11 luglio 2008
Aggiornamenti e focus
Chi OSA dimentica
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La sindrome delle apnee ostruttive (OSA) viene comunemente messa in relazione con rischi di tipo cardiovascolare, legati appunto ai ripetuti episodi di parziale o completa interruzione della respirazione. Non sono però le sole conseguenze possibili, ce ne sono anche di tipo neuropsicologico come deficit della memoria anterograda, definita come precedente l'evento lesivo. Le amnesie possono dipendere dai frequenti risvegli e dalle carenze di sonno, tuttavia deficit cognitivi, comprese perdite della memoria recente, persistono dopo il trattamento e la risoluzione del disturbo. Questo porta a ipotizzare una qualche alterazione, nelle aree cerebrali che regolano i processi della memoria, che resta sul lungo termine. Un team di ricerca californiano avrebbe identificato un'importante sede di alterazione, connessa con il disturbo, nei corpi mammillari: strutture del cervello che, hanno scoperto, sono di volume ridotto in persone affette dalla sindrome delle OSA.
Va ricordato che i processi mnemonici utilizzano diverse strutture cerebrali integrate, comprendenti ippocampo, talamo anteriore, fornice e corpi mammillari: il fornice è una via di fibre nervose che dall'ippocampo si proiettano verso i corpi mammillari, dai quali altre fibre si connettono con il talamo anteriore; un danno a questi livelli si associa a un difetto severo della memoria anterograda (nella sindrome di Korsakoff) che si riscontra per esempio nell'alcolismo cronico. Per le prime tre strutture, da tempo, si sono evidenziate alterazioni e difetti funzionali nei malati di OSA, e in altre condizioni con respiro disturbato nel sonno quale l'insufficienza cardiaca: ma non si erano riportate lesioni o perdita di volume dei corpi mammillari, forse anche per la localizzazione che rende difficile l'individuazione con metodi usuali come quelli volumetrici e la risonanza magnetica (RM). I ricercatori di Los Angeles sospettavano nella sindrome OSA danni ai corpi mammillari simili a quelli di condizioni come quella di Korsakoff. Per questo hanno analizzato 43 persone con sindrome delle apnee ostruttive di nuova diagnosi e non trattata, sottoposti a esame polisonnografico, confrontandole con 66 soggetti sani. Per studiarli si è utilizzata una metodica RM sofisticata con immagini ad alta risoluzione in diverse proiezioni. Dopo tutti gli aggiustamenti (per età, genere, dimensioni della testa, eccetera) è risultato che negli individui con le OSA c'era una significativa diminuzione, rispetto ai controlli, dei volumi dei corpi mammillari di destra, sinistra e in combinazione; la riduzione era più evidente per quelli di sinistra.
Le diminuzioni volumetriche osservate potrebbero riflettere alterazioni di tipo nervoso che contribuiscono ai deficit di memoria riscontrati di frequente nella sindrome delle apnee ostruttive. I corpi mammillari sono costituiti dai nuclei mediale e laterale; cellule del mediale hanno attività (ritmo teta) in sincronia con altre dell'ippocampo legate ad aspetti della memoria, mentre il laterale potrebbe essere coinvolto nella memoria spaziale (è ancora un'ipotesi). Lo studio ha valutato solo il volume totale mammillare senza considerare gli aspetti relativi alla memoria attribuibili ai nuclei mediale o laterale, ma la riduzione era abbastanza marcata da suggerire potenziali difetti di memorizzazione significativi. Il meccanismo di questa riduzione volumetrica nella sindrome OSA resta da chiarire, diverse le possibili spiegazioni. Un danno in strutture cerebrali può risultare dall'intermittente ipossia (scarsità di ossigeno) per il respiro notturno interrotto, come dimostrato nell'animale, e l'alternanza deossigenazione/reossigenazione stimola processi di danno ossidativi e infiammatori. Ci potrebbe essere un'eccessiva attivazione delle fibre nervose del fornice che danneggia i corpi mammillari con morte di alcune cellule; la perfusione cerebrale è alterata cronicamente nelle OSA e questo può causare ischemia e danno tissutale, anche nei vasi sanguigni cerebrali. Nelle persone con OSA insomma le alterazioni cerebrali deriverebbero da processi ipossici e infiammatori accompagnati dalle apnee intermittenti della sindrome; è possibile anche un'inadeguata protezione neuronale per carenza di fattori nutrizionali, come la vitamina B (negli alcolisti cronici la sindrome di Korsakoff è attribuita a ridotto assorbimento di vitamina B).
Elettra Vecchia
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Ridotto volume di corpi mammillari
Va ricordato che i processi mnemonici utilizzano diverse strutture cerebrali integrate, comprendenti ippocampo, talamo anteriore, fornice e corpi mammillari: il fornice è una via di fibre nervose che dall'ippocampo si proiettano verso i corpi mammillari, dai quali altre fibre si connettono con il talamo anteriore; un danno a questi livelli si associa a un difetto severo della memoria anterograda (nella sindrome di Korsakoff) che si riscontra per esempio nell'alcolismo cronico. Per le prime tre strutture, da tempo, si sono evidenziate alterazioni e difetti funzionali nei malati di OSA, e in altre condizioni con respiro disturbato nel sonno quale l'insufficienza cardiaca: ma non si erano riportate lesioni o perdita di volume dei corpi mammillari, forse anche per la localizzazione che rende difficile l'individuazione con metodi usuali come quelli volumetrici e la risonanza magnetica (RM). I ricercatori di Los Angeles sospettavano nella sindrome OSA danni ai corpi mammillari simili a quelli di condizioni come quella di Korsakoff. Per questo hanno analizzato 43 persone con sindrome delle apnee ostruttive di nuova diagnosi e non trattata, sottoposti a esame polisonnografico, confrontandole con 66 soggetti sani. Per studiarli si è utilizzata una metodica RM sofisticata con immagini ad alta risoluzione in diverse proiezioni. Dopo tutti gli aggiustamenti (per età, genere, dimensioni della testa, eccetera) è risultato che negli individui con le OSA c'era una significativa diminuzione, rispetto ai controlli, dei volumi dei corpi mammillari di destra, sinistra e in combinazione; la riduzione era più evidente per quelli di sinistra.
Processi ipossici e infiammatori
Le diminuzioni volumetriche osservate potrebbero riflettere alterazioni di tipo nervoso che contribuiscono ai deficit di memoria riscontrati di frequente nella sindrome delle apnee ostruttive. I corpi mammillari sono costituiti dai nuclei mediale e laterale; cellule del mediale hanno attività (ritmo teta) in sincronia con altre dell'ippocampo legate ad aspetti della memoria, mentre il laterale potrebbe essere coinvolto nella memoria spaziale (è ancora un'ipotesi). Lo studio ha valutato solo il volume totale mammillare senza considerare gli aspetti relativi alla memoria attribuibili ai nuclei mediale o laterale, ma la riduzione era abbastanza marcata da suggerire potenziali difetti di memorizzazione significativi. Il meccanismo di questa riduzione volumetrica nella sindrome OSA resta da chiarire, diverse le possibili spiegazioni. Un danno in strutture cerebrali può risultare dall'intermittente ipossia (scarsità di ossigeno) per il respiro notturno interrotto, come dimostrato nell'animale, e l'alternanza deossigenazione/reossigenazione stimola processi di danno ossidativi e infiammatori. Ci potrebbe essere un'eccessiva attivazione delle fibre nervose del fornice che danneggia i corpi mammillari con morte di alcune cellule; la perfusione cerebrale è alterata cronicamente nelle OSA e questo può causare ischemia e danno tissutale, anche nei vasi sanguigni cerebrali. Nelle persone con OSA insomma le alterazioni cerebrali deriverebbero da processi ipossici e infiammatori accompagnati dalle apnee intermittenti della sindrome; è possibile anche un'inadeguata protezione neuronale per carenza di fattori nutrizionali, come la vitamina B (negli alcolisti cronici la sindrome di Korsakoff è attribuita a ridotto assorbimento di vitamina B).
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