Depakin Chrono 30 compresse divisibili a rilascio prolungato 500 mg

02 novembre 2024
Farmaci - Depakin Chrono

Depakin Chrono 30 compresse divisibili a rilascio prolungato 500 mg


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Depakin Chrono 30 compresse divisibili a rilascio prolungato 500 mg è un medicinale soggetto a prescrizione medica (classe A), a base di acido valproico + sodio valproato, appartenente al gruppo terapeutico Antimaniacali, Antiepilettici. E' commercializzato in Italia da Sanofi-Synthelabo S.p.A.


INDICE SCHEDA



INFORMAZIONI GENERALI


TITOLARE:

Sanofi Aventis France

CONCESSIONARIO:

Sanofi-Synthelabo S.p.A.

MARCHIO

Depakin Chrono

CONFEZIONE

30 compresse divisibili a rilascio prolungato 500 mg

FORMA FARMACEUTICA
compressa a rilascio modificato

PRINCIPIO ATTIVO
acido valproico + sodio valproato

GRUPPO TERAPEUTICO
Antimaniacali, Antiepilettici

CLASSE
A

RICETTA
medicinale soggetto a prescrizione medica

PREZZO
13,23 €


CONFEZIONI DISPONIBILI IN COMMERCIO


Confezioni e formulazioni di Depakin Chrono disponibili in commercio:


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Foglietto illustrativo Depakin Chrono »

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INDICAZIONI TERAPEUTICHE


A cosa serve Depakin Chrono? Perchè si usa?


trattamento dell'epilessia generalizzata, in particolare attacchi di tipo: assenza, mioclonico, tonico-clonico, atonico, misto ed epilessia parziale: semplice o complessa; secondariamente generalizzata. Trattamento di sindromi specifiche (West, Lennox-Gastaut). Trattamento e prevenzione della mania correlata ai disturbi bipolari



CONTROINDICAZIONI


Quando non dev'essere usato Depakin Chrono?


ipersensibilità al farmaco. Epatite acuta. Epatite cronica. Anamnesi personale o familiare di grave epatopatia, soprattutto indotta da farmaci. Porfiria epatica. Emorragie in atto

INTERAZIONI


Quali farmaci, principi attivi o alimenti possono interagire con l'effetto di Depakin Chrono?


effetti del valproato su altri farmaci: neurolettici, anti-MAO, antidepressivi e benzodiazepine. Il valproato può potenziare l'effetto di altri farmaci psicotropi come i neurolettici, gli anti-MAO, gli antidepressivi e le benzodiazepine; quindi si consiglia di eseguire un monitoraggio clinico e, quando necessario, un aggiustamento del dosaggio. Fenobarbital: poiché il valproato aumenta le concentrazioni plasmatiche di fenobarbital (per inibizione del catabolismo epatico) può verificarsi sedazione soprattutto nei bambini. Si raccomanda quindi un monitoraggio clinico per i primi 15 giorni del trattamento combinato, con immediata riduzione delle dosi di fenobarbital in caso di sedazione, e controllo eventuale dei livelli plasmatici di fenobarbital. Primidone: il valproato aumenta i livelli plasmatici di primidone con potenziamento dei suoi effetti indesiderati (sedazione); questa interazione cessa con il trattamento a lungo termine. Si raccomanda il monitoraggio clinico specialmente all'inizio della terapia combinata con un aggiustamento del dosaggio del primidone quando necessario. Fenitoina: inizialmente il valproato diminuisce la concentrazione plasmatica totale della fenitoina aumentandone però la frazione libera, con possibili sintomi di sovradosaggio (l'acido valproico sposta la fenitoina dai suoi siti di legame proteico e rallenta il suo catabolismo epatico). Si raccomanda pertanto il monitoraggio clinico; in caso di dosaggio plasmatico della fenitoina si deve tenere in considerazione soprattutto la frazione libera. Successivamente, in seguito a trattamento cronico, le concentrazioni di fenitoina tornano ai valori iniziali pre valproato. Carbamazepina: è stata riportata tossicità a livello clinico in caso di somministrazione contemporanea di valproato e carbamazepina poiché il valproato può potenziare la tossicità della carbamazepina. È quindi raccomandato un monitoraggio clinico soprattutto all'inizio del trattamento con l'associazione dei 2 farmaci, con un aggiustamento della posologia, se necessario. Lamotrigina: il rischio di rash può essere aumentato dalla somministrazione contemporanea di lamotrigina e acido valproico, quando lamotrigina è aggiunta all'acido valproico. Il valproato può ridurre il metabolismo della lamotrigina e aumentare la sua emivita media, quindi quando necessario è opportuno diminuire il dosaggio di quest'ultima. Etosuccimide: il valproato può causare aumento delle concentrazioni plasmatiche della etosuccimide. Zidovudina: il valproato può aumentare la concentrazione plasmatica di zidovudina con il conseguente aumento di rischi di tossicità di quest'ultima. Effetti di altri farmaci sul valproato: gli antiepilettici con effetto di induzione enzimatica (in particolare fenitoina, fenobarbital e carbamazepina) diminuiscono le concentrazioni sieriche del valproato. Nel caso di terapia combinata i dosaggi vanno aggiustati in base ai livelli ematici. In caso di associazione di felbamato e valproato, si può osservare un aumento della concentrazione sierica di valproato. È necessario un monitoraggio dei tassi plasmatici del valproato. La meflochina aumenta il metabolismo dell'acido valproico ed ha effetto convulsivante; quindi nei casi di terapia combinata possono verificarsi attacchi epilettici. In caso di uso concomitante di valproato e di sostanze che si legano altamente alle proteine (acido acetilsalicilico), i livelli sierici liberi di valproato possono aumentare. Un attento monitoraggio del tempo di protrombina deve essere effettuato in caso di uso concomitante di fattori anticoagulanti vitamina K dipendenti. I livelli sierici di valproato possono aumentare (per effetto di un metabolismo epatico ridotto) in caso di uso concomitante di cimetidina o eritromicina. Carbapenem (panipenem, meropenem, imipenem): si è osservata una diminuzione dei livelli ematici di acido valproico, talvolta associata a convulsioni. Se si devono somministrare questi antibiotici si raccomanda un attento monitoraggio dei livelli ematici di acido valproico. La rifampicina può diminuire i livelli plasmatici del valproato portando all'interruzione dell'effetto terapeutico. Quindi può essere necessario, in caso di cosomministrazione con rifampicina, un aggiustamento del dosaggio del valproato. Altre interazioni: la somministrazione concomitante di valproato e topiramato è stata associata all'insorgenza di encefalopatia e/o iperammoniemia. I pazienti trattati con questi 2 farmaci devono essere monitorati con particolare attenzione per segni e sintomi di encefalopatia iperammoniemica. Il valproato generalmente non ha un effetto di induzione enzimatica; di conseguenza non riduce l'efficacia degli estroprogestinici in caso di contraccezione ormonale

POSOLOGIA E MODO DI SOMMINISTRAZIONE


Come si usa Depakin Chrono? Dosi e modo d'uso


trattamento dell'epilessia: prima di iniziare la terapia tenere presente che: in pazienti non trattati con altri farmaci antiepilettici, la posologia va preferibilmente aumentata per stadi successivi di 2-3 giorni, per raggiungere quella ottimale nel giro di 1 settimana circa. In pazienti già in trattamento con farmaci antiepilettici, la sostituzione con valproato deve essere graduale, raggiungendo la posologia ottimale in circa 2 settimane. I trattamenti concomitanti saranno progressivamente ridotti fino a essere interrotti. L'aggiunta di un altro agente antiepilettico, ove sia necessario, va fatta gradualmente (vedere Interazioni). La posologia giornaliera deve essere stabilita in base all'età ed al peso corporeo; tuttavia deve anche essere presa in considerazione la sensibilità individuale al valproato. La posologia ottimale deve essere determinata essenzialmente in base alla risposta clinica; la determinazione dei livelli plasmatici di acido valproico può essere presa in considerazione a complemento del monitoraggio clinico, quando non si arrivi ad ottenere un adeguato controllo degli attacchi o quando vi sia il sospetto di effetti indesiderati. Le concentrazioni sieriche generalmente ritenute terapeutiche sono comprese tra 40 e 100 mg/l (300-700 mcmoli/l) di acido valproico. Solitamente la posologia giornaliera iniziale è di 10-15 mg/kg, quindi le dosi vanno progressivamente aumentate fino a raggiungere la posologia ottimale che generalmente va dai 20 ai 30 mg/kg. Tuttavia, quando non si ottiene un adeguato controllo degli attacchi con questa posologia, le dosi possono essere aumentate ancora; i pazienti devono essere tenuti sotto stretto controllo quando sono trattati con dosi giornaliere maggiori di 50 mg/kg (vedere Avvertenze speciali e opportune precauzioni d'impiego nel RCP) in particolare: nei bambini, la posologia usuale è di circa 30 mg/kg/die; negli adulti, la posologia usuale va dai 20 ai 30 mg/kg/die; negli anziani, sebbene i parametri farmacocinetici del valproato siano modificati, tali modifiche sono di significato clinico limitato e la posologia deve essere determinata in funzione della risposta clinica (controllo delle crisi epilettiche). Trattamento e prevenzione della mania correlata ai disturbi bipolari: la dose iniziale consigliata è 20 mg/kg/die. La dose deve essere incrementata il più rapidamente possibile in modo da raggiungere la dose terapeutica più bassa con cui si ottiene l'effetto clinico desiderato. Il dosaggio di mantenimento consigliato per il trattamento dei disturbi bipolari è compreso tra 1000 e 2000 mg al giorno. In casi eccezionali la dose può essere aumentata fino, e non oltre, a 3000 mg al giorno. Le dosi devono essere aggiustate in accordo alla risposta clinica individuale. La profilassi deve essere stabilita su base individuale, alla dose efficace più bassa. L'uso della formulazione a rilascio prolungato permette di ridurre le somministrazioni del farmaco a 1-2 volte al giorno. Inoltre la possibilità di frazionare le compresse consente una maggior flessibilità posologica. Depakin Chrono può essere utilizzato anche nei bambini, quando sono in grado di assumere la forma in compresse, che peraltro possono essere frazionate

ECCIPIENTI


etilcellulosa, ipromellosa, silice colloidale idrata, silice colloidale anidra (solo cpr 500 mg), saccarina sodica, poliacrilato dispersione 30%, macrogol 6000, talco, titanio diossido

PATOLOGIE CORRELATE



Data ultimo aggiornamento: 22/07/2024

Nota: Nel contenuto della scheda possono essere presenti dei riferimenti a paragrafi non riportati.

Fonte: CODIFA - L'informatore farmaceutico



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