Diabete poco compensato

27 febbraio 2008
Aggiornamenti e focus

Diabete poco compensato



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Nei prossimi 25 anni, 380 milioni di persone nel mondo saranno esposte allo sviluppo del diabete. Una patologia in aumento che colpisce sempre più bambini e adolescenti e, del resto, il 22% dei ragazzi è in soprappeso e il 7% è obeso. Sono questi i dati comunicati dall'associazione Diabete Italia, in occasione della Giornata Mondiale del Diabete. E ribaditi dai promotori della Campagna BCD, per il Buon Compenso del Diabete, presentata a Milano nel corso di una conferenza stampa. Ma le cose non vanno molto meglio se si consultano i dati dell'Organizzazione Mondiale della Sanità.

Numeri in crescita


A dare retta a un'editoriale appena pubblicato da Lancet, si prevede un aumento del 39% della prevalenza del diabete nel mondo tra il 2000 e il 2030. Un dato che addirittura, sempre stando a Lancet e a uno studio pubblicato nell'ultimo numero, potrebbe essere sottostimato. Possibile? Dai dati della ricerca è stato osservato nella zona dell'Ontario, un aumento della prevalenza del diabete dal 1995 al 2005 del 69%. Un aumento che va oltre la stima dell'OMS. Ma perché i numeri sono ancora maggiori? L'ipotesi degli autori è che un ruolo importante venga giocato dall'immigrazione estensiva a partire da regioni con popolazioni suscettibili alla malattia, il Sudest Asiatico, per esempio. Il fattore etnico, infatti, è uno di quelli riconosciuti come fattori di rischio prevalenti per il diabete. Chi poi sviluppa la malattia è inevitabilmente più a rischio di una serie di complicazioni che vanno dal piede diabetico ai problemi renali. Per queste popolazioni, commenta l'editoriale, sarebbe necessario un approccio mirato sia alla prevenzione sia alla cura. E forse da questo punto di vista c'è ancora una certa latitanza. E anche in Italia le cose non sembrano andare molto meglio. Un'indagine appena condotta sul buon compenso del diabete rivela come non sia ancora ottimale nella pratica la misurazione, la registrazione e il raggiungimento dei principali target terapeutici, quali l'emoglobina glicata, il colesterolo LDL e la pressione arteriosa. E l'obiettivo della Campagna BCD - Informati, Alleati, Protetti, è proprio quello di sensibilizzare la popolazione italiana sull'importanza del Buon Compenso. Per questo nei prossimi sei mesi 20 tra le piazze più importanti d'Italia saranno visitate dall'"Unità Mobile del Buon Compenso del Diabete", allestita al suo interno come un vero e proprio ambulatorio. Sarà così possibile effettuare gratuitamente l'analisi della glicemia e persino il controllo dell'emoglobina glicata.

Il peso del problema


Entrando più nel dettaglio dell'indagine sul Buon Compenso, ogni medico di medicina generale assiste un numero considerevole di pazienti diabetici (80-100 in media) che mediamente si recano, ciascuno, circa diciotto volte l'anno dal proprio medico di famiglia. Numeri che confermano quale sia l'impatto del diabete sulla realtà sanitaria italiana. Quanto ai target terapeutici si può fare più e meglio. Dallo studio retrospettivo, condotto da SIMG (Società Italiana di Medicina Generale) e dall'Istituto di ricerca Health Search su una popolazione di 400 medici di famiglia sparsi su tutto il territorio italiano, il 44% dei pazienti ha un unico controllo annuale dell'emoglobina glicata e solo il 30% delle persone con diabete raggiunge lo standard minimo di due controlli l'anno. Un parametro fondamentale che dovrebbe essere controllato almeno ogni semestre e questo per la sopravvivenza media di 120 giorni, dei globuli rossi, entro cui l'emoglobina viaggia legata alle molecole di glucosio. Un legame proporzionale ai livelli di glicemia. Le cose non vanno meglio se si considera la pressione arteriosa, il 34% raggiunge l'obiettivo indicato (uguale o minore a 130/80 mmHg), mentre per il colesterolo LDL, solo il 26,7% delle persone che hanno effettuato una misurazione nell'anno 2005, ha valori uguali o inferiori a 100 milligrammi per decilitro. Dati che evidenziano come ci sia ancora molto da fare per migliorare il compenso della patologia diabetica, ossia il controllo della glicemia ma anche dei fattori di rischio associati, come l'ipertensione o l'iperlipidemia. Anche perché i pazienti si sentono esclusi e nel 66% dei casi vorrebbero un maggior dialogo con il medico curante a proposito delle diverse opzioni di trattamento. E l'educazione del paziente, lo sottolinea anche Lancet, è cruciale.

Marco Malagutti



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