15 giugno 2005
Aggiornamenti e focus
Il termometro degli stili alimentari
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Quali sono i principali errori nutrizionali degli italiani? Per identificarlo e, in particolare, per diffondere una cultura della corretta alimentazione, la Società Italiana di Medicina Generale (SIMG) e la Federazione Italiana Medici Pediatri (FIMP) hanno creato, con il sostegno del Consorzio tutela grana Padano, un osservatorio nutrizionale nazionale, il primo nel suo genere, presentato in conferenza stampa a Milano. Del resto, dicono gli esperti, nel nostro paese dal 10 al 30% dei soggetti di età compresa tra i 6 e i 15 anni presentano un eccesso di peso che varia dal sovrappeso all'obesità. E le cose non vanno molto meglio per gli adulti in genere, le donne in particolare. Dai 40 ai 60 anni una donna su due è in sovrappeso o obesa e oltre i 60 anni il problema riguarda due donne su tre. Un fenomeno che cresce da Nord a Sud, cui sono strettamente legate patologie in costante aumento come le cardiocircolatorie e le metaboliche
Il dato che emerge in modo eclatante riguarda la crisi della dieta mediterranea, che, come sottolineato da uno dei relatori Davide Festi, ordinario di gastroenterologia all'Università di Bologna, ha, nella sua interezza, una funzione protettiva. Una dieta che è sorprendentemente in crisi soprattutto al sud, dove alcuni componenti fondamentali come l'olio d'oliva, la frutta e i cereali sono sempre meno consumati. In compenso al sud si mangia più pesce che al nord, dove prevalgono i carnivori. Queste informazioni arrivano dall'Osservatorio Grana Padano che ha passato al setaccio le abitudini italiane a tavola. Il tentativo in corso è quello di non soffermarsi sull'abuso quantitativo ma sugli aspetti qualitativi dei contenuti perfino a livello molecolare. Si tratta cioè, come ha spiegato Domenico Tiso, coordinatore scientifico dell'osservatorio, di compiere un'indagine qualitativa sull'alimentazione, analizzando, non solo quali cibi ci sono sulla tavola, ma anche la loro composizione in macro e micronutrienti. Per questo sono stati arruolati medici di medicina generale e pediatri di famiglia che evidenzino le carenze di nutrienti strategici e dispongano di uno strumento aggiuntivo per una migliore ananmesi nutrizionale del paziente e un miglior percorso terapeutico. La prima stima periodica, a cadenza semestrale, riguarda 8 mila italiani appartenenti a sei fasce d'età, tre di competenza del medico di famiglia e tre del pediatra. Se per gli adulti il fatto più evidente riguarda la carenza di fibre e quindi si raccomanda l'assunzione di cereali, legumi, verdure e frutta, per bambini e ragazzi sono state individuate, come ha spiegato Claudio Maffeis, docente di pediatria dell'università di Verona, tre carenze principali. Intanto è confermato il minor gradimento di frutta e ortaggi, poi a livello di micronutrienti è emersa una carenza nella quantità di calcio, vitamina D, antiossidanti e omega 3. Come a dire poco pesce e poco latte e derivati, in un'età nella quale è in corso la mineralizzazione ossea. Ma l'indagine è solo all'inizio e nel corso dei prossimi tre anni proseguirà il monitoraggio.
Marco Malagutti
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Poca prevenzione a tavola
Il dato che emerge in modo eclatante riguarda la crisi della dieta mediterranea, che, come sottolineato da uno dei relatori Davide Festi, ordinario di gastroenterologia all'Università di Bologna, ha, nella sua interezza, una funzione protettiva. Una dieta che è sorprendentemente in crisi soprattutto al sud, dove alcuni componenti fondamentali come l'olio d'oliva, la frutta e i cereali sono sempre meno consumati. In compenso al sud si mangia più pesce che al nord, dove prevalgono i carnivori. Queste informazioni arrivano dall'Osservatorio Grana Padano che ha passato al setaccio le abitudini italiane a tavola. Il tentativo in corso è quello di non soffermarsi sull'abuso quantitativo ma sugli aspetti qualitativi dei contenuti perfino a livello molecolare. Si tratta cioè, come ha spiegato Domenico Tiso, coordinatore scientifico dell'osservatorio, di compiere un'indagine qualitativa sull'alimentazione, analizzando, non solo quali cibi ci sono sulla tavola, ma anche la loro composizione in macro e micronutrienti. Per questo sono stati arruolati medici di medicina generale e pediatri di famiglia che evidenzino le carenze di nutrienti strategici e dispongano di uno strumento aggiuntivo per una migliore ananmesi nutrizionale del paziente e un miglior percorso terapeutico. La prima stima periodica, a cadenza semestrale, riguarda 8 mila italiani appartenenti a sei fasce d'età, tre di competenza del medico di famiglia e tre del pediatra. Se per gli adulti il fatto più evidente riguarda la carenza di fibre e quindi si raccomanda l'assunzione di cereali, legumi, verdure e frutta, per bambini e ragazzi sono state individuate, come ha spiegato Claudio Maffeis, docente di pediatria dell'università di Verona, tre carenze principali. Intanto è confermato il minor gradimento di frutta e ortaggi, poi a livello di micronutrienti è emersa una carenza nella quantità di calcio, vitamina D, antiossidanti e omega 3. Come a dire poco pesce e poco latte e derivati, in un'età nella quale è in corso la mineralizzazione ossea. Ma l'indagine è solo all'inizio e nel corso dei prossimi tre anni proseguirà il monitoraggio.
Marco Malagutti
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