Il dolore è nella pancia

22 ottobre 2004
Aggiornamenti e focus

Il dolore è nella pancia



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Il dolore pelvico di cui possono soffrire le donne, viene identificato come un dolore acuto se ha una durata di due o tre mesi, oppure cronico se persiste per oltre sei mesi. Ne soffre il 20% delle donne in età fertile (ogni donna ha il 5% di possibilità di soffrirne nell'arco della sua vita), in misura maggiore donne che hanno avuto patologie infiammatorie pelviche.
Tuttavia la sua diagnosi può essere tutt'altro che facile in quanto attribuibile a un elevato numero di disturbi di origine diversa: ginecologici, riproduttivi, gastrointestinali, urinari, muscolo-scheletrici. Anche la sua localizzazione non è semplice, soprattutto quando il dolore deriva da organi interni come l'utero o l'intestino; se l'origine è ginecologica, poi, l'innervazione sensitiva degli organi riproduttivi lo trasmette alla vescica e all'uretra. Se infine sono le strutture cutanee o i muscoli a provocare il dolore questo raggiunge l'ano, l'uretra, i genitali esterni e il peritoneo parietale.

Giorni dolorosi


Una delle cause principali del dolore pelvico è la dismenorrea cioè un dolore ricorrente acuto del basso ventre che accompagna i primi tre giorni del ciclo mestruale, provocato dalle normali contrazioni uterine. Si tratta di ischemia uterina indotta dall'aumentata produzione di prostaglandine e viene trattata con inibitori delle prostaglandine-sintetasi o con contraccettivi orali. Ma esiste anche una forma di dismenorrea secondaria, in genere più grave, dovuta a cause intrauterine o a patologie extrauterine. L'endometriosi può essere una di queste, che oltre al dolore pelvico comporta rapporti sessuali dolorosi e dolore rettale.
I sintomi sono causati dalla presenza di focolai di endometriosi in prossimità delle terminazioni nervose del principale nervo della pelvi femminile, il nervo pudendo, che innerva la parete anteriore della vagina e il clitoride con un ramo che si distribuisce alla parete posteriore del retto. Per una diagnosi esatta si ricorre a un'ispezione laparoscopica.

Per molte ma non per tutte


Il trattamento del dolore pelvico varia dalla somministrazione di farmaci a interventi di tipo somatico, come manipolazioni ultrasuoni, agopuntura, anestetici locali. Ma non si esclude l'intervento chirurgico, una scelta che deve essere valutata anche in base alle cause del dolore. Esiste una procedura chiamata LUNA (Laparoscopic uterine nerve ablation) che consiste nel taglio di tali nervi e quindi l'interruzione del trasferimento degli impulsi dolorosi al cervello.
Ma si tratta di un opzione che non è detto che sia valida in ogni caso. E lo dimostra uno studio neozelandese in cui l'intervento chirurgico è stato eseguito su donne che soffrivano di dolore pelvico con o senza diagnosi laparoscopica di endometriosi. Erano 123 le donne incluse nel campione preso in considerazione: 56 non avevano evidenze laparoscopiche di endometriosi, 67 ne soffrivano. Di entrambe le popolazioni solo alcune sono state sottoposte alla chirurgia La verifica delle variazioni del dolore percepito è stata fatta subito, cioè dopo 24 ore dall'intervento e, successivamente, a tre mesi e a un anno. I risultati positivi interessavano solo le donne che avevano fatto l'intervento ma non soffrivano di endometriosi. Gli autori si dichiarano non sorpresi dei risultati, in quanto la procedura interrompe soltanto le fibre nervose afferenti dalla pelvi, quindi può essere meno efficace quando il dolore pelvico è associato a patologie che interessano aree più estese, come nel caso dell'endometriosi.

Simona Zazzetta



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