Gravidanza ignota alla teen-ager

19 marzo 2004
Aggiornamenti e focus

Gravidanza ignota alla teen-ager



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Le gravidanze indesiderate sono un fenomeno tutt'ora esistente che molto spesso interessa una fascia d'età molto giovane, nonostante gli sforzi fatti nelle campagne di informazione.
Secondo quanto pubblicato nella Relazione sulla salute e i diritti sessuali e riproduttivi, approvata dal Parlamento Europeo nel giugno 2002, il tasso di gravidanze in età adolescenziale è generalmente in aumento nell'Unione Europea (tasso attuale tra 12 e 25 ogni 1000 ragazze tra i 15 e i 19 anni), con il tasso più basso registrato nei Paesi Bassi e in Belgio, il tasso intermedio in Germania, Francia, Finlandia e Danimarca e il tasso più alto in Svezia, Italia, Inghilterra e Galles.

Un test a rischio


Generalmente, la sensibilizzazione delle adolescenti ai rischi dei rapporti non protetti rispetto all'eventualità di rimanere incinta si basa sulla promozione dei metodi di contraccezione. Ma una recente indagine condotta negli Stati Uniti suggerisce che forse l'argomento va affrontato da un punto di vista differente.
I ricercatori della Divisione di Medicina Adolescenziale dello Health Science Center dell'Università del Colorado hanno elaborato un questionario che sondava i fattori di rischio di una possibile gravidanza, la conoscenza degli effetti che questa evenienza poteva avere, i deterrenti più comuni sull'uso di metodi contraccettivi, il desiderio di non rimanere incinta e l'uso e la pianificazione dei metodi. Dalle risposte raccolte è emerso che delle 340 ragazze che hanno preso parte all'iniziativa, 94 (24%) avevano in casa un test di gravidanza. E' stata riscontrata una corrispondenza tra questo aspetto e certi comportamenti a rischio. Intanto, la maggior parte (61%) lo aveva usato almeno una volta, e in generale erano ragazze a più alto rischio di usare in modo errato i metodi contraccettivi e di concepire involontariamente. Mostravano, inoltre, di non avere una percezione negativa di un'eventuale gravidanza alla loro età, ignorando quindi gli effetti di ciò sulla loro vita, quasi come se questa eventualità fosse molto remota o comunque non così preoccupante. Si direbbe quasi, suggeriscono gli autori dello studio, che inconsciamente siano desiderose che ciò si verifichi.
Infine, oltre a non aver preso precauzioni durante l'ultimo rapporto sessuale che avevano avuto, non sembravano nemmeno molto propense ad adottarne uno di quelli proposti durante il consulto individuale.

Consulti mirati


Nell'ottica quindi di prevenire le gravidanze indesiderate nell'età adolescenziale, l'approccio basato prevalentemente sulle raccomandazioni sui metodi contraccettivi non sembra essere particolarmente efficace. Lo conferma anche una rassegna, pubblicata dal British Medical Journal, condotta su una ventina di studi su interventi di educazione sessuale. Gli autori di questa metanalisi hanno sottolineato che tali strategie non solo non ritardano l'inizio dell'attività sessuale ma non incrementano l'uso di metodi di contraccezione né riducono il numero di gravidanze in età precoce.
I risultati della recente indagine spostano l'attenzione su aspetti diversi del problema che riguardano ripercussioni le economiche, sociali e sanitarie negative nella vita di queste persone. Gli autori dello studio pubblicato da Pediatrics, infatti, suggeriscono che potrebbe essere più importante sensibilizzare e stimolare la percezione delle conseguenze dell'evento, creare cioè aspettative negative rispetto a esso, anziché consigliare l'uso di un buon metodo contraccettivo.

Simona Zazzetta



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