22 dicembre 2024
Adriblastina
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Cos'è Adriblastina (doxorubicina cloridrato)
Adriblastina è un farmaco a base di doxorubicina cloridrato, appartenente al gruppo terapeutico Antineoplastici antibiotici citotossici. E' commercializzato in Italia da Pfizer S.r.l.
Confezioni e formulazioni di Adriblastina disponibili in commercio
Selezionare una delle seguenti confezioni di Adriblastina disponibili in commercio per accedere alla scheda completa, visualizzare il prezzo e scaricare il foglietto illustrativo (bugiardino):
- adriblastina 50 mg di polvere per soluzione iniettabile 1 flaconcino
- adriblastina ev 1 flacone polvere 10 mg + f. 5 ml solvente
- adriblastina ev 1 flacone soluz. iniett. 10 mg/5 ml
- adriblastina ev 1 flacone soluz. iniett. 50 mg/25 ml
A cosa serve Adriblastina e perchè si usa
Adriblastina ha dato risultati positivi inducendo regressione in varie malattie neoplastiche quali: carcinoma della mammella, del polmone, della vescica, della tiroide, dell'ovaio; osteosarcoma e sarcoma dei tessuti molli, linfomi di Hodgkin e non-Hodgkin, neuroblastoma, tumore di Wilms, leucemia linfoblastica acuta, leucemia mieloblastica acuta. Adriblastina ha dato risultati positivi nei tumori superficiali della vescica, quando somministrata per via endovescicale, sia dopo resezione transuretrale (trattamento precauzionale), sia a scopo terapeutico.
Risultati positivi si sono ottenuti anche in altri tipi di tumori solidi, ma lo studio è ancora troppo limitato per giustificare indicazioni specifiche.
Indicazioni: come usare Adriblastina, posologia, dosi e modo d'uso
Posologia
Via endovenosa: quando Adriblastina è impiegata come unico agente antiblastico la dose consigliata negli adulti è di 60-75 mg/m2 di superficie corporea da somministrarsi per iniezione E.V. a intervalli di 21 gg. compatibilmente con le condizioni ematomidollari. La dose inferiore (60 mg/m2) è raccomandata per i pazienti con riserve midollari ridotte dovute ad età avanzata, terapie precedenti, o infiltrazione neoplastica midollare. La dose di 60-75 mg/m2 può essere somministrata in una unica iniezione o suddivisa in 2-3 gg. consecutivi. Specialmente per l'età pediatrica è stata suggerita una posologia alternativa di 30 mg/m2 /die E.V. per tre gg. consecutivi; tale ciclo è da ripetersi ogni 4 settimane. La dose cumulativa di Adriblastina per via E.V., indipendentemente dallo schema di somministrazione, non deve superare i 550 mg/m2 di superficie corporea (vedere paragrafo 4.4). Adriblastina è attualmente impiegata estensivamente anche in polichemioterapia a dosi usuali di 25-50 mg/m2 ogni 3-4 settimane in combinazione con altri agenti dotati di azione mielodepressiva e a dosi di 60-75 mg/m² se combinata con altri farmaci che non presentano tossicità midollare. Il dosaggio di Adriblastina deve essere ridotto in quei pazienti che presentano una compromissione della funzionalità epatica, onde evitare un aumento della tossicità globale. In linea di massima quando i livelli ematici di bilirubina si aggirano su 1,2-3 mg/100 ml e la ritenzione della bromosulfonftaleina è del 9-15% si raccomanda di somministrare metà della normale dose di Adriblastina. Se i livelli di bilirubinemia sono ancora più elevati, si raccomanda di somministrare un quarto della normale dose. Una moderata compromissione della funzione renale non sembra essere un motivo per modificare le dosi raccomandate, data la bassa escrezione di Adriblastina attraverso l'emuntorio renale.
Via endovescicale: la dose consigliata per il trattamento topico endovescicale è di 30-50 mg per instillazione, da somministrarsi ad intervalli variabili da una settimana ad un mese. A seconda che si tratti di un trattamento precauzionale o terapeutico, il ritmo di somministrazione e la durata del trattamento dovranno essere di volta in volta stabiliti dal medico.
Le limitazioni relative al trattamento con Adriblastina per via endovenosa non sono valide per la somministrazione per via endovescicale, in quanto l'assorbimento e il passaggio del farmaco nella circolazione generale sono molto limitati.
Modo di somministrazione
Via endovenosa: Adriblastina non è attiva per via orale e non deve essere somministrata per via intramuscolare o intratecale. La somministrazione viene fatta per iniezione endovenosa e, nel caso di trattamento locoregionale dei tumori, per infusione endoarteriosa lenta, o per via topica endovescicale per mezzo di catetere. Adriblastina si scioglie completamente e rapidamente sia in acqua che in soluzione fisiologica salina. Quest'ultima è preferibile perché permette di ottenere una soluzione isotonica notoriamente meglio tollerata. É opportuno eseguire la somministrazione endovenosa nell'arco di 5-10 minuti attraverso il tubolare di una fleboclisi di soluzione fisiologica in corso, dopo essersi accertati che l'ago sia perfettamente in vena. Questa tecnica riduce il pericolo di trombosi e di stravaso perivenoso, evento che può condurre a grave cellulite o necrosi. Una sclerosi venosa può essere osservata quando l'iniezione sia eseguita in piccoli vasi o venga ripetuta in vena. Questa tecnica riduce il pericolo di fuoriuscita del farmaco ed assicura il lavaggio della vena al termine della somministrazione.
Via endovescicale: La somministrazione endovescicale non è adatta per il trattamento di tumori invasivi che hanno infiltrato lo strato muscolare della parete vescicale.
Per il trattamento endovescicale si suggerisce di somministrare il farmaco alla concentrazione di 1 mg/ml. Il farmaco deve essere infuso utilizzando un catetere e trattenuto all'interno della vescica per 1-2 ore. Durante l'infusione il paziente deve essere ruotato in modo da aumentare la superficie di contatto della mucosa della vescica e della pelvi con la soluzione. Al fine di evitare un'eccessiva diluizione con le urine, si deve dare istruzione al paziente di non bere alcun liquido nelle 12 ore che precedono l'infusione e di svuotare la vescica alla fine dell'infusione.
Controindicazioni: quando non dev'essere usato Adriblastina
- Ipersensibilità al principio attivo o ad uno qualsiasi degli eccipienti
- Ipersensibilità ad altre antracicline o antracenedioni.
Uso endovenoso:
- mielosoppressione persistente
- grave insufficienza epatica
- grave insufficienza miocardica
- infarto miocardico recente
- aritmie gravi
- pregresso trattamento con le massime dosi cumulative di doxorubicina, daunorubicina, epirubicina, idarubicina e/o di altre antracicline e antracenedioni (vedere paragrafo 4.4)
Uso endovescicale
- infezioni delle vie urinarie
- infiammazione della vescica
- ematuria
Adriblastina può essere usato durante la gravidanza e l'allattamento?
Fertilità
Adriblastina può causare infertilità nelle donne durante il trattamento. Adriblastina può causare amenorrea. L'ovulazione e le mestruazioni sembrano tornare dopo la fine del trattamento, sebbene può verificarsi la comparsa di menopausa prematura.
Adriblastina è mutagena e può determinare un danno cromosomiale negli spermatozoi umani. L'oligospermia o l'azospermia può essere permanente; tuttavia, è stato riportato che in alcuni casi la conta degli spermatozoi torna ad essere nella norma. Questo può accadere diversi anni dalla fine del trattamento. Gli uomini che sono in trattamento con Adriblastina devono fare uso di metodi contraccettivi efficaci. Prima del trattamento, sia gli uomini che le donne devono richiedere una consulenza sui metodi che consentono di preservare la fertilità.
Gravidanza
Studi in vivo ed in vitro hanno dimostrato il potenziale embriotossico di doxorubicina. Doxorubicina, somministrata nei ratti femmina prima e durante l'accoppiamento, la gravidanza e l'allattamento, si è dimostrata tossica sia per la madre sia per il feto.
Doxorubicina, somministrata durante la gravidanza, è stata associata a danno fetale. Le pazienti che assumono doxorubicina durante la gravidanza o che rimangono incinte durante il trattamento con doxorubicina, devono essere informate circa il potenziale rischio per il feto.
Donne in età fertile/Contraccezione nei pazienti di sesso maschile e femminile
Le donne in età fertile devono essere informate della necessità di evitare una gravidanza durante il trattamento e di utilizzare metodi contraccettivi efficaci durante tale periodo e per almeno 6 mesi e 10 giorni dopo l'ultima dose. Gli uomini con partner di sesso femminile in età fertile devono essere informati sulla necessità di utilizzare un metodo contraccettivo efficace durante il trattamento con doxorubicina e per almeno 3 mesi e 10 giorni dopo l'ultima dose (vedere paragrafo 4.4).
Le donne in età fertile devono essere informate della necessità di evitare una gravidanza durante il trattamento e di utilizzare metodi contraccettivi efficaci durante tale periodo e per almeno 6 mesi e 10 giorni dopo l'ultima dose. Gli uomini con partner di sesso femminile in età fertile devono essere informati sulla necessità di utilizzare un metodo contraccettivo efficace durante il trattamento con doxorubicina e per almeno 3 mesi e 10 giorni dopo l'ultima dose (vedere paragrafo 4.4).
Allattamento
La doxorubicina è escreta nel latte materno (vedere paragrafo 5.2). A causa delle potenziali reazioni gravi nei lattanti determinate dalla doxorubicina, le donne non devono allattare al seno durante il trattamento con doxorubicina e per almeno 10 giorni dopo l'ultima dose.
La doxorubicina è escreta nel latte materno (vedere paragrafo 5.2). A causa delle potenziali reazioni gravi nei lattanti determinate dalla doxorubicina, le donne non devono allattare al seno durante il trattamento con doxorubicina e per almeno 10 giorni dopo l'ultima dose.
Patologie correlate:
- Leucemia
Tumori del sangue che colpiscono il midollo osseo, caratterizzati dalla proliferazione maligna delle cellule del sangue o dei loro precursori. - Mieloma multiplo
Il mieloma multiplo è una neoplasia maligna con prognosi frequentemente infausta, tuttavia è ben controllabile con le attuali terapie. La sopravvivenza quindi può variare da uno fino a 10 anni, quando la malattia è diagnosticata e trattata in tempo utile - Tumore del polmone
Il carcinoma del polmone è la neoplasia con il maggior tasso di incidenza e di mortalità nel mondo Vengono colpiti prevalentemente soggetti di età superiore a 50 anni che abbiano fatto uso di tabacco - Tumore della mammella
Un comportamento attento agli stili di vita salutari e pochi esami di controllo sono la base della prevenzione di questa malattia, per ridurre il proprio rischio di ammalarsi o di andare incontro a una ricaduta - Tumore della vescica
Tumore che ha origine dalle cellule che rivestono la cavità della vescica, organo deputato alla raccolta dell'urina prodotta dei reni. - Tumore dell'ovaio
Il tumore dell'ovaio, generalmente si sviluppa a partire dalle cellule epiteliali che rivestono superficialmente l'organo. Forme più rare possono avere origine dalle cellule germinali (che producono gli ovuli) e stromali (il tessuto di sostegno dell'ovaio).
Fonte: CODIFA - L'informatore farmaceutico
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