Strategie a confronto

14 marzo 2007
Aggiornamenti e focus

Strategie a confronto



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La primavera è imminente e per molte donne inizia l'ossessione della dieta dimagrante. Ma essendo il perdere peso, spesso un problema di salute e non solo estetico, piuttosto che seguire le mode delle diete e il fai da te, è interessante un confronto con un approccio scientifico. Lo spunto è offerto da una ricerca americana appena pubblicata, che ha preso in considerazione quattro tra i regimi attualmente più seguiti, valutando sia l'efficacia nel ridurre il peso corporeo sul breve e sul lungo periodo, sia gli effetti su parametri metabolici correlati. Si tratta dello studio "A to Z", dalla A alla Z perché esamina le diete Atkins, Learn che è il modello tradizionale negli USA, Ornish e Zone a noi nota come Zona.

Benefici registrati a un anno


E' stata condotta una meta-analisi relativa a 311 donne in fase premenopausale, da 25 a 50 anni, sovrappeso o obese cioè con indici di massa corporea (Bmi) tra 27 e 40, non diabetiche né con altre situazioni confondenti o di rischio; quattro i gruppi e dodici mesi di durata dello studio, di cui dieci di osservazione. Queste le principali differenze dei diversi regimi seguiti: nella Atkins tenore molto basso di carboidrati cioè massimo 20 grammi al giorno per due-tre mesi e 50 in seguito; nella Zona carboidrati ridotti ma meno e apporto energetico ripartito con proteine e grassi rispettivamente del 40%, 30% e 30%; nella Ornish massimo 10% di energia dai grassi; infine nel Learn 55-60% dai carboidrati e meno del 10% dai lipidi, con restrizione calorica, aumento di esercizio e modifiche comportamentali. Pregio dello studio è aver esaminato gli effetti anche a dodici mesi oltre che a due e sei; si sono analizzati peso corporeo e poi colesterolemia, percentuale di grasso corporeo, rapporto vita-fianchi, insulinemia e glicemia a digiuno, pressione arteriosa.
Per il primo obiettivo dello studio, cioè il risultato a un anno, in media la riduzione ponderale maggiore è stata quella di 4,7 kg con l'Atkins, seguita dai 2,6 con l'Ornish e 2,2 con la Learn, e dall'1,6 con la Zona; anche a due e sei mesi l'Atkins aveva un effetto maggiore delle altre. Percentuale di grasso, rapporto vita-fianchi sono cambiati in parallelo con il peso anche se a dodici mesi le differenze tra gruppi non erano significative. Riguardo alla lipidemia, per le HDL e i trigliceridi era favorita l'Atkins mentre per le LDL lo erano Learn e Ornish, anche se le diversità poi si attenuavano diventando non significative a sei e dodici mesi. Differenze non significative tra gruppi né a breve né a lungo termine per insulina e glucosio a digiuno, meglio l'Atkins infine per la riduzione della pressione a dodici mesi.

Il caso particolare delle LDL


La strategia del calo marcato dei carboidrati sembra dunque migliore, in sintonia con una certa "filosofia" americana che pare contrapporsi alle raccomandazioni della dieta mediterranea. Il calo ponderale è in realtà scarso, anche nella drastica Atkins è sotto i cinque chili annui, ma cambiamenti modesti hanno comunque effetti clinicamente significativi per fattori di rischio quali trigliceridi e pressione. Lo studio ridimensiona le preoccupazioni per conseguenze negative di forti riduzioni di carboidrati rispetto alla lipidemia e al rischio cardiovascolare, mostrando assenza di effetti significativi o effetti più favorevoli per i parametri metabolici considerati. Eccezion fatta per le LDL, già risultate in altri studi più elevate per le diete a carboidrati bassi in confronto a quelle a lipidi bassi. L'incremento del 2% delle LDL a due mesi associato alla diminuzione del 30% dei trigliceridi osservato per l'Atkins si spiegherebbe però per gli autori con un aumento di dimensioni delle particelle di LDL, aspetto che ne diminuisce l'aterogenicità. Il discorso sugli effetti a lungo termine e sui meccanismi dei diversi approcci resta aperto, ed entrano in gioco molte variabili. Qualunque dieta si segua, però, sarebbe bene procedere sotto controllo medico, e ricordare che risultati duraturi comportano modifiche permanenti nell'apporto e nel dispendio energetico.

Elettra Vecchia



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