20 giugno 2008
Aggiornamenti e focus
Convulsioni da manga
Tags:
Il rapporto tra videogiochi, televisione e convulsioni nei bambini piccoli è stato spesso al centro di clamori giornalistici, e a volte di vere e proprie leggende metropolitane, come quelle che volevano i videogiochi causa di epilessia. Una volta per tutte va ribadito che questo non è vero. E' vero, però, che esistono persone "fotosensibili", cioè individui nei quali particolari stimoli luminosi possono generare delle crisi convulsive. E non si tratta necessariamente di persone che soffrono di epilessia.
Questi fenomeni rientrano nel campo più vasto dell'epilessia riflessa, cioè di quella forma nella quale le crisi si scatenano in seguito a un particolare stimolo sensoriale: una luce pulsante, ma anche un particolare suono oppure l'essere toccati in un certo punto del corpo (stimolo somatosensorio). Si tratta di una definizione molto generica, complicata dal fatto che anche l'uso dei farmaci antiepilettici non sembra essere molto efficace a prevenire l'effetto dello stimolo e che, come già detto, queste crisi riflesse riguardano anche soggetti non epilettici. In effetti, per tornare agli stimoli da videogioco, questa superiore sensibilità agli stimoli luminosi dovrebbe riguardare dal 4 al 9% della popolazione, principalmente bambini perché con la crescita la fotosensibilità tende a diminuire. Nei pazienti affetti da epilessia, invece, la fotosensibilità riguarda il 5% dei casi. Si tratta, comunque, di un carattere ereditario ma ben raramente chi ne soffre sviluppa poi l'epilessia vera. Comunque la fotosensibilità è abbastanza diffusa e questo spiega fenomeni come quello dei Pocket Monsters, un cartone animato giapponese che ha provocato parecchi casi di convulsioni nei piccoli spettatori, 700 delle quali conclusisi al pronto soccorso. E' probabile che casi di questo genere si ripetano, perché mentre un tenpo gli stimoli luminosi pulsanti erano abbastanza rari (e i manuali citavano per esempio, il riflesso intermittente del sole quando si percorre a una certa velocità un viale alberato), oggi tra personal computer, consolle per videogiochi e display di ogni tipo (senza contare le molte ore che si dedicano alla televisione), le occasioni si sono moltiplicate.
In realtà non tutti gli stimoli luminosi provocano lo stesso effetto nelle persone fotosensibili e, inoltre, entrano in gioco almeno due variabili: la lunghezza d'onda della luce (in altre parole il suo colore), la frequenza della pulsazione e la sua intensità. E' stato proprio il caso del manga giapponese a permettere la messa a punto di una spiegazione approfondita del fenomeno. In primo luogo si è visto che è soprattutto la luce rossa (con lunghezza d'onda attorno a 700 nanometri) a scatenare la crisi a livello elettroencefalografico (in gergo medico reazione fotoparossistica o PPR) e poi la convulsione, probabilmente perché questa luce va a stimolare solo alcune cellule della retina (coni L) senza suscitare reazioni antagoniste con le altre cellule sensibili al colore. D'altra parte si è anche visto che è necessario che lo stimolo luminoso abbia una certa intensità. A complicare ulteriormente la situazione, è emerso che entrambi i meccanismi possono essere presenti e agire insieme.
Le conseguenze pratiche
La prima e più ovvia sarebbe evitare almeno nelle trasmissioni rivolte ai bambini il ricorso a "effetti speciali" in rosso e, secondariamente, regolare il televisore (o il monitor) in modo da non eccedere con la brillanza (termine tecnico per indicare l'intensità della luce). Ma questo può non bastare o non essere praticabile. L'alternativa è proteggersi individualmente, come prova un recentissimo studio giapponese pubblicato da Neurology, dove si è ottenuta una drastica riduzione delle crisi grazie all'impiego di filtri compositi che non solo bloccano, riflettendola, la luce rossa , ma attenuano la luminosità dello stimolo. In sala giochi e in salotto con gli occhialetti, dunque? Potrebbe essere una soluzione, magari aspettando che con l'età si instauri una maggiore resistenza. Nel frattempo, sarebbe bene non esagerare con i videogiochi e con i cartoni animati. Le megadosi, infatti, non generano epilessia ma magari possono far rimbecillire.
Maurizio Imperiali
Salute oggi:
...e inoltre su Dica33:
Luci, ma non soltanto
Questi fenomeni rientrano nel campo più vasto dell'epilessia riflessa, cioè di quella forma nella quale le crisi si scatenano in seguito a un particolare stimolo sensoriale: una luce pulsante, ma anche un particolare suono oppure l'essere toccati in un certo punto del corpo (stimolo somatosensorio). Si tratta di una definizione molto generica, complicata dal fatto che anche l'uso dei farmaci antiepilettici non sembra essere molto efficace a prevenire l'effetto dello stimolo e che, come già detto, queste crisi riflesse riguardano anche soggetti non epilettici. In effetti, per tornare agli stimoli da videogioco, questa superiore sensibilità agli stimoli luminosi dovrebbe riguardare dal 4 al 9% della popolazione, principalmente bambini perché con la crescita la fotosensibilità tende a diminuire. Nei pazienti affetti da epilessia, invece, la fotosensibilità riguarda il 5% dei casi. Si tratta, comunque, di un carattere ereditario ma ben raramente chi ne soffre sviluppa poi l'epilessia vera. Comunque la fotosensibilità è abbastanza diffusa e questo spiega fenomeni come quello dei Pocket Monsters, un cartone animato giapponese che ha provocato parecchi casi di convulsioni nei piccoli spettatori, 700 delle quali conclusisi al pronto soccorso. E' probabile che casi di questo genere si ripetano, perché mentre un tenpo gli stimoli luminosi pulsanti erano abbastanza rari (e i manuali citavano per esempio, il riflesso intermittente del sole quando si percorre a una certa velocità un viale alberato), oggi tra personal computer, consolle per videogiochi e display di ogni tipo (senza contare le molte ore che si dedicano alla televisione), le occasioni si sono moltiplicate.
Quale meccanismo entra in gioco
In realtà non tutti gli stimoli luminosi provocano lo stesso effetto nelle persone fotosensibili e, inoltre, entrano in gioco almeno due variabili: la lunghezza d'onda della luce (in altre parole il suo colore), la frequenza della pulsazione e la sua intensità. E' stato proprio il caso del manga giapponese a permettere la messa a punto di una spiegazione approfondita del fenomeno. In primo luogo si è visto che è soprattutto la luce rossa (con lunghezza d'onda attorno a 700 nanometri) a scatenare la crisi a livello elettroencefalografico (in gergo medico reazione fotoparossistica o PPR) e poi la convulsione, probabilmente perché questa luce va a stimolare solo alcune cellule della retina (coni L) senza suscitare reazioni antagoniste con le altre cellule sensibili al colore. D'altra parte si è anche visto che è necessario che lo stimolo luminoso abbia una certa intensità. A complicare ulteriormente la situazione, è emerso che entrambi i meccanismi possono essere presenti e agire insieme.
Le conseguenze pratiche
La prima e più ovvia sarebbe evitare almeno nelle trasmissioni rivolte ai bambini il ricorso a "effetti speciali" in rosso e, secondariamente, regolare il televisore (o il monitor) in modo da non eccedere con la brillanza (termine tecnico per indicare l'intensità della luce). Ma questo può non bastare o non essere praticabile. L'alternativa è proteggersi individualmente, come prova un recentissimo studio giapponese pubblicato da Neurology, dove si è ottenuta una drastica riduzione delle crisi grazie all'impiego di filtri compositi che non solo bloccano, riflettendola, la luce rossa , ma attenuano la luminosità dello stimolo. In sala giochi e in salotto con gli occhialetti, dunque? Potrebbe essere una soluzione, magari aspettando che con l'età si instauri una maggiore resistenza. Nel frattempo, sarebbe bene non esagerare con i videogiochi e con i cartoni animati. Le megadosi, infatti, non generano epilessia ma magari possono far rimbecillire.
Maurizio Imperiali
Salute oggi:
- Notizie e aggiornamenti
- Libri e pubblicazioni
- Dalle aziende
- Appunti di salute
- Nutrire la salute
- Aperi-libri
- Allenati con noi
...e inoltre su Dica33: