06 aprile 2005
Aggiornamenti e focus
Vederci bene anche in sogno...
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Tra le tante abitudini che non sono oggetto di indagini rigorose c'è anche quella di indossare le lenti a contatto durante il sonno. Al di là dell'utilità di questa scelta, che dipende molto dalle inclinazioni individuali, spesso la risposta che si ascolta da oculisti e contattologi è che il risultato è molto variabile: alcuni reagiscono con cospicue infiammazioni, altri non risentono di questa pratica. Uno studio britannico, condotto a Manchester, riconsidera la situazione, partendo dall'analisi delle abitudini di coloro che si sono presentati al reparto oculistico dell'ospedale locale con una cheratite e/o con ulcere corneali. L'osservazione è durata 12 mesi e ha condotto a una serie di 80 casi di cheratite non grave e a 38 di cheratite grave.
Per questi pazienti sono stati raccolti dati relativi al tipo di lente impiegato e alle modalità di impiego ed è stata stimata l'incidenza del disturbo in funzione della situazione. La prima conferma viene dal fatto che chi dorme con le lenti a contatto è inevitabilmente più esposto a questo tipo di disturbo. In particolare, tra chi indossa la notte le lenti di idrogel (di norma le quindicinali morbide) si hanno 48 casi di cheratite non grave ogni 100 mila ma ben 96 casi ogni 10 mila di cheratite grave. Le cose vanno un po' meglio con le lenti di idrogel siliconico, che sono quelle di ultima generazione: i casi di cheratite lieve sono 98,8 per 10 mila, ma quelli di cheratite grave solo 19,8. In pratica, dovendo proprio dormire con le lenti è meglio scegliere quelle di idrogel siliconico, che sono un po' più rigide ma, come spiega uno degli autori della ricerca, Philip B Morgan dell'Università di Manchester, "hanno una superiore permeabilità all'ossigeno atmosferico, quindi dovrebbero ridurre gli effetti dell'ipossia della cornea, anche se questo non ha impedito il presentarsi di casi di cheratite anche con questo tipo di lente e anche con quelle giornaliere".
In pratica pur se l'occhio respira meglio, il rischio aumenta con l'uso notturno. Lo prova la stessa ricerca. Infatti, se si considerano le lenti quindicinali idrogel tradizionali ma portate soltanto durante il giorno, l'incidenza di cheratiti non gravi e gravi scende rispettivamente a 14,1 e 6,4 per 10 mila; l'idrogel siliconico ha prestazioni ancora migliori: nessun caso di cheratite grave, anche se con 56 casi ogni 100 mila di cheratite non grave. Insomma, la soluzione migliore, almeno per ora, sembra essere la più semplice: togliere le lenti di notte. Un altro aspetto, anche se non corroborato da studi recenti riguarda poi l'igiene della lente. Molti oculisti segnalano, soprattutto tra i più giovani, una scarsa attenzione alla pulizia della lente, si parla ovviamente di quelle quindicinali, mensili o annuali. Spesso vengono maneggiate senza prima lavarsi le mani o addirittura si ricorre alla saliva come umidificante. Questo bene non fa, soprattutto con lenti che, proprio per la loro idrofilia, sono più facilmente contaminabili.
Maurizio Imperiali
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Meglio l'idrogel di ultima generazione
Per questi pazienti sono stati raccolti dati relativi al tipo di lente impiegato e alle modalità di impiego ed è stata stimata l'incidenza del disturbo in funzione della situazione. La prima conferma viene dal fatto che chi dorme con le lenti a contatto è inevitabilmente più esposto a questo tipo di disturbo. In particolare, tra chi indossa la notte le lenti di idrogel (di norma le quindicinali morbide) si hanno 48 casi di cheratite non grave ogni 100 mila ma ben 96 casi ogni 10 mila di cheratite grave. Le cose vanno un po' meglio con le lenti di idrogel siliconico, che sono quelle di ultima generazione: i casi di cheratite lieve sono 98,8 per 10 mila, ma quelli di cheratite grave solo 19,8. In pratica, dovendo proprio dormire con le lenti è meglio scegliere quelle di idrogel siliconico, che sono un po' più rigide ma, come spiega uno degli autori della ricerca, Philip B Morgan dell'Università di Manchester, "hanno una superiore permeabilità all'ossigeno atmosferico, quindi dovrebbero ridurre gli effetti dell'ipossia della cornea, anche se questo non ha impedito il presentarsi di casi di cheratite anche con questo tipo di lente e anche con quelle giornaliere".
Ma meglio ancora toglierle
In pratica pur se l'occhio respira meglio, il rischio aumenta con l'uso notturno. Lo prova la stessa ricerca. Infatti, se si considerano le lenti quindicinali idrogel tradizionali ma portate soltanto durante il giorno, l'incidenza di cheratiti non gravi e gravi scende rispettivamente a 14,1 e 6,4 per 10 mila; l'idrogel siliconico ha prestazioni ancora migliori: nessun caso di cheratite grave, anche se con 56 casi ogni 100 mila di cheratite non grave. Insomma, la soluzione migliore, almeno per ora, sembra essere la più semplice: togliere le lenti di notte. Un altro aspetto, anche se non corroborato da studi recenti riguarda poi l'igiene della lente. Molti oculisti segnalano, soprattutto tra i più giovani, una scarsa attenzione alla pulizia della lente, si parla ovviamente di quelle quindicinali, mensili o annuali. Spesso vengono maneggiate senza prima lavarsi le mani o addirittura si ricorre alla saliva come umidificante. Questo bene non fa, soprattutto con lenti che, proprio per la loro idrofilia, sono più facilmente contaminabili.
Maurizio Imperiali
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