23 novembre 2024
Colangiocarcinoma: cause, sintomi e cure
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Indice
Definizione
Colangiocarcinoma: definizione e generalità
Il colangiocarcinoma è un tumore del tratto biliare che origina dall'epitelio delle vie biliari. Può svilupparsi a livello intraepatico o extraepatico e, nella magioranza dei casi, è un adenocarcinoma, nodulare, papillare o diffuso. È un tumore maligno raro ma difficile da scoprire e perciò a prognosi infausta.
Cause
Colangiocarcinoma: cause principali
Sebbene non siano note le cause che portano all'insorgenza del colangiocarcinoma è molto probabile che la presenza di colestasi e d'infiammazione cronica a livello della colecisti o dei dotti biliari, come per esempio nei soggetti con colangite sclerosante o cisti del coledoco, sia un fattore favorente l'azione di altri agenti carcinogeni.
Sintomi
Colangiocarcinoma: sintomi più comuni
Eventuali sintomi dipendono molto dalla sede e dalle modalità di crescita del tumore. In genere comunque la malattia è silente all'esordio mentre negli stadi più avanzati compaiono dolore addominale, ittero ostruttivo, febbre, nausea, vomito. Talora possono esserci anche anoressia, calo ponderale, cachessia e sudorazioni notturne.
Diagnosi
Colangiocarcinoma: come efftuare la diagnosi
Il percorso diagnostico inizia dall'ecografia, in presenza di ittero e indici di stasi elevati, e si completa con indagini più approfondite come la Tc addominale con mezzo di contrasto, la colangioRm, la colangiografia transepatica percutanea o retrograda per via endoscopica.
Dagli esami di laboratorio emerge iperbilirubinemia con aumento della fosfatasi alcalina e della gamma-Gt, indici di stasi biliare, mentre il marker tumorale specifico è il Ca 19-9.
Cure
Colangiocarcinoma: cure e rimedi
La prognosi è maligna con sopravvivenza di pochi mesi. La chirurgia sarebbe l'unica opzione potenzialmente risolutiva, tuttavia in oltre la metà dei casi non è praticabile perché la malattia ha già invaso gli organi vicini o ci sono metastasi a distanza. In questi casi si ricorre alla chemioterapia per prolungare la sopravvivenza e a interventi palliativi dell'ittero.
Fonte: Rugarli. Medicina Interna sistematica. Sesta edizione - 2010 Elsevier
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