21 novembre 2024
Sobrepin Tosse Influenza Raffreddore
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Cos'è Sobrepin Tosse Influenza Raffreddore (paracetamolo + destrometorfano + clorfenamina)
Sobrepin Tosse Influenza Raffreddore è un farmaco a base di paracetamolo + destrometorfano + clorfenamina, appartenente al gruppo terapeutico Antitussivi oppioidi. E' commercializzato in Italia da Pharm@idea S.r.l.
Confezioni e formulazioni di Sobrepin Tosse Influenza Raffreddore disponibili in commercio
Selezionare una delle seguenti confezioni di Sobrepin Tosse Influenza Raffreddore disponibili in commercio per accedere alla scheda completa, visualizzare il prezzo e scaricare il foglietto illustrativo (bugiardino):
A cosa serve Sobrepin Tosse Influenza Raffreddore e perchè si usa
Trattamento dei processi catarrali e influenzali, accompagnati da dolore da lieve a moderato, febbre, tosse secca (tosse irritativa, tosse nervosa) e secrezioni nasali e starnuti negli adulti e negli adolescenti a partire dai 14 anni di età.
Controindicazioni: quando non dev'essere usato Sobrepin Tosse Influenza Raffreddore
- Ipersensibilità ai principi attivi o ad uno qualsiasi degli eccipienti.
- Tosse asmatica.
- Tosse produttiva.
- Insufficienza respiratoria.
- Grave insufficienza renale o emodialisi.
- Terapia concomitante o nelle due settimane precedenti, con uno dei seguenti medicinali:
- Antidepressivi inibitori della monoamina ossidasi (IMAO): l'utilizzo concomitante di destrometorfano e IMAO comporta il rischio di sindrome serotoninergica. L'assunzione concomitante di questi medicinali può causare un aumento della pressione del sangue e crisi ipertensiva (vedere paragrafo 4.5).
- Inibitori selettivi della ricaptazione di serotonina (SSRI)
- Bupropione
- Linezolide
- Procarbazina
- Selegilina
- Bambini al di sotto dei 6 anni di età.
Sobrepin Tosse Influenza Raffreddore può essere usato durante la gravidanza e l'allattamento?
Gravidanza
Non vi sono studi controllati adeguati sulle donne in gravidanza o che allattano relativi alla combinazione di clorfenamina, destrometorfano e paracetamolo. Questo prodotto non deve essere utilizzato in gravidanza o durante l'allattamento, a meno che i potenziali benefici in termini di cura della madre siano maggiori dei potenziali rischi per il feto o il neonato.
Paracetamolo:
Il paracetamolo somministrato alla madre in dosi controllate attraversa la placenta ed entra nella circolazione fetale 30 minuti dopo l'ingestione e viene efficientemente metabolizzato tramite la solfoconiugazione fetale. Quando assunto come raccomandato, il paracetamolo non incide negativamente sulla donna incinta o il feto.
Clorfenamina maleato:
Non è noto se la clorfenamina o i suoi metaboliti attraversano la placenta. Non sono stati dimostrati effetti teratogenici negli studi condotti sugli animali, ma sono state riportate ridotte percentuali di sopravvivenza postnatale a fronte di dose superiori a quelle usate clinicamente (vedere paragrafo 5.3).
Destrometorfano:
Non vi sono studi controllati e adeguati negli esseri umani. Tuttavia, l'uso di questo prodotto medicinale potrebbe essere accettabile in mancanza di alternative terapeutiche più sicure e sempre che i benefici siano superiori ai potenziali rischi. Gli studi sugli animali non hanno evidenziato tossicità riproduttiva (vedere paragrafo 5.3).
Allattamento al seno
Paracetamolo:
Il paracetamolo è escreto nel latte materno in basse concentrazioni (dallo 0,1% all'1,85% della dose ingerita dalla madre). L'ingestione materna di paracetamolo, in dosi controllate, non comporta rischi per il neonato.
Clorfenamina maleato:
Piccoli quantitativi di antistaminici sono escreti nel latto materno, vi è il rischio di eventi avversi nel neonato, come stato di eccitazione insolito. La clorfenamina può inibire l'allattamento a causa della sua azione anticolinergica.
Destrometorfano
Non vi sono dati disponibili sull'escrezione del destrometorfano nel latte materno, anche se non sono stati riscontrati problemi negli esseri umani.
Fertilità
Sono state riportate alterazioni della fertilità maschile con il paracetamolo a fronte di quantitativi più elevati delle dosi cliniche (vedere paragrafo 5.3).
Non vi sono dati umani disponibili.
Patologie correlate:
- Bronchite
La bronchite acuta è un'infiammazione dell'epitelio (rivestimento interno) dei bronchi: come curarla, cause e sintomi. - Herpes zoster
Infezione (comunemente chiamata anche fuoco di sant'Antonio) provocata dal virus della varicella-zoster, che causa una dolorosa eruzione cutanea di vescicole piene di liquido. - Influenza
L'influenza è una malattia infettiva virale caratterizzata da sintomi di infiammazione acuta delle prime vie aeree (naso, gola, bronchi) e malessere generalizzato - Orecchioni
Infezione virale contagiosa, detta anche parorite epidemica, che colpisce le ghiandole salivari, in particolar modo le ghiandole parotidi, situate in prossimità dell'orecchio. L'infezione conferisce immunità per tutta la vita ed è quindi caratteristica dell'infanzia. - Pleurite
Infiammazione acuta o cronica della pleura, membrana composta da due foglietti che rivestono la superficie esterna dei polmoni e l'interno della cavità toracica, a stretto contatto fra loro e separati solo da una piccola quantità di liquido. - Rosolia
Infezione virale acuta caratterizzata dalla comparsa di una tipica eruzione cutanea. La rosolia è causata da un virus ad RNA, la cui infezione, una volta contratta, lascia un'immunità permanente. Per questa ragione si tratta di una malattia tipicamente infantile. - Sindrome premestruale
I segnali più comuni sono un fastidioso senso di tensione al seno, cefalea, gonfiore addominale e crampi, nervosismo, irritabilità, tristezza e crisi di pianto. Alcune donne risentono dei cambiamenti ormonali più delle altre ma sintomi scompaiono dopo l'inizio delle mestruazioni - Sinusite
Infiammazione acuta o cronica delle mucose dei seni paranasali. Questi sono cavità piene d'aria scavate nelle ossa della faccia (massiccio facciale), tutte comunicanti con il naso. - Varicella
Infezione virale acuta provocata dal virus della varicella-zoster, caratterizzata da un'eruzione cutanea caratteristica, con comparsa di piccole vescicole rilevate. Il virus lascia un'immunità permanente e la malattia non può essere contratta due volte.
Fonte: CODIFA - L'informatore farmaceutico
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