Il cervello risente della dieta

11 luglio 2008
Aggiornamenti e focus

Il cervello risente della dieta



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La poca memoria è piuttosto comune nei soggetti adulti affetti da diabete di tipo 2 e il deficit è particolarmente acuto dopo l'assunzione del pasto. Del resto che alcune regole dietetiche possano contribuire alla buona memoria è cosa nota e le regole evocate sono più o meno sempre le stesse. Non esagerare con le calorie e mantenere un peso corretto, non eccedere con grassi animali e zuccheri semplici, privilegiare i carboidrati integrali e determinati grassi come quelli del pesce, infine seguire una dieta variata, ricca di frutta e verdura, per assicurare un buon introito di sostanze antiossidanti. E proprio su quest'ultimo aspetto si è soffermato uno studio pubblicato da Nutrition Research. Secondo i ricercatori canadesi che hanno condotto la ricerca basterebbe un pasto ad alto contenuto di grassi per affievolire la memoria, almeno per i diabetici di tipo 2. Si tratta della conferma a un'ipotesi di lunga data che aggiunge qualche elemento nuovo sulle possibili soluzioni a questo effetto. E gli antiossidanti rivestirebbero un ruolo centrale.

Gli effetti noti


Che il cervello non sia protetto dagli effetti avversi del diabete di tipo 2 è documentato in letteratura e gli effetti vanno dai deficit cognitivi alle anormalità strutturali. L'ippocampo è l'area cerebrale particolarmente vulnerabile e a risentirne sono le funzioni cognitive ad esso legate, come per esempio le difficoltà a ricordare le parole. Il meccanismo, con cui l'iperglicemia induce deficit di memoria risulta, peraltro, ancora poco chiaro, anche se simili deficit cognitivi vengono tenuti sotto controllo da una minore assunzione di zuccheri e di carboidrati. Un altro fatto noto è l'associazione tra diabete mellito di tipo 2 e stress ossidativo cronico, uno dei principali responsabili del declino cognitivo e della malattia di Alzheimer. Il pasto può causare un innalzamento dei radicali liberi, con maggiore suscettibilità nei pazienti con diabete di tipo 2 rispetto a quelli sani. Effetti che si manifestano in un periodo compreso tra 1 e 3 ore dopo l'ingestione del cibo. Mancano, però, ancora evidenze che anche l'esposizione acuta ai radicali liberi possa danneggiare la memoria. Lo scopo dello studio canadese è stato proprio quello di definire se lo stress ossidativo indotto dal pasto per pazienti diabetici, sia responsabile dei deficit cognitivi riscontrati in questi soggetti.

Come si è svolto lo studio


Lo studio ha preso in esame 16 soggetti adulti, età media 63,5 anni, affetti da diabete di tipo 2 che non assumessero regolarmente supplementi antiossidanti ad alto dosaggio. I pazienti sono stati alimentati con un pasto ad alto contenuto di grassi ed eventualmente con l'aggiunta di vitamina C e E in compresse o di acqua. Dopo l'assunzione del pasto, a 60 minuti e 105 minuti per la precisione, i pazienti sono stati sottoposti a una serie di test cognitivi in particolare riferiti alla memoria verbale. Nel test effettuato dopo 105 minuti la performance cognitiva era significativamente peggiorata. Ma, e qui l'osservazione si fa particolarmente interessante, l'assunzione contemporanea di vitamine antiossidanti ha evidenziato un effetto preventivo sul deficit indotto dal pasto. A ulteriore conferma del ruolo dello stress ossidativo come potenziale artefice dei deficit. Quindi l'ideale per i diabetici sarebbe mangiare anche cibi grassi, purché mangino anche integratori vitaminici durante il loro pasto? Non proprio. L'ideale, concludono i ricercatori, sarebbe mangiare cibi sani, magari ricchi di queste vitamine. Frutta e verdura per intendersi.

Marco Malagutti



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