09 maggio 2008
Aggiornamenti e focus, Speciale Depressione
Una chiamata scioglie l'ansia
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La depressione è una condizione diffusa e, più o meno, tutti sanno di che cosa si tratta. Meno conosciuti, forse, sono i disturbi d'ansia, anche se la diffusione non è poi così lontana da quella della depressione. Per esempio, una ricerca internazionale, che ha reclutato un migliaio di pazienti che facevano riferimento ad ambulatori di medicina generale, quindi non una casistica selezionata, mostrava che poco meno del 20% soffriva di qualcuno dei molti disturbi che rientrano in questa categoria. L'8,6%, per esempio, soffriva di disturbo da stress post-traumatico, il 6,8% di attacchi di panico e il 6,2% di ansia sociale. Al di là del fatto che la stima possa essere in eccesso, visto che riguardava un campione di persone che comunque frequentava assiduamente il proprio medico, resta il fatto che questi disturbi possono compromettere in modo anche grave il funzionamento sociale della persona, la sua capacità di lavorare e persino contribuire all'aggravamento di malattie organiche, senza contare che in genere accusano un maggior numero di manifestazioni dolorose. Una notevole quota di chi soffre di questi disturbi non riceve cure specifiche (4 su 10). Ma se c'è un influsso della psiche sul fisico potrebbe esistere anche l'effetto simmetrico. Infatti, diversi studi hanno mostrato nei bambini affetti da malattie croniche come asma, cefalea e malattie gastrointestinali, una più elevata prevalenza dei disturbi di ansia e, anche in questa fascia d'età chi è anche ansioso sperimenta un aggravamento della malattia organica. Tanto che alcuni esperti consigliano di sottoporre a uno screening specifico per i disturbi d'ansia tutti i bambini che presentano queste malattie croniche.
E questo aspetto conduce al cuore del problema considerato da un recente articolo della rivista JAMA: la diagnosi precoce e schemi di trattamento sostenibili, anche dal punto di vista economico. Per il primo aspetto, recenti ricerche hanno dimostrato che anche una versione ridotta dello strumento di valutazione normalmente usato (un questionario in sette parti chiamato GAD7), consente di accertare con buona precisione la presenza del disturbo. Questa versione abbreviata, chiamata GAD2, focalizza l'intervista sulla frequenza con cui la persona si è sentita nelle ultime due settimane sull'orlo di una crisi, o nervosa e angosciata e sul numero di volte in cui si preoccupava di non riuscire a controllare il disagio o a porvi fine. Uno strumento così semplice, dicono gli autori, ben si presterebbe a un primo screening anche da parte del medico di famiglia, riservando poi allo specialista la valutazione più approfondita di natura e gravità del disturbo. Ma anche ottenuta una diagnosi precoce resta il punto del trattamento. In tutti i paesi, con poche eccezioni come la Gran Bretagna, ottenere assistenza psichiatrica è costoso, perché si va su base privatistica, oppure molto difficile, perché i servizi pubblici sono pochi e oberati di lavoro. Un'alternativa è quella già in sperimentazione da un paio di anni, che prevede un sistema di supporto alla cura via telefono.
Operatori appositamente formati, sotto la guida di un team che comprende un internista, uno psicologo e uno psichiatra, contattavano periodicamente il paziente per valutare il suo stato ed eventualmente segnalare al curante la necessità di un aggiustamento della terapia o di andare a una visita dello specialista. Il sistema ha funzionato, soprattutto tra coloro che soffrivano di forme gravi, tanto che i due terzi di coloro che erano seguiti a questo modo avevano mostrato nell'arco di un anno un miglioramento dei sintomi pari almeno al 40%. Inoltre, la percentuale chi continuava a lavorare era molto più elevata (il 94%) tra i pazienti in trattamento assistito telefonicamente che tra coloro che erano trattati nel modo consueto (79%). I vantaggi di questa modalità sono evidenti. Chi è assistito può parlare col suo referente nell'intervallo del pranzo, o nelle ore serali, senza affrontare trasferte per un colloquio di persona. Dal'altra parte, i servizi sanitari, o negli Stati Uniti, le Health maintenance organisation possono limitare i costi del personale. D'altra parte, il telefono amico non è un invenzione dell'altro giorno...
Maurizio Imperiali
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E questo aspetto conduce al cuore del problema considerato da un recente articolo della rivista JAMA: la diagnosi precoce e schemi di trattamento sostenibili, anche dal punto di vista economico. Per il primo aspetto, recenti ricerche hanno dimostrato che anche una versione ridotta dello strumento di valutazione normalmente usato (un questionario in sette parti chiamato GAD7), consente di accertare con buona precisione la presenza del disturbo. Questa versione abbreviata, chiamata GAD2, focalizza l'intervista sulla frequenza con cui la persona si è sentita nelle ultime due settimane sull'orlo di una crisi, o nervosa e angosciata e sul numero di volte in cui si preoccupava di non riuscire a controllare il disagio o a porvi fine. Uno strumento così semplice, dicono gli autori, ben si presterebbe a un primo screening anche da parte del medico di famiglia, riservando poi allo specialista la valutazione più approfondita di natura e gravità del disturbo. Ma anche ottenuta una diagnosi precoce resta il punto del trattamento. In tutti i paesi, con poche eccezioni come la Gran Bretagna, ottenere assistenza psichiatrica è costoso, perché si va su base privatistica, oppure molto difficile, perché i servizi pubblici sono pochi e oberati di lavoro. Un'alternativa è quella già in sperimentazione da un paio di anni, che prevede un sistema di supporto alla cura via telefono.
Un team in ascolto
Operatori appositamente formati, sotto la guida di un team che comprende un internista, uno psicologo e uno psichiatra, contattavano periodicamente il paziente per valutare il suo stato ed eventualmente segnalare al curante la necessità di un aggiustamento della terapia o di andare a una visita dello specialista. Il sistema ha funzionato, soprattutto tra coloro che soffrivano di forme gravi, tanto che i due terzi di coloro che erano seguiti a questo modo avevano mostrato nell'arco di un anno un miglioramento dei sintomi pari almeno al 40%. Inoltre, la percentuale chi continuava a lavorare era molto più elevata (il 94%) tra i pazienti in trattamento assistito telefonicamente che tra coloro che erano trattati nel modo consueto (79%). I vantaggi di questa modalità sono evidenti. Chi è assistito può parlare col suo referente nell'intervallo del pranzo, o nelle ore serali, senza affrontare trasferte per un colloquio di persona. Dal'altra parte, i servizi sanitari, o negli Stati Uniti, le Health maintenance organisation possono limitare i costi del personale. D'altra parte, il telefono amico non è un invenzione dell'altro giorno...
Maurizio Imperiali
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