Videogame, puro divertimento

18 luglio 2007
Aggiornamenti e focus

Videogame, puro divertimento



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La crescita esplosiva delle vendite dei videogiochi è stato un caso quasi senza precedenti nella storia dei mezzi di intrattenimento. Solo nel periodo di diffusione di massa della televisione si sono verificate reazioni e commenti così aspramente contrapposti e ricavi di portata così rilevante. Una statistica del 1998 rivelava che nei soli Stati Uniti il 90 per cento delle famiglie possedeva una consolle o un computer dedicato ai videogame, innescando un giro di affari che superava i 6,3 miliardi di dollari. Il target principale dei produttori di divertimento digitale è ovviamente quello degli adolescenti. In questa fascia di età si formano le basi per la vita di relazione e anche per i successi scolastici e lavorativi. Di conseguenza i critici pensano che una distrazione che può assorbire tanto tempo possa essere nociva.

Si gioca troppo?


Sebbene sia noto che gli adolescenti americani dedicano molto tempo ai videogiochi, non esiste una letteratura scientifica sufficientemente ampia che chiarisca e quantifichi il concetto. Alcune ricerche hanno rivelato che il 41 per cento dei ragazzi di età compresa tra 8 e 18 anni si dedica ai giochi elettronici almeno una volta al giorno, per mediamente 32 minuti. Tuttavia questi lavori si sono basati unicamente sul tempo trascorso giocando, tralasciando di analizzare le attività di tutte le 24 ore di una giornata. Alcuni ricercatori hanno allora deciso di condurre uno studio che prendesse in esame l'intera giornata in modo da ottenere dati sufficienti a valutare compiutamente la relazione tra i videogiochi e l'eventuale tempo "rubato" ad attività più formative. Il campione di studio è stato composto da 1491 individui, di età variabile tra 10 e 19 anni, scelti in maniera da rappresentare l'intera popolazione adoloscente statunitense. La raccolta dei dati è avvenuta consegnando a tutti i ragazzi un diario giornaliero sul quale sono state registrate le attività sostenute in un giorno della settimana e in uno del week-end, entrambi scelti a caso dai ricercatori.

Esagera solo 1 su 3


Nell'ambito dell'esaustivo campione selezionato i dati raccolti hanno evidenziato che la passione per i videogame coinvolge solo il 36 per cento dei ragazzi, mediamente per 90 minuti al giorno. E' interessante riportare il dato riguardante il tempo dedicato alle televisione che è risultato essere triplo rispetto a quello passato giocando. Inoltre, anche all'interno del gruppo dei giocatori non è stata evidenziata una diminuzione del tempo trascorso con la famiglia e gli amici, fornendo le basi per smontare la teoria secondo la quale i videogiocatori sarebbero socialmente isolati. Come detto non è il caso di lanciare anatemi contro i videogiochi ma è comunque lecito considerarli un "fattore di rischio" nei confronti dello studio poiché i giocatori passano il 30 per cento in meno del tempo leggendo e studiando. Il processo contro i videogiochi ha anche altre prove a vantaggio della difesa: si sa che chi eccelle nello studio spesso impiega molto meno tempo dei colleghi a svolgere le attività scolastiche, per cui potrebbe scegliere di passare una parte del proprio tempo libero rilassandosi con i videogame. I giochi elettronici non sono un peso per lo studio e la vita sociale, ma bisogna fare attenzione a non esagerare.

Gianluca Casponi



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