Giornate buie

15 dicembre 2006
Aggiornamenti e focus

Giornate buie



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Quando si parla di mali di stagione viene spontaneo pensare subito alle malattie da raffreddamento o alle sindromi influenzali. In realtà esiste anche un'altra categoria di malattie legate all'andamento stagionale, di cui però si sa molto meno: sono i disturbi affettivi stagionali, chiamati anche SAD dagli anglosassoni (acronimo di seasonal affective disorders).Sotto questa denominazione piuttosto ampia e generica trovano posto episodi stagionali di depressione, disordini bipolari e altri problemi dell'umore. Stabilire la loro reale incidenza è difficile perché la diagnosi spesso non è mirata e il medico generico può avere difficoltà a riconoscere che il problema è legato al periodo dell'anno.

Quando, dove e perché


La SAD è individuabile perché i disturbi si presentano con cadenza episodica solo nei periodi invernali e si attenuano spontaneamente all'arrivo della bella stagione. I pazienti che ne soffrono spesso hanno genitori o familiari ugualmente ammalati, qualche volta si può osservare un concomitante alcolismo e, come è logico aspettarsi, sembra che l'incidenza della malattia vari con la latitudine. Le origini non sono ancora del tutto note ma secondo alcuni psichiatri la causa organica sarebbe da ricercare in squilibri nei meccanismi della serotonina e della noradrenalina, al pari di molte altre malattie come ansia, panico e bulimia nervosa.

Si può curare


Le cure esistono e sono più di una ma - proprio a causa della difficoltà nel diagnosticare con precisione la malattia - gli studi clinici a disposizione sono al momento limitati e spesso è obbligatorio utilizzare protocolli per forme di depressione non stagionali, adattandoli al singolo individuo.
La cura con la luce si è dimostrata valida, se eseguita seguendo determinati protocolli: sembra che sia più efficace se effettuata con esposizioni molto intense al mattino, in quanto in grado di modificare i ritmi di secrezione della melatonina.
A questa si può aggiungere una psicoterapia comportamentale o una terapia farmacologica: la prima è utile nel correggere alcuni atteggiamenti negativi che rinforzano lo stato di depressione, ma mancano ancora studi clinici consistenti che dimostrino la sua efficacia nei casi di malattia stagionale.
Anche nel caso dei farmaci, le indicazioni specifiche sono scarse e bisogna fare riferimento ai trattamenti per le forme tradizionali di disturbi dell'umore ma con alcune differenze: se l'efficacio di sertralina e fluoxetina - già utilizzate da lungo tempo per curare alcune forme di depressione- sembrerebbe confermata, la stessa cosa sembra non accadere per altri agenti come citalopram, levodopa e vitamina B12.
L'impressione è che la terapia con la luce possa essere quella più valida, eventualmente rinforzata dalla psicoterapia e dai farmaci che potrebbero aiutare a prevenire le ricadute.
L'importante è fare attenzione al momento in cui si presentano i sintomi e ricordarsi di annotare eventuali associazioni tra questi e la stagione in cui si presentano: questo può aiutare il medico a eseguire una diagnosi precoce e lo specialista a impostare una terapia adeguata.

Raffaella Bergottini



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