13 febbraio 2004
Aggiornamenti e focus
Giovani, carine e disinformate
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Non è per smorzare il romanticismo, ma nell'amore (e nel rapporto fisico) contano molto anche l'attenzione alla salute propria e del partner. Viene dunque a proposito un'indagine demoscopica sulle adolescenti italiane condotta dalla Società Italiana di Ginecologia (SIGO). Condotta su un campione di 1000 ragazze rappresentativo della popolazione italiana, l'indagine valuta sia le conoscenze in materia di malattie trasmesse attraverso i rapporti sessuali sia gli atti pratici che le giovanissime compiono per tutelarsi. I risultati non sono incoraggianti: "E' preoccupante" ha dichiarato Emilio Imparato, presidente della SIGO. "Specie se consideriamo che oggi, in Italia, la grande maggioranza di queste malattie interessa ragazze giovanissime, spesso minorenni. E le cause sono quasi sempre la mancanza di conoscenze adeguate o, peggio, informazioni errate''
L'informazione sulle malattie a trasmissione sessuale è abbastanza alterna. L'unica universalmente nota è l'AIDS, ma solo il 58% del campione sa che ne esistono altre. Se si citano le più diffuse e frequenti, infezioni da candida, vaginiti e condilomi, solo il 2% ha una cognizione esatta. Un fatto grave anche e soprattutto in prospettiva, visto che le infezioni da Papillomavirus, cioè i condilomi, sono ormai riconosciute come l'anticamera delle neoplasie del collo dell'utero. Quanto alla prevenzione c'è ancora una confusione pericolosa: infatti è diffusa la convinzione che qualsiasi mezzo contraccettivo, dalla pillola alla spirale, abbia anche un effetto barriera contro le infezioni, cosa invece vera soltanto per il profilattico, che pure conosce il 99% per cento del campione. Peraltro, seppure tutte sappiano che cosa siano il profilattico e la pillola contraccettiva, l'uso è davvero limitato: il 17,6% per il primo e il 4,2% per la seconda. C'è ancora un 3,4% che si affida al coito interrotto e un 12% che proprio di anticoncezionali (veri o presunti) ne fa a meno.
Un altro capitolo interessante sono le fonti cui si rivolgono le teen-ager. Intanto sono parecchie, come inevitabile: è vero che giornali e riviste sono indicate nel maggior numero di casi (poco meno del 69%), le amiche (66,9%), la scuola (65,9%), la mamma (61%) e la tv (60,5%) seguono da vicino. Segno dei tempi, però, il fatto che il ginecologo interpellato via Internet venga considerato la fonte più autorevole. Una situazione che può essere letta come l'effetto della scarsa educazione al rapporto personale con il medico che non a una ignoranza o sottovalutazione della sua competenza.
Fatto sta che soltanto il 17,6% del campione aveva già avuta la prima visita ginecologica, in maggioranza all'età di 14 e 15 anni (rispettivamente il 29,9% e il 25,7% delle ragazze visitate). A spingere per la prima visita è più spesso la mamma (29%), ma in molti casi la spinta viene da una necessità personale come la prima mestruazione (22%), il primo rapporto completo (16,8%) la necessità di informarsi sui contraccettivi (16,4%) e, inevitabilmente, il timore di essere incinta (13,6%). Per la prima visita viene privilegiato senz'altro il ginecologo privato (59% in generale, 70% nel Mezzogiorno) e seguono praticamente appaiati il consultorio e l'ospedale con il 13% circa a testa. Abbastanza scontato che le ragazze preferiscano un ginecologo del loro stesso sesso (83%), ma è significativo che poco meno del 13% dichiari di non avere preferenze. Basso il dato di chi invece preferisce un medico uomo: 2,8%. L'accompagnatore più frequente è la madre (73,8%), seguita dal fidanzato e dalle amiche (poca cosa: il 7%).
In conclusione, in Italia si sconta ancora un ritardo non indifferente e quello della salute nella sfera sessuale e riproduttiva sembra un campo penalizzato rispetto ad altri (l'alimentazione, per esempio, o la bellezza). Eppure è uno dei "fondamentali"...
Maurizio Lucchinelli
Salute oggi:
...e inoltre su Dica33:
Ancora troppi equivoci
L'informazione sulle malattie a trasmissione sessuale è abbastanza alterna. L'unica universalmente nota è l'AIDS, ma solo il 58% del campione sa che ne esistono altre. Se si citano le più diffuse e frequenti, infezioni da candida, vaginiti e condilomi, solo il 2% ha una cognizione esatta. Un fatto grave anche e soprattutto in prospettiva, visto che le infezioni da Papillomavirus, cioè i condilomi, sono ormai riconosciute come l'anticamera delle neoplasie del collo dell'utero. Quanto alla prevenzione c'è ancora una confusione pericolosa: infatti è diffusa la convinzione che qualsiasi mezzo contraccettivo, dalla pillola alla spirale, abbia anche un effetto barriera contro le infezioni, cosa invece vera soltanto per il profilattico, che pure conosce il 99% per cento del campione. Peraltro, seppure tutte sappiano che cosa siano il profilattico e la pillola contraccettiva, l'uso è davvero limitato: il 17,6% per il primo e il 4,2% per la seconda. C'è ancora un 3,4% che si affida al coito interrotto e un 12% che proprio di anticoncezionali (veri o presunti) ne fa a meno.
L'informazione? Meglio indiretta
Un altro capitolo interessante sono le fonti cui si rivolgono le teen-ager. Intanto sono parecchie, come inevitabile: è vero che giornali e riviste sono indicate nel maggior numero di casi (poco meno del 69%), le amiche (66,9%), la scuola (65,9%), la mamma (61%) e la tv (60,5%) seguono da vicino. Segno dei tempi, però, il fatto che il ginecologo interpellato via Internet venga considerato la fonte più autorevole. Una situazione che può essere letta come l'effetto della scarsa educazione al rapporto personale con il medico che non a una ignoranza o sottovalutazione della sua competenza.
Fatto sta che soltanto il 17,6% del campione aveva già avuta la prima visita ginecologica, in maggioranza all'età di 14 e 15 anni (rispettivamente il 29,9% e il 25,7% delle ragazze visitate). A spingere per la prima visita è più spesso la mamma (29%), ma in molti casi la spinta viene da una necessità personale come la prima mestruazione (22%), il primo rapporto completo (16,8%) la necessità di informarsi sui contraccettivi (16,4%) e, inevitabilmente, il timore di essere incinta (13,6%). Per la prima visita viene privilegiato senz'altro il ginecologo privato (59% in generale, 70% nel Mezzogiorno) e seguono praticamente appaiati il consultorio e l'ospedale con il 13% circa a testa. Abbastanza scontato che le ragazze preferiscano un ginecologo del loro stesso sesso (83%), ma è significativo che poco meno del 13% dichiari di non avere preferenze. Basso il dato di chi invece preferisce un medico uomo: 2,8%. L'accompagnatore più frequente è la madre (73,8%), seguita dal fidanzato e dalle amiche (poca cosa: il 7%).
In conclusione, in Italia si sconta ancora un ritardo non indifferente e quello della salute nella sfera sessuale e riproduttiva sembra un campo penalizzato rispetto ad altri (l'alimentazione, per esempio, o la bellezza). Eppure è uno dei "fondamentali"...
Maurizio Lucchinelli
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