20 giugno 2008
Aggiornamenti e focus
L'articolazione
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Artrosi (osteoartrite) e artrite reumatoide sono due patologie che colpiscono le articolazioni, cioè le strutture che avvolgono la parte terminale di un osso e ne permettono i movimenti nei confronti dell'osso contiguo. Nella figura 1 vediamo quali sono gli elementi costitutivi di un'articolazione sana. Il tendine è un fascio di fibre, resistenti alla trazione, che mantiene unite le due ossa adiacenti; sul tendine si inseriscono i muscoli che ci permettono di muoverci. La cartilagine è il tessuto che riveste le estremità delle ossa lunghe: è costituita da una matrice ricca di acqua, più "morbida" ed elastica, rispetto a quella ossea. L'acqua svolge due importanti funzioni: lubrifica e trasporta le sostanze nutritizie necessarie che la cartilagine, non essendo vascolarizzata, non riceve dal torrente sanguigno. Il liquido sinoviale, avvolto dalla membrana sinoviale, esplica una funzione "cuscinetto" permettendo alle cartilagine di ruotare senza che vi sia attrito. Se la giuntura tra due ossa fosse diretta, senza la fessura sinoviale, lo sfregamento prodotto dai movimenti porterebbe ad un rapido sfaldamento della matrice. La particolare forma dei due capi ossei, che s'incontrano nell'articolazione, e la posizione e direzione dei legamenti tendinei condizionano severamente i tipi di movimenti di ogni singola giuntura. In pratica l'ampiezza di flessioni, estensioni e rotazioni varia a seconda dell'articolazione che si vuole considerare (es. mano, spalla, collo).
L'artrosi inizia con una progressiva degenerazione del tessuto cartilagineo che, assottigliandosi, porta ad una riduzione dello spazio interarticolare con conseguente avvicinamento, fino al contatto, dei bordi dei due capi ossei. La capsula articolare perde aderenza, l'articolazione diviene meno stabile e si deforma asimmetricamente compromettendo i movimenti. La deformazione è causata da una irregolare proliferazione della matrice ossea che origina da una serie di meccanismi compensativi: la perdita di tessuto cartilagineo, la pressione dovuta al contatto tra i margini ossei, eventuali microfratture generate dal contatto, sono tutti stimoli che portano alla formazione dei caratteristici speroni (osteofiti). All'inizio la cartilagine perde gradualmente le sue caratteristiche morfologiche e la sua elasticità, può anche sfaldarsi liberando piccoli frammenti nello spazio articolare. Proprio questi frammenti circolanti sono responsabili dell'infiammazione della membrana sinoviale, un evento che aggrava i sintomi del malato. Non si sa quale sia l'evento iniziale che determina la comparsa di questa malattia ma, successivamente, la progressione viene influenzata da diversi fattori: la qualità delle cartilagine all'inizio della degenerazione (ereditarietà), eventuali traumi, l'età e l'alimentazione. L'artrosi colpisce più spesso le piccole articolazioni interfalangee distali delle dita (quelle più lontane dal palmo della mano) e le grandi articolazioni sottoposte al carico del peso corporeo, come il ginocchio, la caviglia e la colonna vertebrale. Con l'avanzare dell'età la degenerazione artrosica è quasi inevitabile, ma ha un decorso lento e raramente invalidante. Quando, invece, la patologia insorge in giovane età i sintomi sono più acuti e limitano maggiormente la qualità di vita del paziente. L'artrosi del ginocchio e ancor più quella dell'anca, per fortuna molto rara, hanno esiti fortemente invalidanti, tali da richiedere interventi per l'inserimento di protesi.
L'artrite reumatoide è un'infiammazione cronica su base autoimmune: colpisce principalmente le articolazioni degli arti, in maniera simmetrica, ma può indurre complicazioni anche in altre sedi dell'organismo (noduli, vasculite). Per motivi da chiarire il sistema immunitario aggredisce la membrana sinoviale. La membrana sinoviale si infiamma e diventa ipertrofica, nel liquido sinoviale si ha formazione di essudato dovuto alle infiltrazioni di complessi antigene-anticorpo (grosse molecole) e la capsula articolare si gonfia. In pratica l'esordio della malattia si manifesta con tumefazione dell'articolazione colpita, che si presenta calda arrossata e dolorante. Con il progredire dell'infiammazione si avrà ulteriore ispessimento della membrana sinoviale, che si ripiega verso l'interno della fessura interarticolare (panno che ricopre la cartilagine), erosione della cartilagine e dell'osso sottostante (osteoporosi). Con li passare degli anni le articolazioni colpite si deformano vistosamente, assumendo conformazioni specifiche di questa patologia. Nelle mani si osserva una tipica deformazione a "z" a causa della deviazione radiale del polso e della deviazione ulnare delle dita.
Elisa Lucchesini
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L'artrosi inizia con una progressiva degenerazione del tessuto cartilagineo che, assottigliandosi, porta ad una riduzione dello spazio interarticolare con conseguente avvicinamento, fino al contatto, dei bordi dei due capi ossei. La capsula articolare perde aderenza, l'articolazione diviene meno stabile e si deforma asimmetricamente compromettendo i movimenti. La deformazione è causata da una irregolare proliferazione della matrice ossea che origina da una serie di meccanismi compensativi: la perdita di tessuto cartilagineo, la pressione dovuta al contatto tra i margini ossei, eventuali microfratture generate dal contatto, sono tutti stimoli che portano alla formazione dei caratteristici speroni (osteofiti). All'inizio la cartilagine perde gradualmente le sue caratteristiche morfologiche e la sua elasticità, può anche sfaldarsi liberando piccoli frammenti nello spazio articolare. Proprio questi frammenti circolanti sono responsabili dell'infiammazione della membrana sinoviale, un evento che aggrava i sintomi del malato. Non si sa quale sia l'evento iniziale che determina la comparsa di questa malattia ma, successivamente, la progressione viene influenzata da diversi fattori: la qualità delle cartilagine all'inizio della degenerazione (ereditarietà), eventuali traumi, l'età e l'alimentazione. L'artrosi colpisce più spesso le piccole articolazioni interfalangee distali delle dita (quelle più lontane dal palmo della mano) e le grandi articolazioni sottoposte al carico del peso corporeo, come il ginocchio, la caviglia e la colonna vertebrale. Con l'avanzare dell'età la degenerazione artrosica è quasi inevitabile, ma ha un decorso lento e raramente invalidante. Quando, invece, la patologia insorge in giovane età i sintomi sono più acuti e limitano maggiormente la qualità di vita del paziente. L'artrosi del ginocchio e ancor più quella dell'anca, per fortuna molto rara, hanno esiti fortemente invalidanti, tali da richiedere interventi per l'inserimento di protesi.
L'artrite reumatoide è un'infiammazione cronica su base autoimmune: colpisce principalmente le articolazioni degli arti, in maniera simmetrica, ma può indurre complicazioni anche in altre sedi dell'organismo (noduli, vasculite). Per motivi da chiarire il sistema immunitario aggredisce la membrana sinoviale. La membrana sinoviale si infiamma e diventa ipertrofica, nel liquido sinoviale si ha formazione di essudato dovuto alle infiltrazioni di complessi antigene-anticorpo (grosse molecole) e la capsula articolare si gonfia. In pratica l'esordio della malattia si manifesta con tumefazione dell'articolazione colpita, che si presenta calda arrossata e dolorante. Con il progredire dell'infiammazione si avrà ulteriore ispessimento della membrana sinoviale, che si ripiega verso l'interno della fessura interarticolare (panno che ricopre la cartilagine), erosione della cartilagine e dell'osso sottostante (osteoporosi). Con li passare degli anni le articolazioni colpite si deformano vistosamente, assumendo conformazioni specifiche di questa patologia. Nelle mani si osserva una tipica deformazione a "z" a causa della deviazione radiale del polso e della deviazione ulnare delle dita.
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