14 settembre 2007
Aggiornamenti e focus
Ancora sull'aspartame
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Quelli della fondazione Ramazzini non mollano. Avevano promesso nuovi studi per trovare ulteriori elementi a carico della cancerogenicità dell'aspartame e i nuovi studi sono arrivati con risultati confermati: l'aspartame è cancerogeno e può indurre tumori maligni. E con i risultati è stata anche rinnovata la richiesta all'FDA, affinché cambi le raccomandazioni sull'uso dell'aspartame. Per ora senza successo.
Lo studio originale aveva preso in esame 1800 ratti, equamente divisi tra maschi e femmine, cui sono state somministrate dosi di aspartame tali da simulare l'assunzione giornaliera di un uomo. Si è così arrivati a dimostrare, dicono i ricercatori bolognesi, che l'aspartame somministrato ai ratti per tutta la vita, induce un aumento dell'incidenza di linfomi e leucemie. Ma la risposta istituzionale non si è fatta attendere e nel giro di qualche mese l'Agenzia europea per la sicurezza alimentrare (Efsa) e il National Cancer Institute hanno bocciato le modalità della ricerca e i suoi risultati. L'incremento dell'incidenza di leucemie e linfomi, osservato nel ratto, è molto probabilmente attribuibile all'elevata incidenza di alterazioni infiammatorie ai polmoni. E non esiste un aumento dell'incidenza legata ai dosaggi del dolcificante. Nel frattempo alla Fondazione Ramazzini non si sono persi d'animo e hanno dato vita a una nuova ricerca. Il nuovo studio più dettagliato ha interessato oltre 400 ratti ai quali sono state date piccole dosi di aspartame dalla vita fetale fino alla morte naturale. Qualche novità c'è, ma le incertezze continuano.
Rispetto al primo studio è stato evidenziato nelle femmine un aumento dell'incidenza di linfomi e leucemie, dei tumori mammari e un'anticipazione della loro insorgenza, che risalirebbe già alla vita uterina. Ma ancora non basta. L'FDA ha ribadito che questi dati non garantiscono evidenza su eventuali rischi nel consumo di aspartame, che, va ricordato, è utilizzato in tantissimi prodotti, dalle bevande light ai dolciumi, dalle gomme da masticare ai farmaci. Dal canto suo Kathryn Knowles, direttore delle Risorse e Sviluppo della Fondazione Ramazzini, ha sottolineato come si tratti di una reazione dei supporter dell'aspartame. Lo stile è sempre lo stesso, aggiunge, da una parte si attacca l'istituzione, dall'altra il metodo o il disegno della ricerca. Un'altra tecnica molto in voga, aggiunge la Knowles, è quella di venerare gli studi che hanno avuto risultati diversi. Come quello dell'anno scorso degli Annals of Oncology che non ha trovato alcuna associazione tra tumori e aspartame. Il dibattito non è concluso, perciò. Anche se l'FDA si dice disposta ad analizzare nuovamente i dati della Fondazione Ramazzini. Ma i dubbi rimangono.
Marco Malagutti
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...e inoltre su Dica33:
Riassunto delle puntate precedenti
Lo studio originale aveva preso in esame 1800 ratti, equamente divisi tra maschi e femmine, cui sono state somministrate dosi di aspartame tali da simulare l'assunzione giornaliera di un uomo. Si è così arrivati a dimostrare, dicono i ricercatori bolognesi, che l'aspartame somministrato ai ratti per tutta la vita, induce un aumento dell'incidenza di linfomi e leucemie. Ma la risposta istituzionale non si è fatta attendere e nel giro di qualche mese l'Agenzia europea per la sicurezza alimentrare (Efsa) e il National Cancer Institute hanno bocciato le modalità della ricerca e i suoi risultati. L'incremento dell'incidenza di leucemie e linfomi, osservato nel ratto, è molto probabilmente attribuibile all'elevata incidenza di alterazioni infiammatorie ai polmoni. E non esiste un aumento dell'incidenza legata ai dosaggi del dolcificante. Nel frattempo alla Fondazione Ramazzini non si sono persi d'animo e hanno dato vita a una nuova ricerca. Il nuovo studio più dettagliato ha interessato oltre 400 ratti ai quali sono state date piccole dosi di aspartame dalla vita fetale fino alla morte naturale. Qualche novità c'è, ma le incertezze continuano.
Gli ultimi aggiornamenti
Rispetto al primo studio è stato evidenziato nelle femmine un aumento dell'incidenza di linfomi e leucemie, dei tumori mammari e un'anticipazione della loro insorgenza, che risalirebbe già alla vita uterina. Ma ancora non basta. L'FDA ha ribadito che questi dati non garantiscono evidenza su eventuali rischi nel consumo di aspartame, che, va ricordato, è utilizzato in tantissimi prodotti, dalle bevande light ai dolciumi, dalle gomme da masticare ai farmaci. Dal canto suo Kathryn Knowles, direttore delle Risorse e Sviluppo della Fondazione Ramazzini, ha sottolineato come si tratti di una reazione dei supporter dell'aspartame. Lo stile è sempre lo stesso, aggiunge, da una parte si attacca l'istituzione, dall'altra il metodo o il disegno della ricerca. Un'altra tecnica molto in voga, aggiunge la Knowles, è quella di venerare gli studi che hanno avuto risultati diversi. Come quello dell'anno scorso degli Annals of Oncology che non ha trovato alcuna associazione tra tumori e aspartame. Il dibattito non è concluso, perciò. Anche se l'FDA si dice disposta ad analizzare nuovamente i dati della Fondazione Ramazzini. Ma i dubbi rimangono.
Marco Malagutti
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