Il lavoro flessibile fa bene alla salute
di Luigia Atorino
Poter organizzare autonomamente e con flessibilità il proprio lavoro sembrerebbe produrre non solo risultati positivi in ambito sociale, ma anche effetti benefici sulla salute. Queste le conclusioni derivanti da un'ampia raccolta di dati realizzata da alcuni ricercatori inglesi. Considerando dieci studi clinici, riguardanti oltre 16mila lavoratori, gli autori hanno analizzato diverse forme di lavoro flessibile. L'auto-programmazione degli orari lavorativi, così come il pensionamento graduale e parziale, hanno un impatto positivo su numerosi aspetti della salute, quali pressione sanguigna, durata e qualità del sonno, salute mentale e inoltre, si dimostrano in grado di sviluppare il senso di appartenenza al gruppo nei lavoratori. Contrariamente a quanto avviene se il datore di lavoro impone loro straordinari, part-time e contratti a tempo determinato. «Sarà importante chiarire come si modificano gli effetti del lavoro flessibile sulla salute nei diversi tipi di lavoratori: per esempio, se esistono differenze tra uomini e donne, giovani e meno giovani, lavoratori specializzati e non-specializzati. Alcune categorie di lavoratori, come dirigenti e persone con alto profilo occupazionale, usufruiscono più spesso di forme di flessibilità lavorativa, e ciò potrebbe determinare differenti condizioni di salute tra i diversi gruppi sociali» ha sottolineato Kerry Joyce, uno degli autori dell'indagine.
Cochrane Database of Systematic Reviews 2010
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