23 novembre 2007
Aggiornamenti e focus
L'importante è pungere
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Le linee guida nazionali e internazionali non danno indicazioni preferenziali su un trattamento specifico nel dolore lombare cronico in quanto non ci sono evidenze che uno sia meglio dell'altro. Su molti di questi metodi sono stati condotti studi clinici, ma tra intervento comportamentale, uso di antinfiammatori non steroidei e fisioterapia, nessuno ha dimostrato una maggiore efficacia rispetto agli altri. E' anche stata testata la validità dell'agopuntura come trattamento non convenzionale ma con risultati controversi.
In Germania, dove la rimborsabilità dell'agopuntura è da molto tempo oggetto di discussione in materia sanitaria, è stato condotto uno studio sul metodo, finanziato, per altro, dalle stesse compagnie di assicurazioni per la copertura sanitaria. Nei German Acupuncture Trials (GERAC), iniziati nel 2002, sono state valutate, su un campione di circa 1100 soggetti, diverse indicazioni terapeutiche, di recente anche il dolore lombare cronico. Per la prima volta, l'agopuntura è stata confrontata con un trattamento fatto sempre con aghi ma con una modalità non aderente alla medicina tradizionale cinese, e con una terapia convenzionale prevista dalle linee guida. Con risultati inattesi. Primo tra tutti, la non superiorità dell'agopuntura ortodossa rispetto a quella teoricamente finta. La differenza tra i due metodi era nella profondità a cui si inserivano gli aghi, più a fondo (5-40 mm) secondo la tradizione, più superficialmente (1-2 mm) nell'altro. Inoltre, nel primo caso l'agopuntore eseguiva una stimolazione manuale che induceva il Qi, cioè la sensazione diffusa e radiante di analgesia, che nel secondo caso non veniva proposta. In ognuno dei due gruppi, sottoposti a questi trattamenti per sei mesi, la risposta positiva era stata ottenuta da quasi la metà dei pazienti. A questo dato va aggiunto un altro elemento inatteso: solo un quarto del gruppo in terapia convenzionale, una fisioterapia con esercizi presso un medico o un fisioterapista, otteneva un risultato analogo agli altri pazienti.
In una prima riflessione, gli autori si domandano quanto, a questo punto, sia importante l'apprendimento dei punti dell'agopuntura cinese. Inoltre fanno notare che il confronto tra le due forme di agopuntura è stato tra gli effetti specifici fisiologici e quelli non specifici, di natura più psicologica come per esempio aspettative positive, un maggior contatto con il medico, il sottoporsi a una tecnica più invasiva come l'inserimento di aghi. Tra le possibili conclusioni, l'ipotesi che non ci siano effetti ??specifici dell'agopuntura e se ci sono, sono minoritari oppure non ancora noti e chiari. E la superiorità rispetto al metodo convenzionale potrebbe suggerire un meccanismo, sottostante le due forme di agopuntura, che agisce sulla generazione e sulla trasmissione del dolore, o sui processi che interessano il segnale dolorifico. Meccanismo più potente di quello messo in atto dalla fisioterapia, anche se resta da capire a quale profondità di inserimento l'ago diventa veramente efficace.
Simona Zazzetta
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Con e senza il Qi
In Germania, dove la rimborsabilità dell'agopuntura è da molto tempo oggetto di discussione in materia sanitaria, è stato condotto uno studio sul metodo, finanziato, per altro, dalle stesse compagnie di assicurazioni per la copertura sanitaria. Nei German Acupuncture Trials (GERAC), iniziati nel 2002, sono state valutate, su un campione di circa 1100 soggetti, diverse indicazioni terapeutiche, di recente anche il dolore lombare cronico. Per la prima volta, l'agopuntura è stata confrontata con un trattamento fatto sempre con aghi ma con una modalità non aderente alla medicina tradizionale cinese, e con una terapia convenzionale prevista dalle linee guida. Con risultati inattesi. Primo tra tutti, la non superiorità dell'agopuntura ortodossa rispetto a quella teoricamente finta. La differenza tra i due metodi era nella profondità a cui si inserivano gli aghi, più a fondo (5-40 mm) secondo la tradizione, più superficialmente (1-2 mm) nell'altro. Inoltre, nel primo caso l'agopuntore eseguiva una stimolazione manuale che induceva il Qi, cioè la sensazione diffusa e radiante di analgesia, che nel secondo caso non veniva proposta. In ognuno dei due gruppi, sottoposti a questi trattamenti per sei mesi, la risposta positiva era stata ottenuta da quasi la metà dei pazienti. A questo dato va aggiunto un altro elemento inatteso: solo un quarto del gruppo in terapia convenzionale, una fisioterapia con esercizi presso un medico o un fisioterapista, otteneva un risultato analogo agli altri pazienti.
Quel che conta è l'ago
In una prima riflessione, gli autori si domandano quanto, a questo punto, sia importante l'apprendimento dei punti dell'agopuntura cinese. Inoltre fanno notare che il confronto tra le due forme di agopuntura è stato tra gli effetti specifici fisiologici e quelli non specifici, di natura più psicologica come per esempio aspettative positive, un maggior contatto con il medico, il sottoporsi a una tecnica più invasiva come l'inserimento di aghi. Tra le possibili conclusioni, l'ipotesi che non ci siano effetti ??specifici dell'agopuntura e se ci sono, sono minoritari oppure non ancora noti e chiari. E la superiorità rispetto al metodo convenzionale potrebbe suggerire un meccanismo, sottostante le due forme di agopuntura, che agisce sulla generazione e sulla trasmissione del dolore, o sui processi che interessano il segnale dolorifico. Meccanismo più potente di quello messo in atto dalla fisioterapia, anche se resta da capire a quale profondità di inserimento l'ago diventa veramente efficace.
Simona Zazzetta
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