26 ottobre 2020
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Notte d'inferno
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Non dormire di notte è faticoso, ma dormire e svegliarsi non riposati non è certo una condizione migliore ed è dal 1987 che viene considerata patologica e inclusa nel manuale diagnostico dei disturbi mentali (DSM) come sintomo dell'insonnia.
Il sonno non ristoratore (nonrestorative sleep) è descritto come agitato, leggero e di scarsa qualità anche se magari, di durata più o meno normale.
Nonostante manchino studi di popolazione specifici che forniscano informazioni sulla frequenza e gravità dell'impatto sulla quotidianità, è sempre più evidente l'importanza del disturbo in altri quadri clinici. Il sonno non ristoratore è stato associato a prognosi negative di malattie coronariche in soggetti femminili, obesità, fibromialgia e sindrome da affaticamento cronico. E naturalmente a tutti i vari disturbi del sonno, come la sindrome da apnea ostruttiva, la sindrome da gambe senza riposo, e il cosiddetto periodic limb movement disorder, cioè il movimento periodico e improvviso di braccia e gambe durante la notte.
Per colmare la lacuna di informazioni, il Centro di ricerchesull'epidemiologia del sonno di Stanford, ha allestito uno studio che hacoinvolto più di 25 mila persone, contattate telefonicamente, chevivevano in sette paesi europei, tra cui anche l'Italia. L'età variavadai 15 ai 100 anni e per condurre le interviste è stato usato unapposito strumento, lo Sleep-EVAL system. Si tratta di un softwarecapace di elaborare le risposte degli intervistati per fornireinformazioni epidemiologiche sulla base di fattori socio-demografici,psicologici e ambientali, delle abitudini di vita e del rapportosonno-veglia. Il disturbo riguarda il 10,8% del campione intervistato,con un picco massimo in Inghilterra e in Germania (16,1 e 15,5%) e unominimo in Spagna (2,4%). Colpisce di più le donne, il 12,5% contro il 9%degli uomini e tende a scomparire con l'età. Gli altri fattoriassociati al disturbo erano la difficoltà ad alzarsi al mattino, unavita stressata, ansia, disturbi bipolari o depressivi e la presenza dimalattie fisiche.
Rispetto a chi si addormenta con difficoltà o si svegliaanticipatamente, coloro che avevano un sonno non ristoratore riportavanocon più frequenza una serie di conseguenze negative sulla quotidianità,come irritabilità e affaticamento fisico e mentale. Inoltre sirivolgevano al medico con frequenza doppia lamentando difficoltà legateal sonno, esattamente quanto facevano i soggetti che soffrivano diinsonnia conclamata.
Ne emerge quindi un quadro della condizionepiuttosto vario, in termini di prevalenza tra i diversi paesiconsiderati, ma piuttosto omogeneo rispetto alla tipologia di personeche ne soffre. E' spesso associato a disturbi mentali e a disordini delsonno, come per esempio un eccesso di sonno durante il fine settimana.Colpisce di più la classe di popolazione quotidianamente attiva e ha unimpatto sulla vita diurna più forte della difficoltà di addormentarsi odel risveglio anticipato.
Fonte:
Salute oggi:
...e inoltre su Dica33:
Il sonno non ristoratore (nonrestorative sleep) è descritto come agitato, leggero e di scarsa qualità anche se magari, di durata più o meno normale.
Nonostante manchino studi di popolazione specifici che forniscano informazioni sulla frequenza e gravità dell'impatto sulla quotidianità, è sempre più evidente l'importanza del disturbo in altri quadri clinici. Il sonno non ristoratore è stato associato a prognosi negative di malattie coronariche in soggetti femminili, obesità, fibromialgia e sindrome da affaticamento cronico. E naturalmente a tutti i vari disturbi del sonno, come la sindrome da apnea ostruttiva, la sindrome da gambe senza riposo, e il cosiddetto periodic limb movement disorder, cioè il movimento periodico e improvviso di braccia e gambe durante la notte.
Dormire si, ma male
Per colmare la lacuna di informazioni, il Centro di ricerchesull'epidemiologia del sonno di Stanford, ha allestito uno studio che hacoinvolto più di 25 mila persone, contattate telefonicamente, chevivevano in sette paesi europei, tra cui anche l'Italia. L'età variavadai 15 ai 100 anni e per condurre le interviste è stato usato unapposito strumento, lo Sleep-EVAL system. Si tratta di un softwarecapace di elaborare le risposte degli intervistati per fornireinformazioni epidemiologiche sulla base di fattori socio-demografici,psicologici e ambientali, delle abitudini di vita e del rapportosonno-veglia. Il disturbo riguarda il 10,8% del campione intervistato,con un picco massimo in Inghilterra e in Germania (16,1 e 15,5%) e unominimo in Spagna (2,4%). Colpisce di più le donne, il 12,5% contro il 9%degli uomini e tende a scomparire con l'età. Gli altri fattoriassociati al disturbo erano la difficoltà ad alzarsi al mattino, unavita stressata, ansia, disturbi bipolari o depressivi e la presenza dimalattie fisiche.
Una classe a rischio
Rispetto a chi si addormenta con difficoltà o si svegliaanticipatamente, coloro che avevano un sonno non ristoratore riportavanocon più frequenza una serie di conseguenze negative sulla quotidianità,come irritabilità e affaticamento fisico e mentale. Inoltre sirivolgevano al medico con frequenza doppia lamentando difficoltà legateal sonno, esattamente quanto facevano i soggetti che soffrivano diinsonnia conclamata.
Ne emerge quindi un quadro della condizionepiuttosto vario, in termini di prevalenza tra i diversi paesiconsiderati, ma piuttosto omogeneo rispetto alla tipologia di personeche ne soffre. E' spesso associato a disturbi mentali e a disordini delsonno, come per esempio un eccesso di sonno durante il fine settimana.Colpisce di più la classe di popolazione quotidianamente attiva e ha unimpatto sulla vita diurna più forte della difficoltà di addormentarsi odel risveglio anticipato.
Fonte:
- Ohayon MM. Prevalence and correlates of nonrestorative sleep complaints. Arch Intern Med. 2005 Jan 10;165(1): 35-41
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