23 febbraio 2005
Aggiornamenti e focus
Il caffè toglie spazio ai tumori
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Normale o decaffeinato, all'americana o all'italiana, il caffé è ormai una bevanda ubiquitaria e, visti i suoi effetti farmacologici, non smette di essere tenuta sotto osservazione dai ricercatori. Il Journal of National Cancer Institute, dedica allo stimolante casalingo ben due articoli, entrambi favorevoli all'abitudine. Il primo origina da una ricerca giapponese che ha arruolato 90.000 persone nel periodo 1990-1994, tenendole poi sotto osservazione fino al 2001. Scopo era la verifica dell'incidenza del carcinoma epatocellulare, cioè della principale forma di cancro del fegato, ponendola in relazione con il consumo di caffè. Nel periodo di svolgimento dello studio, nel gruppo si sono presentati 334 casi di carcinoma.
L'analisi statistica ha poi mostrato che l'incidenza della malattia tra coloro che non bevono caffè è pari a 547 casi ogni 100.000 persone nell'arco di 10 anni; ben diversa la situazione tra coloro che consumano quotidianamente il caffè: nello stesso arco di tempo l'incidenza è più che dimezzata: 214 casi per 100.000 persone. Inoltre, analizzando il consumo, si è visto che il rischio cala all'aumentare della quantità di caffè bevuta: la riduzione è del 48% in con 1-2 tazze al giorno e sale al 76% con 5 tazze e più. Ovviamente nella cultura orientale il caffè ha un peso inferiore ad altre bevande toniche, come l'arcinoto tè verde. Ovvio quindi che il dato venisse incrociato anche con il consumo di quest'ultimo; tuttavia, il tè verde non ha mostrato lo stesso effetto protettivo. In conclusione, la protezione del fegato verrebbe da alcune sostanze antiossidanti specifiche del caffè.
Non esiste soltanto il fegato, però: un altro tumore anche più diffuso è quello del colon-retto, per il quale l'intreccio con abitudini alimentari è intuibilmente molto forte. Di questo si è occupato uno studio statunitense, che in effetti ha riperso in mano l'enorme campione arruolato per Nurse's Health Study (che indagava oltre 87000 infermiere) e quello dell'Health Professionals' Follow-up Study (che prendeva in esame più di 46000 medici uomini). Nel periodo di osservazione (terminato nel 1998) si sono registrati 1433 casi di tumore. Il consumo di caffè o di te non era associato a una maggiore incidenza di carcinoma del colon-retto rispetto a quello dei non consumatori, con un'incidenza di 19 casi per 100000 persone/anno. Si osservava, invece, un effetto protettivo del caffè decaffeinato: tra coloro, uomini e donne, che ne bevevano almeno 1-2 tazze al giorno, l'incidenza scendeva a 12 casi per 100000 persone /anno. Il rischio relativo, in altre parole, si riduceva del 52%. Un dato abbastanza pesante che però andrebbe a questo punto meglio indagato con ricerche mirate.
Sveva Prati
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Più consumo più protezione
L'analisi statistica ha poi mostrato che l'incidenza della malattia tra coloro che non bevono caffè è pari a 547 casi ogni 100.000 persone nell'arco di 10 anni; ben diversa la situazione tra coloro che consumano quotidianamente il caffè: nello stesso arco di tempo l'incidenza è più che dimezzata: 214 casi per 100.000 persone. Inoltre, analizzando il consumo, si è visto che il rischio cala all'aumentare della quantità di caffè bevuta: la riduzione è del 48% in con 1-2 tazze al giorno e sale al 76% con 5 tazze e più. Ovviamente nella cultura orientale il caffè ha un peso inferiore ad altre bevande toniche, come l'arcinoto tè verde. Ovvio quindi che il dato venisse incrociato anche con il consumo di quest'ultimo; tuttavia, il tè verde non ha mostrato lo stesso effetto protettivo. In conclusione, la protezione del fegato verrebbe da alcune sostanze antiossidanti specifiche del caffè.
Decaffeinato per il colon
Non esiste soltanto il fegato, però: un altro tumore anche più diffuso è quello del colon-retto, per il quale l'intreccio con abitudini alimentari è intuibilmente molto forte. Di questo si è occupato uno studio statunitense, che in effetti ha riperso in mano l'enorme campione arruolato per Nurse's Health Study (che indagava oltre 87000 infermiere) e quello dell'Health Professionals' Follow-up Study (che prendeva in esame più di 46000 medici uomini). Nel periodo di osservazione (terminato nel 1998) si sono registrati 1433 casi di tumore. Il consumo di caffè o di te non era associato a una maggiore incidenza di carcinoma del colon-retto rispetto a quello dei non consumatori, con un'incidenza di 19 casi per 100000 persone/anno. Si osservava, invece, un effetto protettivo del caffè decaffeinato: tra coloro, uomini e donne, che ne bevevano almeno 1-2 tazze al giorno, l'incidenza scendeva a 12 casi per 100000 persone /anno. Il rischio relativo, in altre parole, si riduceva del 52%. Un dato abbastanza pesante che però andrebbe a questo punto meglio indagato con ricerche mirate.
Sveva Prati
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