15 marzo 2006
Aggiornamenti e focus, Speciale Depressione
Il lato oscurato della depressione
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La depressione è, per definizione, un disturbo dell'umore e come tale caratterizzato dalla presenza quotidiana, per almeno due settimane consecutive, di umore depresso e da alcuni sintomi rivelatori (disturbi del sonno, scarso appetito e perdita di peso, mancanza di volontà ecc...). Ma depressione non è soltanto questo e l'attenzione, quindi, non va focalizzata semplicemente sui sintomi emotivi o affettivi. Il 70% dei pazienti depressi, infatti, presenta dal principio anche sintomi fisici: dolenzie indefinite e diffuse, mal di schiena, dolori addominali e mal di testa, per intendersi. E spesso sono proprio i sintomi fisici a rappresentare il problema principale dei pazienti depressi e a rendere più difficile la diagnosi. A soffermarsi su questi aspetti spesso sottovalutati, e a cercare di descrivere in modo globale l'esperienza della depressione, è stata una ricerca Eurisko, promossa da aziende impegnate nel settore come Boehringer e Lilly, e presentata a Milano sotto l'egida della World Federation for Mental Health (Wfmh)
Numeri per cominciare. A soffrire di depressione, dice l'Organizzazione Mondiale della Sanità, sono oggi oltre 120 milioni di persone nel mondo, di cui 60 milioni in Europa. In più, vaticina la massima istituzione mondiale in campo sanitario, entro il 2020 rappresenterà la seconda causa di disabilità nel pianeta. Numeri piuttosto inquietanti, anche se, va detto, ridimensionati da una recente ricerca della School of Social Work dell'Università di New York, secondo la quale i test che misurano la depressione non distinguono tra chi realmente soffre di una malattia mentale e chi, invece, sta attraversando un momento difficile per motivi contingenti. Un fatto che ingigantisce inevitabilmente i numeri. Ma a prescindere dalle statistiche, la depressione è un fatto reale come sa bene chi ci è passato. Donne, nella maggior parte dei casi, residenti al Nord-Ovest e specie in grandi città, con titolo di studio elementare e reddito basso, secondo l'identikit fornito dall'Eurisko. I dati dell'indagine presentata a Milano riguardano un campione di 140 pazienti maggiorenni e oltre 150 medici di famiglia. Il primo aspetto messo in evidenza dall'indagine è la difficoltà a essere riconosciuti come affetti dalla malattia, che riguarda in particolare i pazienti con sintomi fisici. Disturbi che, come spiegato da Isabella Cecchini, direttore del Dipartimento Eurisko Ricerche sulla salute, il 96% dei malati considera gravi, ma riconosciuti come tali soltanto dal 61% dei medici. Ne consegue insoddisfazione per la terapia scelta, un'insoddisfazione che va di pari passo con quella evidenziata da un'indagine della Wfmh statunitense, rappresentata a Milano dal suo direttore Preston Garrison. L'indagine della Wfmh ha confermato, infatti, come oltre la metà dei depressi soffra anche di dolori fisici, definiti fastidiosi nell'80% dei casi e responsabili di 19 giornate di lavoro perse ogni anno. Dopo quasi un anno di silenzio, 8 su 10 si rivolgono al medico di famiglia, ricevendo una diagnosi corretta solo nella metà dei casi. Ecco perché gli esperti presenti alla conferenza stampa, cioè Giovanni Battista Cassano, a capo del dipartimento di psichiatria dell'Università di Pisa e Eugenio Aguglia, presidente della Società italiana di psichiatria, hanno invocato più ricerca e farmaci nuovi per dare nuovo slancio alla cura di una malattia che, va ribadito, non colpisce solo la mente.
Marco Malagutti
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L'indagine Eurisko
Numeri per cominciare. A soffrire di depressione, dice l'Organizzazione Mondiale della Sanità, sono oggi oltre 120 milioni di persone nel mondo, di cui 60 milioni in Europa. In più, vaticina la massima istituzione mondiale in campo sanitario, entro il 2020 rappresenterà la seconda causa di disabilità nel pianeta. Numeri piuttosto inquietanti, anche se, va detto, ridimensionati da una recente ricerca della School of Social Work dell'Università di New York, secondo la quale i test che misurano la depressione non distinguono tra chi realmente soffre di una malattia mentale e chi, invece, sta attraversando un momento difficile per motivi contingenti. Un fatto che ingigantisce inevitabilmente i numeri. Ma a prescindere dalle statistiche, la depressione è un fatto reale come sa bene chi ci è passato. Donne, nella maggior parte dei casi, residenti al Nord-Ovest e specie in grandi città, con titolo di studio elementare e reddito basso, secondo l'identikit fornito dall'Eurisko. I dati dell'indagine presentata a Milano riguardano un campione di 140 pazienti maggiorenni e oltre 150 medici di famiglia. Il primo aspetto messo in evidenza dall'indagine è la difficoltà a essere riconosciuti come affetti dalla malattia, che riguarda in particolare i pazienti con sintomi fisici. Disturbi che, come spiegato da Isabella Cecchini, direttore del Dipartimento Eurisko Ricerche sulla salute, il 96% dei malati considera gravi, ma riconosciuti come tali soltanto dal 61% dei medici. Ne consegue insoddisfazione per la terapia scelta, un'insoddisfazione che va di pari passo con quella evidenziata da un'indagine della Wfmh statunitense, rappresentata a Milano dal suo direttore Preston Garrison. L'indagine della Wfmh ha confermato, infatti, come oltre la metà dei depressi soffra anche di dolori fisici, definiti fastidiosi nell'80% dei casi e responsabili di 19 giornate di lavoro perse ogni anno. Dopo quasi un anno di silenzio, 8 su 10 si rivolgono al medico di famiglia, ricevendo una diagnosi corretta solo nella metà dei casi. Ecco perché gli esperti presenti alla conferenza stampa, cioè Giovanni Battista Cassano, a capo del dipartimento di psichiatria dell'Università di Pisa e Eugenio Aguglia, presidente della Società italiana di psichiatria, hanno invocato più ricerca e farmaci nuovi per dare nuovo slancio alla cura di una malattia che, va ribadito, non colpisce solo la mente.
Marco Malagutti
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