05 gennaio 2007
Aggiornamenti e focus, Speciale Depressione
Dagli abusi alla depressione
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Che i problemi in età adulta aumentino se da bambini si è stati sottoposti a più tipi di abusi è un fatto che può apparire piuttosto evidente. Certo il recente allarme Unicef che parla di 8,4 milioni di bambini sfruttati nelle forme peggiori di lavoro minorile e di quasi due milioni coinvolti nell'industria del sesso e sottoposti a violenze fisiche e sessuali rende le cose, se possibile, ancora più spaventose. A fronte di queste evidenze pochi studi hanno affrontato in modo sistematico e longitudinale la relazione tra questi abusi, sia fisici sia morali, sulle successive condizioni psichiatriche, la depressione innanzitutto, in età adulta. Ci hanno provato ricercatori statunitensi che hanno pubblicato il risultato del loro lavoro sugli Archives of General Psychiatry. E non c'è da stare allegri.
I numeri statunitensi per cominciare. I dati del 2002 parlano di 2,6 milioni di casi di possibili maltrattamenti su minori, dei quali 896000 accertati dopo le verifiche del caso. Un fenomeno, spiegano i ricercatori, spesso associato a successive depressioni adulte ma mai adeguatamente indagato. La maggior parte degli studi associano la violenza, sessuale in particolare e sul sesso femminile, ai fenomeni depressivi. Pochi studi però, hanno contemplato sia uomini sia donne e la violenza in toto, cioè non solo sessuale ma anche psicologica. In più spesso gli studi disponibili si sono avvalsi di dati autoreferenziali e non sufficientemente supportati sul piano scientifico. In sintesi nel passato è risultato difficile definire relazioni causali precise tra il fenomeno della violenza e quello della depressione adulta. Quello presentato dal gruppo di ricerca americano è, perciò, il primo studio prospettico sul rischio depressione su un gruppo di bambini, maschi e femmine, con casi documentati di abuso sessuale e fisico nonché di abbandoni. L'occasione così per verificare il rischio, valutarne le differenze in base al tipo di abuso nonché l'età a cui si inizia a manifestare la depressione. In più il gruppo di ricerca si è "allargato" a verificare l'esistenza di comorbidità con altre malattie psichiatriche sugli stessi soggetti seguiti fino all'età adulta. Per capire se si manifestano e quando ciò accade.
Lo studio ha considerato 676 bambini di età inferiore a 11 anni messi a confronto con 520 non sottoposti a violenze. Tutti seguiti fino ai 28 di età in media. E le conclusioni sono inequivocabili. L'abuso fisico ma anche quello morale determinano in molti casi un aumentato rischio di depressione permanente. I numeri confermano. L'aumento del rischio è del 51% nel suo complesso, del 59% per quelli che hanno subito abusi fisici e del 75% per quelli che hanno vissuto esperienze di abuso multiple. Una depressione che, precisano i ricercatori, in molti casi comincia già durante l'infanzia. I risultati della ricerca vanno comunque presi con una certa cautela, non mancano, infatti, i limiti nello studio che rendono difficile la generalizzazione. Ciò nonostante, sottolinea in conclusione lo studio, è importante intervenire precocemente nella vita di questi bambini, prima che la cascata dei sintomi depressivi abbia il sopravvento.
Marco Malagutti
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Finora poche indagini
I numeri statunitensi per cominciare. I dati del 2002 parlano di 2,6 milioni di casi di possibili maltrattamenti su minori, dei quali 896000 accertati dopo le verifiche del caso. Un fenomeno, spiegano i ricercatori, spesso associato a successive depressioni adulte ma mai adeguatamente indagato. La maggior parte degli studi associano la violenza, sessuale in particolare e sul sesso femminile, ai fenomeni depressivi. Pochi studi però, hanno contemplato sia uomini sia donne e la violenza in toto, cioè non solo sessuale ma anche psicologica. In più spesso gli studi disponibili si sono avvalsi di dati autoreferenziali e non sufficientemente supportati sul piano scientifico. In sintesi nel passato è risultato difficile definire relazioni causali precise tra il fenomeno della violenza e quello della depressione adulta. Quello presentato dal gruppo di ricerca americano è, perciò, il primo studio prospettico sul rischio depressione su un gruppo di bambini, maschi e femmine, con casi documentati di abuso sessuale e fisico nonché di abbandoni. L'occasione così per verificare il rischio, valutarne le differenze in base al tipo di abuso nonché l'età a cui si inizia a manifestare la depressione. In più il gruppo di ricerca si è "allargato" a verificare l'esistenza di comorbidità con altre malattie psichiatriche sugli stessi soggetti seguiti fino all'età adulta. Per capire se si manifestano e quando ciò accade.
Lo studio statunitense
Lo studio ha considerato 676 bambini di età inferiore a 11 anni messi a confronto con 520 non sottoposti a violenze. Tutti seguiti fino ai 28 di età in media. E le conclusioni sono inequivocabili. L'abuso fisico ma anche quello morale determinano in molti casi un aumentato rischio di depressione permanente. I numeri confermano. L'aumento del rischio è del 51% nel suo complesso, del 59% per quelli che hanno subito abusi fisici e del 75% per quelli che hanno vissuto esperienze di abuso multiple. Una depressione che, precisano i ricercatori, in molti casi comincia già durante l'infanzia. I risultati della ricerca vanno comunque presi con una certa cautela, non mancano, infatti, i limiti nello studio che rendono difficile la generalizzazione. Ciò nonostante, sottolinea in conclusione lo studio, è importante intervenire precocemente nella vita di questi bambini, prima che la cascata dei sintomi depressivi abbia il sopravvento.
Marco Malagutti
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