07 ottobre 2005
Aggiornamenti e focus
Le altre facce dell'obesità
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E' probabile, anzi auspicabile, che le parole obesità e sovrappeso si associno rapidamente al rischio di malattie cardiovascolari, diabete, infarto, ipertensione, sedentarietà. Concetti che si spera siano entrati nell'immaginario comune della popolazione, soprattutto quella occidentale che deve fare i conti non con la malnutrizione ma con il suo contrario, cioè gli eccessi. L'Organizzazione Mondiale della Sanità riconosce la natura globale del problema e ne denuncia da tempo il peso sulla sanità pubblica. In effetti se si pensa alle malattie correlate va da sé che un soggetto obeso o sovrappeso ha molte più probabilità di aver bisogno di cure rispetto a un normopeso.
Le patologie citate tuttavia sono solo l'aspetto più evidente e forse diretto, ma ne esistono altre che, anche se meno conosciute o meno ovvie, non sono certo trascurabili. Per esempio è stato osservato che la scorretta alimentazione incide già a livello di vita fetale, e un rapido aumento di peso nell'infanzia è associato allo sviluppo di resistenza insulinica e a sindromi metaboliche. Ma il grasso condiziona anche il respiro. Il voluminoso tessuto adiposo attorno al collo esercita un'azione meccanica ostruttiva che si manifesta soprattutto durante il sonno, comportando apnea notturna. Una circonferenza del collo di circa 40 cm è associata a episodi notturni che ricorrono fino a 30 volte a notte, con tutto quello che ne consegue, dal sonno non ristoratore fino all'aumento del rischio di infarto.
L'eccesso di massa addominale, inoltre, genera un reflusso acido che contribuisce allo sviluppo di tumori esofagei, e l'iperinsulinismo è stato associato al tumore del colon. Nelle donne in post menopausa obese, il tumore della mammella è stato ricondotto a una concentrazione anomala di estrogeni liberi, causata a sua volta dalla conversione degli ormoni sessuali nei tessuti adiposi da parte delle aromatasi. Queste variazioni probabilmente spiegano la tendenza a sviluppare tumori endometriali. L'eccesso di estrogeni, inoltre, interferisce con il controllo della ghiandola pituitaria disturbando la normale funzione riproduttiva, provocando per esempio cicli anovulatori; non a caso il 6% delle infertilità primarie probabilmente si possono spiegare con l'obesità. L'alterazione degli ormoni sessuali è legata pure a fenomeni di irsutismo e allo sviluppo della sindrome dell'ovaio policistico, che porta con sé resistenza insulinica e produzione di androgeni. Nel periodo gestazionale le variazioni ormonali possono avere effetti avversi e il rischio di ricovero è da quattro a sette volte più probabile rispetto alle future mamme non obese. Anche negli uomini gli effetti si fanno sentire, in particolare quelli con obesità addominale, i disturbi vanno dall'impotenza all'infertilità.
Eccesso di carico
Le conseguenze dell'obesità sulle ossa sembrano abbastanza ovvie, e tra queste compare anche l'artrosi. Infatti sono le articolazioni, le zone dell'apparato scheletrico su cui pesa di più la massa in eccesso, in particolare ne risentono quelle del ginocchio e dell'anca. In caso di alterazioni metaboliche anche l'articolazione carpo-metacarpo della mano ne risente.Infine, un altro distretto interessato è il fegato, che può sviluppare una patologia, la steatopatia non alcolica, che ha caratteristiche istologiche tipiche della malattia da alcoolismo però è scatenata da obesità, diabete, iperlipidemia e ipertensione. I disturbi raggiungono anche la colecisti: possibilità di calcoli dovuti all'eccessiva saturazione della bile con il colesterolo.Il quadro clinico di un soggetto obeso rischia, quindi, di diventare molto complicato e anche se, per fortuna, le patologie illustrate non vengono tutte insieme, ne basta anche una per compromettere la salute o quantomeno rendere la vita meno piacevole.
Simona Zazzetta
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Respiro pesante
Le patologie citate tuttavia sono solo l'aspetto più evidente e forse diretto, ma ne esistono altre che, anche se meno conosciute o meno ovvie, non sono certo trascurabili. Per esempio è stato osservato che la scorretta alimentazione incide già a livello di vita fetale, e un rapido aumento di peso nell'infanzia è associato allo sviluppo di resistenza insulinica e a sindromi metaboliche. Ma il grasso condiziona anche il respiro. Il voluminoso tessuto adiposo attorno al collo esercita un'azione meccanica ostruttiva che si manifesta soprattutto durante il sonno, comportando apnea notturna. Una circonferenza del collo di circa 40 cm è associata a episodi notturni che ricorrono fino a 30 volte a notte, con tutto quello che ne consegue, dal sonno non ristoratore fino all'aumento del rischio di infarto.
Ormoni in subbuglio
L'eccesso di massa addominale, inoltre, genera un reflusso acido che contribuisce allo sviluppo di tumori esofagei, e l'iperinsulinismo è stato associato al tumore del colon. Nelle donne in post menopausa obese, il tumore della mammella è stato ricondotto a una concentrazione anomala di estrogeni liberi, causata a sua volta dalla conversione degli ormoni sessuali nei tessuti adiposi da parte delle aromatasi. Queste variazioni probabilmente spiegano la tendenza a sviluppare tumori endometriali. L'eccesso di estrogeni, inoltre, interferisce con il controllo della ghiandola pituitaria disturbando la normale funzione riproduttiva, provocando per esempio cicli anovulatori; non a caso il 6% delle infertilità primarie probabilmente si possono spiegare con l'obesità. L'alterazione degli ormoni sessuali è legata pure a fenomeni di irsutismo e allo sviluppo della sindrome dell'ovaio policistico, che porta con sé resistenza insulinica e produzione di androgeni. Nel periodo gestazionale le variazioni ormonali possono avere effetti avversi e il rischio di ricovero è da quattro a sette volte più probabile rispetto alle future mamme non obese. Anche negli uomini gli effetti si fanno sentire, in particolare quelli con obesità addominale, i disturbi vanno dall'impotenza all'infertilità.
Eccesso di carico
Le conseguenze dell'obesità sulle ossa sembrano abbastanza ovvie, e tra queste compare anche l'artrosi. Infatti sono le articolazioni, le zone dell'apparato scheletrico su cui pesa di più la massa in eccesso, in particolare ne risentono quelle del ginocchio e dell'anca. In caso di alterazioni metaboliche anche l'articolazione carpo-metacarpo della mano ne risente.Infine, un altro distretto interessato è il fegato, che può sviluppare una patologia, la steatopatia non alcolica, che ha caratteristiche istologiche tipiche della malattia da alcoolismo però è scatenata da obesità, diabete, iperlipidemia e ipertensione. I disturbi raggiungono anche la colecisti: possibilità di calcoli dovuti all'eccessiva saturazione della bile con il colesterolo.Il quadro clinico di un soggetto obeso rischia, quindi, di diventare molto complicato e anche se, per fortuna, le patologie illustrate non vengono tutte insieme, ne basta anche una per compromettere la salute o quantomeno rendere la vita meno piacevole.
Simona Zazzetta
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