Un pancione per due (o più)

29 novembre 2006
Aggiornamenti e focus

Un pancione per due (o più)



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L'intelligenza, aspetto intangibile dell'essere umano, è da sempre ampiamente studiata nel tentativo di carpirne l'origine e le possibili variabili che la determinano. Uno degli ambiti in cui vengono fatte queste valutazioni sono le coppie di gemelli, sia per un confronto tra soggetti con patrimonio genetico in comune sia per verificare se la condivisione di un utero e delle risorse della vita intrauterina può in qualche modo influenzare lo sviluppo di questa potenzialità.

Gemelli svantaggiati


Guardando al passato la domanda era lecita e non era del tutto sbagliato preoccuparsi che i gemelli potessero essere svantaggiati rispetto ai bambini nati da gravidanze singole. Tre ricerche, pubblicate lo scorso anno su British Medical Journal, su coorti di bambini nati tra gli anni '20 e gli anni '50 hanno effettivamente riscontrato un quoziente intellettivo più basso nei gemelli. I ricercatori avevano recuperato i dati raccolti in un'indagine di quell'epoca scoprendo che, all'età di 11 anni, il punteggio del test del quoziente intellettivo, metodo standard di misurazione dell'intelligenza, era di cinque punti più basso nei gemelli rispetto a bambini nati da gravidanza singola. Differenza che non trovava spiegazione né nella classe sociale del padre, né nel numero di membri della famiglia, né nella frequentazione della scuola. Successivamente questa differenza è andata attenuandosi. Infatti, per quanto rimanesse la differenza nei risultati del test in coorti nate negli anni '50, se si consideravano i diversi gruppi rispetto al peso alla nascita e alla durata della gestazione il divario si ridimensionava parzialmente.

E' il peso che conta


Se ciò fosse ancora vero, probabilmente si desterebbero le preoccupazioni di molti genitori, anche per il sempre maggior numero di gravidanze gemellari associate alle pratiche di trattamento dell'infertilità. Ma, per quanto resti vero che i gemelli richiedono maggiori attenzioni al momento del parto e nel primo anno vita, questa differenza viene poi annullata con la crescita. Sia in termini di salute sia in termini di intelligenza e capacità cognitive. Caso mai la differenza, anche se modesta, la fa il peso alla nascita. Questo, stando a quanto riportano i ricercatori danesi in un lavoro su una coorte di circa 3500 gemelli e oltre 7500 bambini nati da gravidanza singola, negli anni 1986-88. In questo caso sono stati valutati i rendimenti scolastici anziché il test del quoziente intellettivo, in quanto dimostrato che si equivalgono o comunque producono risultati simili, nonché per il fatto che i genitori sono maggiormente interessati all'iter scolastico piuttosto che a come i propri figli farebbero un test di intelligenza. In effetti non c'erano differenze significative tra i successi scolastici dei due gruppi, cosa che invece si poteva rilevare quando si isolavano i bambini, gemelli o meno, nati con un peso inferiore alla media. Quindi la generalizzazione fatta in passato e giustificata dalla durata inferiore della gestazione in una gravidanza gemellare, va ridimensionata e l'attenzione va spostata su altre variabili.In ogni caso, il cambiamento rispetto al passato è molto probabilmente attribuibile, secondo gli autori, ai progressi che sono stati fatti nella pratica dell'ostetricia e della pediatria. Il che oltre a invertire la tendenza sfavorevole ai gemelli, ha favorito e favorirà la sopravvivenza di bambini più a rischio, fatto con conseguenze ancora da decifrare sulle capacità mentali e cognitive dei bambini, gemelli o no.

Simona Zazzetta



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