11 agosto 2021
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La mediterranea difende il cervello
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E' sempre più insidiata da modelli alimentari sbagliati, eppure non si finisce mai di scoprire benefici della dieta mediterranea: tra i meno intuitivi, quelli per il cervello. Un ruolo dell'alimentazione anche nello sviluppo e nella prevenzione dell'Alzheimer è già stato suggerito e ci sono state evidenze di un'associazione in particolare per il nostro tradizionale consumo di verdura e frutta, cereali, legumi, pesce e olio d'oliva con un minor rischio della demenza. Si è indagato di meno, però, sul suo possibile coinvolgimento in quella forma intermedia tra l'invecchiamento cerebrale e l'Alzheimer definita deficit cognitivo medio (MCI), che per il suo alto livello di conversione nella demenza è oggetto di studio crescente, per poter individuare strategie preventive. Ora per la dieta mediterranea giungono dati che depongono a favore di una tendenziale riduzione del rischio sia di MCI, sia di progressione da MCI ad Alzheimer.
I ricercatori che hanno voluto approfondire l'associazione poco esplorata tra questa dieta e la possibile protezione dall'MCI avevano appunto evidenziato di recente quella relativa all'Alzheimer. Nel nuovo studio hanno analizzato soggetti di una coorte multietnica di New York partecipante a una ricerca sull'invecchiamento, cercando un collegamento tra l'aderenza al modello mediterraneo, l'MCI e l'Alzheimer; i fattori dei quali si è tenuto conto sono stati età, sesso, etnia, livello educativo, genotipo APOE che è implicato, indice di massa corporea e, per la dieta, apporto calorico totale, assunzione giornaliera dei singoli alimenti mediterranei protettivi e di quella di cibi di segno opposto quali carni e formaggi, e sua durata dall'inizio dello studio. Tra 1393 soggetti considerati, che erano nella norma dal punto di vista cognitivo, età media 76 anni, in un follow-up medio di 4,5 anni 275 hanno sviluppato MCI. Nel confronto con gli appartenenti al gruppo con l'aderenza più bassa alla dieta mediterranea, quelli con aderenza media hanno mostrato una riduzione del 17% del rischio di MCI, e quelli con aderenza alta una diminuzione del 28%. Rispetto a 482 soggetti con MCI dei quali 106 hanno sviluppato l'Alzheimer durante un follow-up medio di 4,3 anni, invece, il confronto con il gruppo a bassa aderenza ha visto un rischio diminuito del 45% per l'aderenza media e del 48% per quella elevata.
Emergerebbe quindi una tendenza protettiva della dieta mediterranea verso MCI e Alzheimer, con una riduzione graduale del rischio, quanto più viene seguita, che fa pensare a un possibile effetto dose-risposta. L'associazione tra i tre termini del discorso non viene attenuata, si sottolinea, anche se si correggono simultaneamente i principali fattori di rischio potenzialmente confondenti. L'associazione tra alta aderenza e minore conversione ad Alzheimer è poi molto più evidente per i soggetti con MCI senza compromissione della memoria. Venendo alle possibili spiegazioni, si ricorda che comorbilità vascolari come ipertensione, dislipidemia, diabete sono state messe in relazione con l'MCI (le cause vascolari spiegherebero l'effetto più marcato quando non è compromessa la memoria) e la dieta mediterranea è protettiva rispetto a questi fattori. Ma possono essere coinvolti anche meccanismi non vascolari, e cioè metabolici, ossidativi, infiammatori: l'MCI è stata ricollegata ad alterata regolazione dell'insulina e diabete mentre l'alta aderenza alla dieta mediterranea sembra migliorare il metabolismo dei carboidrati, l'insulinemia e la resistenza all'insulina; stesso legame per lo stress ossidativo, mentre fenoli, vitamine, carotenoidi e altri antiossidanti abbondano in questo regime alimentare; analogamente per processi infiammatori sostanze come tirosolo e acido caffeico di olio d'oliva e vino hanno mostrato di ridurre il marker infiammatorio interleuchina-6. Benefici contro MCI e Alzheimer possono poi legarsi al consumo di pesce, ai grassi polinsaturi, all'alcol moderato, ai grassi saturi scarsi, agli effetti di singoli componenti o a interazioni. In attesa di approfondimenti dalla ricerca, a beneficio del cervello meglio mettersi a dieta, mediterranea naturalmente.
Elettra Vecchia
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Meno probabile la conversione in demenza
I ricercatori che hanno voluto approfondire l'associazione poco esplorata tra questa dieta e la possibile protezione dall'MCI avevano appunto evidenziato di recente quella relativa all'Alzheimer. Nel nuovo studio hanno analizzato soggetti di una coorte multietnica di New York partecipante a una ricerca sull'invecchiamento, cercando un collegamento tra l'aderenza al modello mediterraneo, l'MCI e l'Alzheimer; i fattori dei quali si è tenuto conto sono stati età, sesso, etnia, livello educativo, genotipo APOE che è implicato, indice di massa corporea e, per la dieta, apporto calorico totale, assunzione giornaliera dei singoli alimenti mediterranei protettivi e di quella di cibi di segno opposto quali carni e formaggi, e sua durata dall'inizio dello studio. Tra 1393 soggetti considerati, che erano nella norma dal punto di vista cognitivo, età media 76 anni, in un follow-up medio di 4,5 anni 275 hanno sviluppato MCI. Nel confronto con gli appartenenti al gruppo con l'aderenza più bassa alla dieta mediterranea, quelli con aderenza media hanno mostrato una riduzione del 17% del rischio di MCI, e quelli con aderenza alta una diminuzione del 28%. Rispetto a 482 soggetti con MCI dei quali 106 hanno sviluppato l'Alzheimer durante un follow-up medio di 4,3 anni, invece, il confronto con il gruppo a bassa aderenza ha visto un rischio diminuito del 45% per l'aderenza media e del 48% per quella elevata.
Protezione vascolare e altri meccanismi
Emergerebbe quindi una tendenza protettiva della dieta mediterranea verso MCI e Alzheimer, con una riduzione graduale del rischio, quanto più viene seguita, che fa pensare a un possibile effetto dose-risposta. L'associazione tra i tre termini del discorso non viene attenuata, si sottolinea, anche se si correggono simultaneamente i principali fattori di rischio potenzialmente confondenti. L'associazione tra alta aderenza e minore conversione ad Alzheimer è poi molto più evidente per i soggetti con MCI senza compromissione della memoria. Venendo alle possibili spiegazioni, si ricorda che comorbilità vascolari come ipertensione, dislipidemia, diabete sono state messe in relazione con l'MCI (le cause vascolari spiegherebero l'effetto più marcato quando non è compromessa la memoria) e la dieta mediterranea è protettiva rispetto a questi fattori. Ma possono essere coinvolti anche meccanismi non vascolari, e cioè metabolici, ossidativi, infiammatori: l'MCI è stata ricollegata ad alterata regolazione dell'insulina e diabete mentre l'alta aderenza alla dieta mediterranea sembra migliorare il metabolismo dei carboidrati, l'insulinemia e la resistenza all'insulina; stesso legame per lo stress ossidativo, mentre fenoli, vitamine, carotenoidi e altri antiossidanti abbondano in questo regime alimentare; analogamente per processi infiammatori sostanze come tirosolo e acido caffeico di olio d'oliva e vino hanno mostrato di ridurre il marker infiammatorio interleuchina-6. Benefici contro MCI e Alzheimer possono poi legarsi al consumo di pesce, ai grassi polinsaturi, all'alcol moderato, ai grassi saturi scarsi, agli effetti di singoli componenti o a interazioni. In attesa di approfondimenti dalla ricerca, a beneficio del cervello meglio mettersi a dieta, mediterranea naturalmente.
Elettra Vecchia
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