26 maggio 2010
Aggiornamenti e focus
Scuola impreparata davanti all’epilessia
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La maggioranza degli insegnanti di scuola elementare e media non sa come soccorrere un alunno colto da crisi epilettica. A rivelarlo è un'indagine promossa dalla Lega italiana contro l'epilessia (Lice) e condotta dalla Doxa su un campione di 600 docenti delle scuole primarie e secondarie inferiori: il 99,7% degli intervistati dice di conoscere la malattia ma sei su dieci ammettono di sentirsi impreparati a un eventuale intervento, il 58% presterebbe soccorso nel modo sbagliato e quasi il 70% chiamerebbe l'ambulanza.
«Dalla ricerca» è il commento di Oriano Mecarelli, consigliere della Lice e responsabile del Centro per l'epilessia del dipartimento di Scienze neurologiche della Sapienza di Roma «emerge la necessità di un intervento formativo urgente nei confronti degli insegnanti, perché conoscano le caratteristiche della patologia e sappiano che cosa fare in caso di emergenze». Il primo problema in effetti è proprio quello dell'informazione: il 75% dei docenti ha sperimentato contatti diretti con l'epilessia (in prima persona oppure perché ne erano affetti familiari o conoscenti) mentre il 44% ha avuto o ha in classe alunni epilettici. Nonostante questo, tuttavia, pochi conoscono la materia a sufficienza: il 60% del campione, per esempio, considera l'epilessia una malattia più rara di quanto lo sia in realtà, di carattere ereditario e non guaribile. Poi viene l'impreparazione all'emergenza: il 64% del campione si ritiene poco o per nulla preparato a un eventuale intervento, il 58% si comporterebbe in modo in realtà sconsigliato (per esempio inserendo qualcosa in bocca o tenendo fermo il bambino, con il rischio di lussazioni mandibolari, fratture dentarie e dolori muscolari intensi) e quasi il 70% chiamerebbe l'ambulanza, opzione cui ricorrere soltanto in casi estremi. Infine, l'indagine ha svelato l'esistenza di pregiudizi sul rendimento scolastico dei bambini affetti da epilessia: più del 40% dei docenti ritiene che questi alunni abbiano bisogno di un sostegno scolastico, mentre uno su quattro pensa che l'epilessia possa causare disturbi mentali o del comportamento. «Se è vero che talvolta l'epilessia si manifesta nel bambino in forme gravi che comportano rilevanti deficit intellettivi e disturbi comportamentali» ricorda invece Ettore Beghi, presidente della Lice «è altrettanto vero che più spesso le forme di epilessia sono assolutamente benigne, compatibili con un rendimento scolastico del tutto adeguato».
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«Dalla ricerca» è il commento di Oriano Mecarelli, consigliere della Lice e responsabile del Centro per l'epilessia del dipartimento di Scienze neurologiche della Sapienza di Roma «emerge la necessità di un intervento formativo urgente nei confronti degli insegnanti, perché conoscano le caratteristiche della patologia e sappiano che cosa fare in caso di emergenze». Il primo problema in effetti è proprio quello dell'informazione: il 75% dei docenti ha sperimentato contatti diretti con l'epilessia (in prima persona oppure perché ne erano affetti familiari o conoscenti) mentre il 44% ha avuto o ha in classe alunni epilettici. Nonostante questo, tuttavia, pochi conoscono la materia a sufficienza: il 60% del campione, per esempio, considera l'epilessia una malattia più rara di quanto lo sia in realtà, di carattere ereditario e non guaribile. Poi viene l'impreparazione all'emergenza: il 64% del campione si ritiene poco o per nulla preparato a un eventuale intervento, il 58% si comporterebbe in modo in realtà sconsigliato (per esempio inserendo qualcosa in bocca o tenendo fermo il bambino, con il rischio di lussazioni mandibolari, fratture dentarie e dolori muscolari intensi) e quasi il 70% chiamerebbe l'ambulanza, opzione cui ricorrere soltanto in casi estremi. Infine, l'indagine ha svelato l'esistenza di pregiudizi sul rendimento scolastico dei bambini affetti da epilessia: più del 40% dei docenti ritiene che questi alunni abbiano bisogno di un sostegno scolastico, mentre uno su quattro pensa che l'epilessia possa causare disturbi mentali o del comportamento. «Se è vero che talvolta l'epilessia si manifesta nel bambino in forme gravi che comportano rilevanti deficit intellettivi e disturbi comportamentali» ricorda invece Ettore Beghi, presidente della Lice «è altrettanto vero che più spesso le forme di epilessia sono assolutamente benigne, compatibili con un rendimento scolastico del tutto adeguato».
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