Aspirinaact Dolore e Infiammazione

26 settembre 2024

Aspirinaact Dolore e Infiammazione


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Cos'è Aspirinaact Dolore e Infiammazione (acido acetilsalicilico)


Aspirinaact Dolore e Infiammazione è un farmaco a base di acido acetilsalicilico, appartenente al gruppo terapeutico Antiaggreganti piastrinici, Antipiretici, Analgesici FANS. E' commercializzato in Italia da Bayer S.p.A.

Confezioni e formulazioni di Aspirinaact Dolore e Infiammazione disponibili in commercio


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A cosa serve Aspirinaact Dolore e Infiammazione e perchè si usa



Aspirinaact dolore e infiammazione è indicata negli adulti e negli adolescenti di età 16-65 anni.

Controindicazioni: quando non dev'essere usato Aspirinaact Dolore e Infiammazione


  • ipersensibilità all'acido acetilsalicilico o ad altri salicilati, o ad uno qualsiasi degli eccipienti,
  • anamnesi di asma o reazioni di ipersensibilità (e.g. orticaria, angioedema, rinite grave, shock) indotte dalla somministrazione di salicilati o sostanze con un'azione simile, in particolare farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS),
  • ulcere gastrointestinali acute,
  • diatesi emorragica,
  • insufficienza renale grave,
  • insufficienza epatica grave,
  • insufficienza cardiaca grave non controllata,
  • somministrazione concomitante con metotrexato usato in dosi superiori a 20 mg/settimana (vedere paragrafo 4.5),
  • somministrazione concomitante di anticoagulanti orali e acido acetilsalicilico e in pazienti con storia di ulcere gastroduodenali (vedere paragrafo 4.5),
  • ultimo trimestre di gravidanza (oltre 26 settimane di gestazione) (vedere paragrafo 4.6).

Aspirinaact Dolore e Infiammazione può essere usato durante la gravidanza e l'allattamento?


Gravidanza

L'inibizione della sintesi delle prostaglandine può influenzare negativamente la gravidanza e/o lo sviluppo embrio-fetale. I dati tratti dagli studi epidemiologici suggeriscono un aumento del rischio di aborto spontaneo, malformazioni cardiache e gastroschisi in seguito all'uso di inibitori della sintesi delle prostaglandine nelle prime fasi della gravidanza.

Il rischio assoluto di malformazioni cardiovascolari ha avuto un aumento da meno dell'1% all'1,5% circa. Sembra che il rischio aumenti con la dose e la durata della terapia.

Negli animali, è stato dimostrato che la somministrazione di un inibitore della sintesi delle prostaglandine provoca un aumento della perdita dell'embrione pre e post-impianto e della letalità embrio-fetale. Inoltre, un'aumentata incidenza di varie malformazioni, incluse quelle cardiovascolari, è stata segnalata in animali ai quali era stato somministrato un inibitore della sintesi delle prostaglandine durante il periodo organogenetico della gestazione.

Dalla 20a settimana di gravidanza in poi, l'utilizzo di medicinali contenenti acido acetilsalicilico potrebbe causare oligoidramnios derivante da disfunzione renale fetale. Questa condizione potrebbe essere riscontrata poco dopo l'inizio del trattamento ed è in genere reversibile con l'interruzione del trattamento. Inoltre, sono stati riportati casi di costrizione del dotto arterioso in seguito al trattamento nel secondo trimestre, la maggior parte dei quali risolti dopo la sospensione del trattamento. Pertanto, durante il primo e il secondo trimestre di gravidanza, i medicinali contenenti acido acetilsalicilico non devono essere somministrati a meno che non sia assolutamente necessario.

Se medicinali contenenti acido acetilsalicilico sono usati da una donna che sta pianificando una gravidanza, o durante il primo e il secondo trimestre di gravidanza, deve essere usata la dose più bassa possibile per il tempo più breve possibile

In seguito all'esposizione a medicinali contenenti acido acetilsalicilico per diversi giorni dalla 20a settimana di gestazione in poi, dovrebbe essere considerato un monitoraggio antenatale dell'oligoidramnios e della costrizione del dotto arterioso. In caso di oligoidramnios o costrizione del dotto arterioso, il trattamento con medicinali contenenti acido acetilsalicilico deve essere interrotto

Durante il terzo trimestre di gravidanza, tutti gli inibitori della sintesi delle prostaglandine possono esporre il feto a:
  • tossicità cardiopolmonare (prematura costrizione/ chiusura del dotto arterioso e ipertensione polmonare);
  • disfunzione renale (vedere sopra).
Durante il terzo trimestre di gravidanza, tutti gli inibitori della sintesi delle prostaglandine possono esporre sia la madre che il neonato, al termine della gravidanza, a:
  • possibile prolungamento del tempo di sanguinamento, effetto antiaggregante che può verificarsi anche a dosi molto basse;
  • inibizione delle contrazioni uterine che comportano ritardo o prolungamento del travaglio.
Di conseguenza, l'acido acetilsalicilico è controindicato durante il terzo trimestre di gravidanza (vedere paragrafo 4.3).

Allattamento

L'acido acetilsalicilico passa nel latte materno: pertanto l'uso di acido acetilsalicilico non è raccomandato durante l'allattamento (vedere paragrafo 4.4).

Fertilità

Vi sono alcune evidenze che i medicinali che inibiscono la ciclossigenasi/la sintesi delle prostaglandine possono provocare la compromissione della fertilità femminile attraverso un effetto sull'ovulazione. Ciò è reversibile alla sospensione del trattamento. 


Quali sono gli effetti indesiderati di Aspirinaact Dolore e Infiammazione


Frequenze: non note (la frequenza non può essere definita sulla base dei dati disponibili).

Patologie del sistema emolinfopoietico

Sanguinamento e tendenza alle emorragie (epistassi, sanguinamento delle gengive, porpora, ematomi, emorragia urogenitale, ecc.) con aumento del tempo di sanguinamento. Il rischio di sanguinamento può persistere per 4-8 giorni dopo l'interruzione dell'assunzione di acido acetilsalicilico. Può causare un aumento del rischio di emorragia in caso di interventi chirurgici. Possono verificarsi anche emorragie intracraniche e gastrointestinali.

Sono stati segnalati casi di emolisi e di anemia emolitica in pazienti con forme gravi di carenza di glucosio-6-fosfato deidrogenasi (G6PD).

Disturbi del sistema immunitario

Reazioni da ipersensibilità con relative manifestazioni cliniche tra cui reazioni anafilattiche, asma, angioedema.

Patologie del sistema nervoso

Cefalea, capogiro, sensazione di perdita dell'udito, tinnito, che indicano di solito un sovradosaggio.

Emorragia intracranica.

Patologie gastrointestinali

Dolore addominale

Emorragia gastrointestinale occulta o conclamata (ematemesi, melena, ecc.) con conseguente anemia da carenza di ferro. Il rischio di sanguinamento è dose-dipendente.

Ulcere e perforazioni gastriche.

Malattia dei diaframmi intestinali (soprattutto nel trattamento a lungo termine)

Patologie epatobiliari

Aumento degli enzimi epatici solitamente reversibile con l'interruzione del trattamento, danno al fegato, principalmente a livello epatocellulare.

Patologie renali

Sono state segnalate insufficienza renale e lesioni renali acute.

Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo

Orticaria, reazioni cutanee

Patologie sistemiche

Sindrome di Reye (vedere paragrafo 4,4)

Segnalazione delle reazioni avverse sospette

La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l'autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale. Agli operatori sanitari è richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite il sistema nazionale di segnalazione all'indirizzo www.agenziafarmaco.gov.it/content/come-segnalare-una-sospetta-reazione-avversa.

Patologie correlate:


Nota: Nel contenuto della scheda possono essere presenti dei riferimenti a paragrafi non riportati.

Fonte: CODIFA - L'informatore farmaceutico



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