15 settembre 2010
Aggiornamenti e focus
Anziani e memoria? Problema maschile
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Nei soggetti anziani non affetti da malattie senili, lievi difficoltà cognitive e perdita della memoria si riscontrano con maggiore probabilità negli uomini rispetto alle donne. E' questo quanto emerge da uno studio, condotto da ricercatori del Minnesota, che ha coinvolto 1969 soggetti di età compresa tra 70 e 89 anni, nessuno dei quali affetto da demenza senile. Sottoposti a un'accurata valutazione neurologica, gli anziani inclusi nello studio hanno dimostrato nel 16 per cento dei casi di essere affetti da una serie di disturbi cognitivi, dei quali il più significativo è risultato la perdita di memoria. Tra i due sessi, gli uomini avevano una probabilità maggiore del 50 per cento di essere smemorati, un fattore di rischio "classico" per la successiva comparsa di morbo di Alzheimer. "Il dato sulla maggior frequenza di disturbi conditivi negli uomini rispetto alle donne è interessante poiché si ritiene che le donne siano maggiormente a rischio per la comparsa di sintomatologie che sfocino nel morbo di Alzheimer", sostiene Ronald Petersen, direttore del Mayo Alzheimer's disease research center di Rochester, nel Minnesota. "In realtà, le donne rimangono più propense alla comparsa della demenza: semplicemente si ammalano in modo più rapido, saltando l'evoluzione graduale dei primi segnali che invece è più frequente nel sesso maschile". Poiché non ci sono trattamenti farmacologici che possano "curare" disturbi come la perdita di memoria, gli esperti consigliano, oltre a dieta equilibrata e attività fisica moderata, di stimolare quotidianamente il cervello con esercizi che tengano in allenamento la memoria, come leggere e andare al cinema.
Neurology 2010; 75: 889-897
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