Quando il malessere è quotidiano

18 gennaio 2006
Aggiornamenti e focus

Quando il malessere è quotidiano



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Circa il 3-5% della popolazione mondiale accusa mal di testa pressoché giornalieri a causa della cronicizzazione del disturbo; se gli episodi di cefalea si presentano per più di 15 giorni al mese, per più di 3 mesi, si può parlare di cefalea cronica quotidiana. Tale definizione non riguarda una patologia vera e propria, ma rappresenta una categoria nella quale possono essere incluse diverse forme di cefalea, in particolare l'emicrania trasformata e la cefalea da abuso di farmaci. Tali disturbi compromettono la qualità della vita, in quanto interferiscono e spesso pregiudicano le funzioni fisiche, sociali e occupazionali. I fattori di rischio legati alla cefalea giornaliera cronica includono l'obesità, la presenza di mal di testa frequenti (più di 1 alla settimana), il consumo di caffeina e l'abuso (per più di 10 giorni in un mese) di farmaci utilizzati per combattere il mal di testa, come gli analgesici (in modo particolare quelli che combinano aspirina, paracetamolo e caffeina e quelli che contengono butalbital), gli alcaloidi dell'ergot (ergotamina e diidroergotamina) e i triptani. Inoltre, la cefalea cronica è spesso associata a disturbi come l'ansia e l'insonnia che contribuiscono ad aggravare il disturbo.

Emicrania trasformata e abuso di farmaci


Una delle forme più comuni di cefalea cronica è l'emicrania trasformata, che viene diagnosticata in caso di emicrania, con o senza aura, della durata di circa 4 ore per più di 15 giorni al mese, per più di tre mesi. La cefalea da abuso di farmaci (uso di farmaci per più di 15 giorni al mese), che rappresenta un'altra forma molto comune di cronicizzazione è, invece, caratterizzata da mal di testa che diventano più intensi in seguito ad assunzione eccessiva di farmaci, e che regrediscono fino a episodi che interessano meno di 15 giorni al mese, nel giro di 2 mesi dopo la cessata somministrazione. Questo tipo di disturbo è, infatti, indotto e alimentato dagli stessi farmaci che vengono assunti per placare il dolore. L'intervallo che intercorre tra l'assunzione di farmaci e l'insorgenza della cefalea da essi indotta va da circa 1 anno e mezzo per i triptani, ai circa 2 anni e mezzo per gli alcaloidi dell'ergot, fino ai 4,8 anni per gli analgesici.Non sempre è facile accertare se l'abuso di farmaci rappresenta la causa o la conseguenza di una cefalea quotidiana: in generale, se nei 2 mesi successivi alla sospensione dei farmaci, gli episodi di mal di testa si riducono fino a meno di 15 al mese, si tratta di cefalea da abuso, mentre se non si verifica tale diminuzione, si tratta di emicrania trasformata.Molti dei pazienti che soffrono di uno dei due disturbi, sono donne, che hanno sofferto di emicrania episodica nell'adolescenza o nei primi stadi dell'età matura. Spesso tali soggetti riportano di aver vissuto un periodo di trasformazione di alcuni mesi o anni, durante il quale i mal di testa erano sempre più frequenti , fino a diventare quotidiani o quasi. La caratteristiche cliniche di tali attacchi erano intermedie tra quelle di un'emicrania e quelle di una cefalea tensiva.

I rimedi


Sebbene non vi sia un numero sufficiente di prove derivanti da trial, la pratica clinica suggerisce che la modificazione dello stile di vita, per esempio la diminuzione o l'eliminazione del consumo di caffeina, un regolare esercizio fisico abbinato a sonno e pasti regolari, può essere utile a molti pazienti che soffrono di cefalea. Inoltre, mediante tecniche di rilassamento o con il biofeedback (tecnica che traduce, in uno stimolo che si può cogliere facilmente coi sensi, un particolare stato che non si è in grado di percepire) è possibile ridurre gli stati di depressione, di ansia o di insonnia.I test clinici riguardanti la terapia farmacologica preventiva per la cefalea cronica quotidiana sono stati pochi, tuttavia hanno dimostrato una certa efficacia gli antidepressivi triciclici (amitriptilina), gli inibitori selettivi del reuptake della serotonina (fluoxetina), alcuni anticonvulsivanti (gabapentina e topiramato) e la tossina botulinica di tipo A. Anche se è possibile ipotizzare risultati simili, non è ancora stato condotto alcuno studio specifico su pazienti con emicrania trasformata o cefalea da abuso di farmaci.Le linee guida dell'American Accademy of Neurology per il trattamento dell'emicrania trasformata raccomandano di evitare una rapida escalation nella somministrazione di farmaci, per evitare cefalea da abuso, e di iniziare una terapia preventiva in pazienti che presentano frequenti episodi di mal di testa. L'autore di una review riguardante la cefalea cronica quotidiana e pubblicata sul New England Journal of Medicine, suggerisce, inoltre, un attento studio della storia clinica del paziente per individuare eventuali cause secondarie responsabili del disturbo.

Ombretta Bandi



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