24 settembre 2010
Interviste
Una malattia da cui si guarisce
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di Simona Zazzetta
Dal International breast cancer conference, un incontro che si è appena concluso a Modena e che ha riunito più di 250 esperti del tumore al seno, sono emersi dati incoraggianti sui progressi nella lotta alla patologia: si muore di meno e si guarisce di più. Dica33 ha incontrato Pier Franco Conte, del Dipartimento integrato di oncologia e ematologia, dell'Università di Modena, e coordinatore del congresso, per sapere che cosa è cambiato.
Professor Conte, oggi si può guarire dal tumore al seno?
Il congresso ha confermato che grazie ai progressi che sono stati fatti nella diagnosi e nella terapia, oggi il carcinoma della mammella rappresenta una delle neoplasie a più elevata curabilità, infatti, la maggior parte delle pazienti guarisce con una probabilità che supera oramai il 90%.
Ci si ammala di meno?
No. Purtroppo l'allungamento dell'aspettativa di vita, e quindi l'aumento di tutte quelle che sono patologie degenerative come i tumori, fanno sì che si registri un aumento dell'incidenza dei tumori mammari: in Italia, ogni anno ci sono 40.000 nuovi casi ma i decessi sono circa 11.000, e sono in calo. Il dato di incidenza va letto tenendo conto che sono in crescita i casi nelle donne molto giovani e in quelle che superano i 65 anni di età.
A che cosa è dovuto il calo della mortalità?
Sicuramente il motivo va ricercato nella diagnosi precoce che permette di incidere molto sulla mortalità e anche sulla possibilità di intervenire con una chirurgia meno radicale. Per esempio, durante il congresso si è discusso della risonanza magnetica come metodo di diagnosi per donne giovani a rischio di carcinomi ereditari, più sensibile in quanto permette di individuare lesioni molto piccole che la mammografia non rileva. Inoltre, grazie alle conoscenze biologiche è oggi possibile identificare sottotipi di carcinomi mammari con una diversa aggressività e diversa sensibilità alle terapie per decidere la strategia più efficace da avviare. Ci sono infatti, carcinomi sensibili alle terapie ormonali, carcinomi sensibili alle terapie con farmaci molecolari, carcinomi sensibili alla chemioterapia. Infine, sono stati sviluppati trattamenti integrati per cui è spesso possibile controllare la malattia avanzata combinando terapie sistemiche a terapie locali quali radioterapia, chirurgia mini invasiva, radiofrequenza, terapie per le metastasi scheletriche.
Salute oggi:
...e inoltre su Dica33:
Dal International breast cancer conference, un incontro che si è appena concluso a Modena e che ha riunito più di 250 esperti del tumore al seno, sono emersi dati incoraggianti sui progressi nella lotta alla patologia: si muore di meno e si guarisce di più. Dica33 ha incontrato Pier Franco Conte, del Dipartimento integrato di oncologia e ematologia, dell'Università di Modena, e coordinatore del congresso, per sapere che cosa è cambiato.
Professor Conte, oggi si può guarire dal tumore al seno?
Il congresso ha confermato che grazie ai progressi che sono stati fatti nella diagnosi e nella terapia, oggi il carcinoma della mammella rappresenta una delle neoplasie a più elevata curabilità, infatti, la maggior parte delle pazienti guarisce con una probabilità che supera oramai il 90%.
Ci si ammala di meno?
No. Purtroppo l'allungamento dell'aspettativa di vita, e quindi l'aumento di tutte quelle che sono patologie degenerative come i tumori, fanno sì che si registri un aumento dell'incidenza dei tumori mammari: in Italia, ogni anno ci sono 40.000 nuovi casi ma i decessi sono circa 11.000, e sono in calo. Il dato di incidenza va letto tenendo conto che sono in crescita i casi nelle donne molto giovani e in quelle che superano i 65 anni di età.
A che cosa è dovuto il calo della mortalità?
Sicuramente il motivo va ricercato nella diagnosi precoce che permette di incidere molto sulla mortalità e anche sulla possibilità di intervenire con una chirurgia meno radicale. Per esempio, durante il congresso si è discusso della risonanza magnetica come metodo di diagnosi per donne giovani a rischio di carcinomi ereditari, più sensibile in quanto permette di individuare lesioni molto piccole che la mammografia non rileva. Inoltre, grazie alle conoscenze biologiche è oggi possibile identificare sottotipi di carcinomi mammari con una diversa aggressività e diversa sensibilità alle terapie per decidere la strategia più efficace da avviare. Ci sono infatti, carcinomi sensibili alle terapie ormonali, carcinomi sensibili alle terapie con farmaci molecolari, carcinomi sensibili alla chemioterapia. Infine, sono stati sviluppati trattamenti integrati per cui è spesso possibile controllare la malattia avanzata combinando terapie sistemiche a terapie locali quali radioterapia, chirurgia mini invasiva, radiofrequenza, terapie per le metastasi scheletriche.
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