06 febbraio 2004
Aggiornamenti e focus
Concerti in notturna
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Notti insonni per chi dorme o cerca di dormire vicino a chi russa, e il "concerto" potrebbe interessare anche i vicini di casa perché l'intensità alta del suono emesso e la sua bassa frequenza possono superare le pareti delle abitazioni. Se si trattasse solo di questo, semplici tappi per le orecchie risolverebbero il problema, ma il russamento soprattutto se abituale è stato recentemente riconosciuto come patologia e come fattore di rischio per malattie più gravi. L'emissione sonora durante il sonno è in primo luogo un segnale d'allarme che può evolversi in due importanti disturbi: la roncopatia cronica e la sindrome da apnea del sonno (SAS, sleep apnea syndrome).
Di norma l'aria entra nell'organismo attraverso il naso che rappresenta la via fisiologica di respirazione e solo in caso di "emergenza" si usa la bocca. L'aria attraversa le fosse nasali scende nella faringe, poi nella laringe, nella trachea, nei bronchi e infine nei polmoni. Se in questo percorso si interpongono degli ostacoli al flusso dell'aria si creano irregolarità e turbolenza che provocano una vibrazione delle strutture anatomiche e quindi l'emissione di un rumore. Una deviazione del setto nasale, un aumento patologico del volume della mucosa che riveste gli ossicini delle fosse nasali (turbinati), la presenza di polipi creano una resistenza nasale al passaggio dell'aria che tende quindi a entrare attraverso la bocca. Gli ostacoli possono localizzarsi anche a livello della gola, della faringe, della tonsilla linguale e tra naso e gola. Le turbolenze spingono l'aria nelle fosse nasali e mettono in vibrazione la porzione più posteriore del palato (palato molle) e l'ugola, contribuendo alla formazione del rumore caratteristico.
Il 45% della popolazione è interessata dal fenomeno in modo discontinuo, ma è il 25% che russa abitualmente e tra l'1% e il 10% degli adulti si sviluppa la sindrome da apnea. Oltre ai restringimenti anatomici, esistono fattori ereditari che predispongono ad avere il disturbo, ma anche l'eccesso di peso, l'età e il sesso (uomini tra i 40 e i 50 anni sono più colpiti), l'abuso di alcol e tabacco, il consumo di sedativi, l'affaticamento, lo stress e le alterazioni ormonali. Nei soggetti con roncopatia cronica, il russamento può raggiungere una forte rumorosità e nel tempo sviluppa sintomi di sonno disturbato con affaticamento mattutino, risveglio difficile e cefalea. La difficile circolazione dell'aria comporta anche una minore ossigenazione dell'organismo e l'aumento dell'anidride carbonica nel sangue disturba alcune aree del cervello creando agitazione, continui cambiamenti di posizione, risvegli frequenti, apnee alternate al russamento, rantoli e boccheggiamenti.
Complicanze dell'apnea
Dopo una notte del genere non ci si può che svegliare esausti, senza energia, con difficoltà di concentrazione e tendenza all'irritabilità. Ma a questo disagio si possono aggiungere sintomi più gravi, se il russamento evolve in sindrome da apnea notturna. Nell'arco della notte si possono verificare numerosi arresti respiratori (apnee) che durano fino a 10 secondi o più, che comportano una riduzione dell'ossigenazione tanto più ampia quanto più lunga è l'apnea. Si può instaurare un'insufficienza cronica dell'ossigenazione cerebrale con sofferenza delle cellule nervose e influenze negative sull'equilibrio psichico. In alcuni casi si ha un aumento della pressione arteriosa e alterazione del battito cardiaco, le ripetute apnee notturne sono fattori di rischio riconosciuti per infarto, soprattutto nei pazienti affetti da angina, e non è un caso che eventi cardiaci e cerebrali si verifichino durante il sonno. Inoltre costituisce fattore irritante per bronchi e polmoni l'aria non "filtrata" dal naso, cioè non riscaldata e non umidificata, mentre la scarsa ossigenazione peggiora la bronchite cronica che a sua volta riduce ulteriormente gli scambi gassosi. Un circolo vizioso che non fa altro che aggravare la condizione. Infine è stato frequentemente riscontrato nei pazienti con SAS disturbi dell'erezione eiaculazione precoce, riduzione degli ormoni tiroidei e dell'ormone della crescita.
Alla ricerca del sonno perduto
Per ritrovare sonni tranquilli l'iter diagnostico prevede visita otorinolaringoiatrica, cardiologica, pneumologica e un indagine specifica sul sonno chiamata polisonnografia. Si tratta di una registrazione del flusso respiratorio nasale, del livello di saturazione dell'ossigeno nel sangue, elettrocardiogramma, movimenti respiratori, intensità dei suoni emessi. Sulla base di questi parametri fisiologici registrati durante il sonno di 6-7 ore si può eseguire una diagnosi di roncopatia cronica o di SAS.
L'approccio terapeutico è piuttosto vario. Sicuramente si può intervenire sui comportamenti a rischio e con regole dietetiche equilibrate; si può migliore la saturazione di ossigeno con mezzi meccanici, ma non si riducono le apnee né la loro durata. Solitamente si procede con trattamenti chirurgici orientati a rimuovere gli ostacoli e a correggere le anomalie anatomiche. E recentemente è stata introdotta la chirurgia laser con ottimi risultati sul paziente e sui suoi vicini di casa e di letto.
Simona Zazzetta
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...e inoltre su Dica33:
Rumore di fondo
Di norma l'aria entra nell'organismo attraverso il naso che rappresenta la via fisiologica di respirazione e solo in caso di "emergenza" si usa la bocca. L'aria attraversa le fosse nasali scende nella faringe, poi nella laringe, nella trachea, nei bronchi e infine nei polmoni. Se in questo percorso si interpongono degli ostacoli al flusso dell'aria si creano irregolarità e turbolenza che provocano una vibrazione delle strutture anatomiche e quindi l'emissione di un rumore. Una deviazione del setto nasale, un aumento patologico del volume della mucosa che riveste gli ossicini delle fosse nasali (turbinati), la presenza di polipi creano una resistenza nasale al passaggio dell'aria che tende quindi a entrare attraverso la bocca. Gli ostacoli possono localizzarsi anche a livello della gola, della faringe, della tonsilla linguale e tra naso e gola. Le turbolenze spingono l'aria nelle fosse nasali e mettono in vibrazione la porzione più posteriore del palato (palato molle) e l'ugola, contribuendo alla formazione del rumore caratteristico.
Profilo del russatore
Il 45% della popolazione è interessata dal fenomeno in modo discontinuo, ma è il 25% che russa abitualmente e tra l'1% e il 10% degli adulti si sviluppa la sindrome da apnea. Oltre ai restringimenti anatomici, esistono fattori ereditari che predispongono ad avere il disturbo, ma anche l'eccesso di peso, l'età e il sesso (uomini tra i 40 e i 50 anni sono più colpiti), l'abuso di alcol e tabacco, il consumo di sedativi, l'affaticamento, lo stress e le alterazioni ormonali. Nei soggetti con roncopatia cronica, il russamento può raggiungere una forte rumorosità e nel tempo sviluppa sintomi di sonno disturbato con affaticamento mattutino, risveglio difficile e cefalea. La difficile circolazione dell'aria comporta anche una minore ossigenazione dell'organismo e l'aumento dell'anidride carbonica nel sangue disturba alcune aree del cervello creando agitazione, continui cambiamenti di posizione, risvegli frequenti, apnee alternate al russamento, rantoli e boccheggiamenti.
Complicanze dell'apnea
Dopo una notte del genere non ci si può che svegliare esausti, senza energia, con difficoltà di concentrazione e tendenza all'irritabilità. Ma a questo disagio si possono aggiungere sintomi più gravi, se il russamento evolve in sindrome da apnea notturna. Nell'arco della notte si possono verificare numerosi arresti respiratori (apnee) che durano fino a 10 secondi o più, che comportano una riduzione dell'ossigenazione tanto più ampia quanto più lunga è l'apnea. Si può instaurare un'insufficienza cronica dell'ossigenazione cerebrale con sofferenza delle cellule nervose e influenze negative sull'equilibrio psichico. In alcuni casi si ha un aumento della pressione arteriosa e alterazione del battito cardiaco, le ripetute apnee notturne sono fattori di rischio riconosciuti per infarto, soprattutto nei pazienti affetti da angina, e non è un caso che eventi cardiaci e cerebrali si verifichino durante il sonno. Inoltre costituisce fattore irritante per bronchi e polmoni l'aria non "filtrata" dal naso, cioè non riscaldata e non umidificata, mentre la scarsa ossigenazione peggiora la bronchite cronica che a sua volta riduce ulteriormente gli scambi gassosi. Un circolo vizioso che non fa altro che aggravare la condizione. Infine è stato frequentemente riscontrato nei pazienti con SAS disturbi dell'erezione eiaculazione precoce, riduzione degli ormoni tiroidei e dell'ormone della crescita.
Alla ricerca del sonno perduto
Per ritrovare sonni tranquilli l'iter diagnostico prevede visita otorinolaringoiatrica, cardiologica, pneumologica e un indagine specifica sul sonno chiamata polisonnografia. Si tratta di una registrazione del flusso respiratorio nasale, del livello di saturazione dell'ossigeno nel sangue, elettrocardiogramma, movimenti respiratori, intensità dei suoni emessi. Sulla base di questi parametri fisiologici registrati durante il sonno di 6-7 ore si può eseguire una diagnosi di roncopatia cronica o di SAS.
L'approccio terapeutico è piuttosto vario. Sicuramente si può intervenire sui comportamenti a rischio e con regole dietetiche equilibrate; si può migliore la saturazione di ossigeno con mezzi meccanici, ma non si riducono le apnee né la loro durata. Solitamente si procede con trattamenti chirurgici orientati a rimuovere gli ostacoli e a correggere le anomalie anatomiche. E recentemente è stata introdotta la chirurgia laser con ottimi risultati sul paziente e sui suoi vicini di casa e di letto.
Simona Zazzetta
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