27 luglio 2007
Aggiornamenti e focus
Se il neurone alza il gomito
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Il consumo di alcool dà origine a un diffuso schema di cambiamenti neuro-chimici che causano un indebolimento di alcune capacità cognitive, in particolare, nelle prestazioni che richiedono un rapido e flessibile adattamento comportamentale in risposta a variazioni ambientali. Tale controllo del comportamento coinvolge anche un monitoraggio dei processi in corso in caso di risposte contraddittorie o di risultati erronei. Le analisi psicofisiologiche e la medicina per immagini evidenziano, come una componente importante del circuito di neuroni cui spetta l'azione di controllo, la corteccia cingolata anteriore, partecipi ai processi dell'attenzione.
Per verificare e quantificare gli effetti dell'alcool su tali processi, un'equipe di ricercatori olandesi ha invitato un gruppo di bevitori sociali, cioè coloro che consumano alcool in occasioni particolari (cene, feste, serate tra amici), dietro consenso informato, a sottoporsi a un test di verifica delle capacità cognitive.
Divisi in tre gruppi, hanno assunto dosi diverse di alcool diluito in una bevanda a base di succo d'arancia, con essenza di menta e in bicchieri chiusi da un tappo in modo da non riuscire a riconoscere il sapore e l'odore della vodka aggiunta al cocktail. Alcuni bicchieri non contenevano la vodka (gruppo placebo), gli altri due gruppi hanno invece bevuto quantità di alcool corrispondenti a concentrazioni sanguigne alcoliche di 0.4 (dose bassa) e 1 (dose alta) per mille.
Il test consisteva nel fissare, su un monitor, un rettangolo nero su un fondo grigio chiaro all'interno del quale compariva una freccia bersaglio grigio scuro, affiancata da due frecce su ogni lato: la più vicina grigio più scuro, la più esterna nera. Le frecce affiancate potevano indicare la stessa direzione della freccia bersaglio (congruenti) o la direzione opposta (incongruenti). Il soggetto durante il test aveva a disposizione due pulsanti uno a destra e uno a sinistra: quando compariva la freccia bersaglio doveva riconoscere la direzione indicata e premere il bottone corrispondente. La somiglianza dei colori e la presenza delle frecce affiancate rappresentava un elemento disturbatore, un effetto di interferenza che il soggetto
Durante la prestazione veniva eseguito l'elettroencefalogramma. Tra i picchi del potenziale registrati a livello della corteccia cerebrale, comparivano particolari picchi negativi, cioè di abbassamento del potenziale, definiti negatività da errore. Si tratta di un importante indice psicofisiologico di azione di controllo da parte della corteccia cingolata anteriore. La sua presenza nel potenziale indica che il sistema di monitoraggio ha riconosciuto un'azione sbagliata che non è stato possibile inibire, prima che il soggetto ne diventi cosciente. Come accade per molti altri processi preconsci, l'alcool ne indebolisce l'efficienza e quindi si è voluto sondare se ciò si verifica anche per il riconoscimento di errori di azione, espresso dalla negatività da errore.
Una buona prestazione durante il test dipende dalla capacità di attivare i processi che controllano l'interferenza causata dagli elementi disturbatori, per esempio l'inibizione dell'azione che potrebbe determinare una risposta sbagliata allo stimolo. I soggetti sobri, infatti, dopo aver commesso un errore agivano con più lentezza nella prova successiva, prestando cioè più attenzione, mentre ciò non accadeva nei due gruppi che avevano assunto alcool, come se la corteccia cingolata anteriore non notificasse l'errore. Quindi il consumo di alcool oltre a indebolire l'efficienza del controllo sugli elementi di disturbo (cioè quando le frecce affiancate sono incongruenti), provocando quindi più errori, riduceva il riconoscimento dell'errore stesso.
L'elettroencefalogramma del gruppo placebo mostrava, infatti, nelle curve di potenziale, in associazione alle risposte sbagliate, un distinto picco di negatività da errore più marcato, la cui massima ampiezza si raggiungeva subito dopo l'inizio della risposta. Il consumo di alcool, invece, attenuava significativamente il picco. Sia il picco sia l'attenuazione comparivano nella zona fronto-centrale del cranio, area vicina alla corteccia cingolata anteriore.
Si osserva, quindi, un'azione selettiva dell'alcool sulla capacità di riconoscere l'errore che, indipendentemente dai cambiamenti che esercita sui livelli di accuratezza e sulla sensibilità agli elementi di disturbo, impedisce alla corteccia cingolata anteriore di segnalare la necessità di cambiare il comportamento.
Le conseguenze di questo fenomeno durante il test con le frecce non sono certamente gravi, e comunque si ha sempre la possibilità di riprovare, altrettanto non si può dire quando queste alterazioni si verificano, per esempio, durante la guida. I segnali stradali, il traffico, i pedoni sono elementi disturbanti al pari delle frecce affiancanti la freccia bersaglio, in questo caso però l'azione dell'alcool potrebbe avere conseguenze fin troppo gravi.
Simona Zazzetta
Salute oggi:
...e inoltre su Dica33:
Per verificare e quantificare gli effetti dell'alcool su tali processi, un'equipe di ricercatori olandesi ha invitato un gruppo di bevitori sociali, cioè coloro che consumano alcool in occasioni particolari (cene, feste, serate tra amici), dietro consenso informato, a sottoporsi a un test di verifica delle capacità cognitive.
Un test per l'attenzione
Divisi in tre gruppi, hanno assunto dosi diverse di alcool diluito in una bevanda a base di succo d'arancia, con essenza di menta e in bicchieri chiusi da un tappo in modo da non riuscire a riconoscere il sapore e l'odore della vodka aggiunta al cocktail. Alcuni bicchieri non contenevano la vodka (gruppo placebo), gli altri due gruppi hanno invece bevuto quantità di alcool corrispondenti a concentrazioni sanguigne alcoliche di 0.4 (dose bassa) e 1 (dose alta) per mille.
Il test consisteva nel fissare, su un monitor, un rettangolo nero su un fondo grigio chiaro all'interno del quale compariva una freccia bersaglio grigio scuro, affiancata da due frecce su ogni lato: la più vicina grigio più scuro, la più esterna nera. Le frecce affiancate potevano indicare la stessa direzione della freccia bersaglio (congruenti) o la direzione opposta (incongruenti). Il soggetto durante il test aveva a disposizione due pulsanti uno a destra e uno a sinistra: quando compariva la freccia bersaglio doveva riconoscere la direzione indicata e premere il bottone corrispondente. La somiglianza dei colori e la presenza delle frecce affiancate rappresentava un elemento disturbatore, un effetto di interferenza che il soggetto
Fumi dell'alcool e potenziale elettrico
Durante la prestazione veniva eseguito l'elettroencefalogramma. Tra i picchi del potenziale registrati a livello della corteccia cerebrale, comparivano particolari picchi negativi, cioè di abbassamento del potenziale, definiti negatività da errore. Si tratta di un importante indice psicofisiologico di azione di controllo da parte della corteccia cingolata anteriore. La sua presenza nel potenziale indica che il sistema di monitoraggio ha riconosciuto un'azione sbagliata che non è stato possibile inibire, prima che il soggetto ne diventi cosciente. Come accade per molti altri processi preconsci, l'alcool ne indebolisce l'efficienza e quindi si è voluto sondare se ciò si verifica anche per il riconoscimento di errori di azione, espresso dalla negatività da errore.
Una buona prestazione durante il test dipende dalla capacità di attivare i processi che controllano l'interferenza causata dagli elementi disturbatori, per esempio l'inibizione dell'azione che potrebbe determinare una risposta sbagliata allo stimolo. I soggetti sobri, infatti, dopo aver commesso un errore agivano con più lentezza nella prova successiva, prestando cioè più attenzione, mentre ciò non accadeva nei due gruppi che avevano assunto alcool, come se la corteccia cingolata anteriore non notificasse l'errore. Quindi il consumo di alcool oltre a indebolire l'efficienza del controllo sugli elementi di disturbo (cioè quando le frecce affiancate sono incongruenti), provocando quindi più errori, riduceva il riconoscimento dell'errore stesso.
L'elettroencefalogramma del gruppo placebo mostrava, infatti, nelle curve di potenziale, in associazione alle risposte sbagliate, un distinto picco di negatività da errore più marcato, la cui massima ampiezza si raggiungeva subito dopo l'inizio della risposta. Il consumo di alcool, invece, attenuava significativamente il picco. Sia il picco sia l'attenuazione comparivano nella zona fronto-centrale del cranio, area vicina alla corteccia cingolata anteriore.
Si osserva, quindi, un'azione selettiva dell'alcool sulla capacità di riconoscere l'errore che, indipendentemente dai cambiamenti che esercita sui livelli di accuratezza e sulla sensibilità agli elementi di disturbo, impedisce alla corteccia cingolata anteriore di segnalare la necessità di cambiare il comportamento.
Le conseguenze di questo fenomeno durante il test con le frecce non sono certamente gravi, e comunque si ha sempre la possibilità di riprovare, altrettanto non si può dire quando queste alterazioni si verificano, per esempio, durante la guida. I segnali stradali, il traffico, i pedoni sono elementi disturbanti al pari delle frecce affiancanti la freccia bersaglio, in questo caso però l'azione dell'alcool potrebbe avere conseguenze fin troppo gravi.
Simona Zazzetta
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