azatioprina. In vitro si è osservato che l'uso del farmaco determina un accumulo nel DNA delle cellule di una sostanza, la 6-tioguanina, molto reattiva se esposta agli ultravioletti A. In pratica, si ha una grande formazione di radicali liberi, o specie reattive dell'ossigeno che dir si voglia, con la conseguenza che il DNA viene alterato e si ha un gran numero di mutazioni cellulari, comprese quelle maligne. Prima di generalizzare, occorre tenere presente che il farmaco deve essere impiegato ad alti dosaggi e per periodi molto prolungati: nel caso delle persone sottoposte a trapianto si parla di venti anni di trattamento. Quindi chi assume l'azatioprina per il trattamento dell'artrite reumatoide non dovrebbe risentire di questo effetto, quantomeno in linea teorica. Diverso il caso del lupus eritematoso sistemico (LES), nel quale l'azatioprina si impiega a dosaggi analoghi a quelli del trattamento antirigetto. D'altra parte, i pazienti affetti da LES devono evitare l'esposizione solare, in quanto peggiora comunque le manifestazioni della malattia. In attesa che venga affrontato anche il destino delle cellule cutanee dei pazienti reumatici, e di altri che ricorrono al farmaco a dosaggi inferiori, per esempio chi presenta malattie infiammatorie croniche dell'intestino, vale il principio della prudenza con il sole (e soprattutto con le lampade).
Maurizio Imperiali
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Somministrazione a lungo termine
I ricercatori avevano osservato che in questo gruppo i tumori cutanei avevano un'incidenza da 50 a 250 volte superiore a quella della popolazione generale. Inoltre, sempre in questi pazienti, si è notata una superiore sensibilità alla radiazione solare: basta un'esposizione di un paio di minuti al sole di mezzogiorno per avere gli effetti classici dell'eritema(ma del mezzogiorno estivo britannico, quindi altra cosa rispetto al mediterraneo). Di qui lo spunto per esaminare il DNA delle cellule cutanee di pazienti trattati per lungo tempo con l'azatioprina. In vitro si è osservato che l'uso del farmaco determina un accumulo nel DNA delle cellule di una sostanza, la 6-tioguanina, molto reattiva se esposta agli ultravioletti A. In pratica, si ha una grande formazione di radicali liberi, o specie reattive dell'ossigeno che dir si voglia, con la conseguenza che il DNA viene alterato e si ha un gran numero di mutazioni cellulari, comprese quelle maligne. Prima di generalizzare, occorre tenere presente che il farmaco deve essere impiegato ad alti dosaggi e per periodi molto prolungati: nel caso delle persone sottoposte a trapianto si parla di venti anni di trattamento. Quindi chi assume l'azatioprina per il trattamento dell'artrite reumatoide non dovrebbe risentire di questo effetto, quantomeno in linea teorica. Diverso il caso del lupus eritematoso sistemico (LES), nel quale l'azatioprina si impiega a dosaggi analoghi a quelli del trattamento antirigetto. D'altra parte, i pazienti affetti da LES devono evitare l'esposizione solare, in quanto peggiora comunque le manifestazioni della malattia. In attesa che venga affrontato anche il destino delle cellule cutanee dei pazienti reumatici, e di altri che ricorrono al farmaco a dosaggi inferiori, per esempio chi presenta malattie infiammatorie croniche dell'intestino, vale il principio della prudenza con il sole (e soprattutto con le lampade).
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