07 novembre 2008
Aggiornamenti e focus
Consigli contro il tumore
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Il tumore del seno è il più frequente tra quelli femminili, ma è forse il meglio curabile specie se individuato precocemente, tanto che oggi più dell'80% dei tumori viene sconfitto. Il percorso da compiere per vincerlo però è lungo, intralciato da paure, dubbi, solitudine, e spesso non basta lo spazio nei colloqui con l'oncologo per affrontare tutti gli aspetti come invece richiedono le donne. C'è poi il rischio che parte di quello che viene detto dal medico sia dimenticato. Da questo è nata l'idea di prolungare il colloquio con un facile strumento che informi le pazienti e le aiuti a gestire meglio i cambiamenti che si susseguono, emozioni comprese. Un'équipe di oncologi coordinati da Sandro Barni, primario UO Oncologia medica dell'Ospedale di Treviglio (BG), ha realizzato per iniziativa di AstraZeneca e con il patrocinio della Fondazione AIOM (Associazione Italiana di Oncologia Medica) il programma "Punto d'incontro". È una serie di tre opuscoli, più un diario, che, spiega Barni: "Offrono un supporto informativo, psicologico e pratico per ognuna delle tre fasi essenziali del percorso terapeutico: diagnosi e intervento chirurgico, terapia adiuvante (dopo l'intervento), terapia ormonale (sempre nel post-intervento)". Scritti con linguaggio chiaro e comprensibile a tutti, sintetici e con taglio prevalentemente pratico, corredati da glossari e soprattutto da testimonianze e consigli di altre donne che hanno vissuto l'esperienza del tumore, i libretti sono distribuiti agli oncologi interessati che li forniscono alle pazienti.
"Il primo impatto con l'oncologo è sempre travolgente, la maggior parte delle donne ha paura ed è dal primo incontro che deve nascere l'alleanza medico-paziente" dice Teresa Gamucci, primario UOC Oncologia Medica della ASL di Frosinone. "Le malate a volte dicono che trovare un medico con il quale parlare e da cui essere rassicurate è quasi più importante della cura stessa". Un altro momento critico è quando la donna ha subito l'intervento chirurgico: "E' spaventata" riprende Barni "perché non sa bene a che punto è del percorso e che cosa l'attende, è come se fosse entrata in un tunnel, e deve capire che adesso è uscita e deve vivere. Ora che si guariscono di più i malati di cancro (in generale, oggi la media è metà) bisogna concentrarsi sulla loro qualità di vita. E far capire che ci si occupa di loro a 360 gradi: tutti gli aspetti vanno affrontati con la donna in cura per il tumore del seno, dagli effetti collaterali delle terapie alla sessualità o ai problemi con i figli". Per capire a cosa ci si riferisce bastano i contenuti degli opuscoli, intitolati per esempio Non sei più sola, Gestire le emozioni, La terapia per te, Affrontare il futuro, Le terapie adiuvanti in dettaglio, Prendersi cura di se stesse, Come evitare che il tumore ritorni, Mangiare sano aiuta, Ritorna a goderti la vita, Essere onesta con chi ti ama. C'è poi il diario, sul quale annotare pensieri ed emozioni, ma anche date, appuntamenti, dubbi e sintomi di cui parlare con il medico. Punto d'Incontro ha poi ovviamente l'intento di aumentare la consapevolezza delle donne sulla loro malattia. "La comunicazione con l'oncologo deve continuare nel tempo" aggiunge Barni " e in questo modo tornando a ogni colloquio successivo la paziente saprà qualcosa di più e ci si augura saprà gestirsi meglio. Ci sono per esempio studi americani che mostrano come più del 10% delle donne, nella pratica forse il 30%, non assuma i farmaci regolarmente e per il tempo previsto: va invece spiegato che questo è indispensabile e quanto riduce il rischio di recidiva, e che la chemio è sempre più tollerabile e dura comunque pochi mesi, e l'ormonoterapia ha anch'essa effetti collaterali ance se pochi e dura circa cinque anni". Problemi clinici, quindi, e d'altra natura. Conclude Barni: "La guarigione risolve quasi tutti i problemi medici e ne lascia spesso aperti di nuovi, di tipo psicologico e sociale. In Italia ci sono circa 1.600.000 persone che sono guarite da tumori, in generale, e che devono confrontarsi con nuove difficoltà, per esempio il rientro al lavoro".
Viviana Zanardi
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Qualità di vita, oltre alla cura
"Il primo impatto con l'oncologo è sempre travolgente, la maggior parte delle donne ha paura ed è dal primo incontro che deve nascere l'alleanza medico-paziente" dice Teresa Gamucci, primario UOC Oncologia Medica della ASL di Frosinone. "Le malate a volte dicono che trovare un medico con il quale parlare e da cui essere rassicurate è quasi più importante della cura stessa". Un altro momento critico è quando la donna ha subito l'intervento chirurgico: "E' spaventata" riprende Barni "perché non sa bene a che punto è del percorso e che cosa l'attende, è come se fosse entrata in un tunnel, e deve capire che adesso è uscita e deve vivere. Ora che si guariscono di più i malati di cancro (in generale, oggi la media è metà) bisogna concentrarsi sulla loro qualità di vita. E far capire che ci si occupa di loro a 360 gradi: tutti gli aspetti vanno affrontati con la donna in cura per il tumore del seno, dagli effetti collaterali delle terapie alla sessualità o ai problemi con i figli". Per capire a cosa ci si riferisce bastano i contenuti degli opuscoli, intitolati per esempio Non sei più sola, Gestire le emozioni, La terapia per te, Affrontare il futuro, Le terapie adiuvanti in dettaglio, Prendersi cura di se stesse, Come evitare che il tumore ritorni, Mangiare sano aiuta, Ritorna a goderti la vita, Essere onesta con chi ti ama. C'è poi il diario, sul quale annotare pensieri ed emozioni, ma anche date, appuntamenti, dubbi e sintomi di cui parlare con il medico. Punto d'Incontro ha poi ovviamente l'intento di aumentare la consapevolezza delle donne sulla loro malattia. "La comunicazione con l'oncologo deve continuare nel tempo" aggiunge Barni " e in questo modo tornando a ogni colloquio successivo la paziente saprà qualcosa di più e ci si augura saprà gestirsi meglio. Ci sono per esempio studi americani che mostrano come più del 10% delle donne, nella pratica forse il 30%, non assuma i farmaci regolarmente e per il tempo previsto: va invece spiegato che questo è indispensabile e quanto riduce il rischio di recidiva, e che la chemio è sempre più tollerabile e dura comunque pochi mesi, e l'ormonoterapia ha anch'essa effetti collaterali ance se pochi e dura circa cinque anni". Problemi clinici, quindi, e d'altra natura. Conclude Barni: "La guarigione risolve quasi tutti i problemi medici e ne lascia spesso aperti di nuovi, di tipo psicologico e sociale. In Italia ci sono circa 1.600.000 persone che sono guarite da tumori, in generale, e che devono confrontarsi con nuove difficoltà, per esempio il rientro al lavoro".
Viviana Zanardi
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