03 novembre 2010
Aggiornamenti e focus
Italiani sempre più sedentari
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Già si sapeva ma ora lo confermano anche i dati del sistema Passi (Progressi delle Aziende Sanitarie per la Salute in Italia), la rete di sorveglianza che attraverso la raccolta di informazioni a livello di Asl monitora abitudini e stili di vita degli italiani: siamo un popolo di sportivi, ma da poltrona. Difficile pensarla altrimenti, visto che nella fascia di età tra i 18 e i 69 anni una persona su tre non svolge alcun tipo di attività fisica, né al lavoro né nel tempo libero. La fotografia del rapporto tra italiani e sedentarietà è stata scattata dal sistema Passi nel suo Rapporto nazionale 2009, condotto attraverso rilevazioni e interviste tra gli assistiti delle aziende sanitarie. Adottata la definizione di "attività fisica" fornita dalle linee guida, soltanto il 33% della popolazione può essere considerato fisicamente attivo e il 37% parzialmente attivo (cioè non svolge esercizio fisico nella quantità consigliata). Ma si tratta di cifre che subiscono variazioni considerevoli da regione a regione così come da una fascia sociale all'altra: la sedentarietà, per cominciare, risulta più diffusa al Sud (al top la Basilicata, con il 47% di sedentari, in fondo alla classifica la Provincia autonoma di Bolzano con il 13%), tra le persone di età compresa tra i 50 e i 69 anni (33% rispetto al 26% dei 18-24enni) , tra le donne (32% contro il 28% degli uomini) e infine nelle fasce con livello di istruzione più basso (39% rispetto al 23% dei laureati) o gravate da forti difficoltà economiche (39%).
Come se non bastasse, non si può dire che il nostro paese stia compiendo grandi sforzi per invertire la tendenza. Anzi: nel 2007 la percentuale di sedentari si fermava al 27,5% ma nel 2008 era già salita al 29,5%. Se non altro, qualche speranza di un progressivo miglioramento nelle abitudini degli italiani arriva dal dato relativo alla consapevolezza della propria condizione: attualmente, infatti, il 20% circa dei sedentari è convinto di praticare attività fisica a sufficienza, ma nel 2007 erano addirittura il 26%. Non c'è dubbio che un ruolo importante nella promozione di una regolare attività fisica lo gioca soprattutto il medico curante, in particolar modo per le fasce d'età meno giovani. In Italia tuttavia i camici bianchi non sembrano dedicare particolare attenzione al tema: solo il 30% degli intervistati, infatti, affermano che il loro medico si è interessato al livello di attività fisica praticata dal paziente e ha consigliato di fare moto regolarmente. Anche in questo caso nel corso degli anni non si assiste a un'evoluzione del dato in senso positivo. Anzi, il trend è in regresso perché nel 2007 gli intervistati che testimoniavano interventi del medico sul tema erano il 33,3%.
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Come se non bastasse, non si può dire che il nostro paese stia compiendo grandi sforzi per invertire la tendenza. Anzi: nel 2007 la percentuale di sedentari si fermava al 27,5% ma nel 2008 era già salita al 29,5%. Se non altro, qualche speranza di un progressivo miglioramento nelle abitudini degli italiani arriva dal dato relativo alla consapevolezza della propria condizione: attualmente, infatti, il 20% circa dei sedentari è convinto di praticare attività fisica a sufficienza, ma nel 2007 erano addirittura il 26%. Non c'è dubbio che un ruolo importante nella promozione di una regolare attività fisica lo gioca soprattutto il medico curante, in particolar modo per le fasce d'età meno giovani. In Italia tuttavia i camici bianchi non sembrano dedicare particolare attenzione al tema: solo il 30% degli intervistati, infatti, affermano che il loro medico si è interessato al livello di attività fisica praticata dal paziente e ha consigliato di fare moto regolarmente. Anche in questo caso nel corso degli anni non si assiste a un'evoluzione del dato in senso positivo. Anzi, il trend è in regresso perché nel 2007 gli intervistati che testimoniavano interventi del medico sul tema erano il 33,3%.
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